Vita Nova - anno I - n. 8 - agosto 1925

r 42 umano travaglio ; concepire lo Stato come la creazione rinnovantesi e presente dello stesso nostro spirito ; sentire la funzione del reggimento politico non sol<;>come modo a soddisfare i bisogni contingenti ed attuali di un popolo, ma come lo sforzo di attuazione dei motivi profondi della sua vita che si proiettano nell' avvenire ; credere alla volontà prepotente delle minoranze rivoluzionarie come forgiatrice della storia è contrapporre, nettamente e fondamentalmente, il Fascismo alle correnti ad esso avver,.. se : è rivelare l' antitesi irriducibile tra l'anima di questa Italia nova cui il Fascismo ha dato il battesimo purpureo del suo sangue migliore, e la celebrazione divina del suo amore più puro, e l'anima dell'Italia che fu. - Se nel pensiero è tutta la realtà ed ogni sua differenziazione, distinguere il nostro pensiero dall'altrui è rivelare la ragione e il modo della nostra vita, è distinguere la nostra personalità: è • sopra tutto, giacchè qui diciamo del pensiero che informa il Fascismo, abbattere finalmente la trincea, dietro cui gli avversari si sono sino ad oggi riparati, dell'affermazione acida e monotona, che il Fascismo sia transitoria reazione ad una condizione di vita del popolo italiano. E noi crediamo che a questa idea abbia aderitoCamilloPelizzi, quando s' indusse a scrivere quel magnifico volume che è il suo Realtà e Problemi del Fascismo (Firenze Vallecchi). Bisognava dire che nel Fascismo, il popolo italiano ha, finalmente, ritrovata, la via del suo cammino storico ; che in esso è la verità della sua vita e il segno della sua spiritualità ; bisognava dirlo e forte ! . __ _ Chè davvero tra le vacue formule di un democraticismo statico, chiuso nella contraddizione perenne e insormontabile degli immortali principi e dell' incessante pulsare della vita, e l'asservimento spirituale·ad un costume politico non nostro, sembrava la gente d' Italia essersi persa per sempre I « Dall'età della Controriforma, dice il Pellizzi, la nostra storia non è più nostra, chè mentre presso gli altri popoli, da noi e di noi spiritualmente nutriti, si formava que1la classe - borghese - in cui è quasi il motore della storia, nella contrapposizione delle forze conservatrici e rivoluzionarie, da noi essa già tramontava ». E quindi via via ci assuef acemmo così all'altrui pensiero ed all'altrui volontà. Sino a quando lo stesso facilis ... simo svolgersi del nostro Risorgimento, Bib iotec Gino • 1 ne VITA NOVA che pur seppe l'ansia dell'opera riv<?luzionaria di Mazzini, c' indusse, prima per necessità politica, poi per a~it1;1dine, a mimetizzare le forme altrui più decisamente e noi divenimmo una nazione borghese e ci godemmo, compiacendoci, di uno Stato burocratico e accentratore, dello Stato giuridico, onore e vanto dei liberalismi nazionali industriali e moderni, di uno Stato che é una risultante, un a posteriori, la conclusione e la fissazione di un• processo storico, e non, come gli altri Stati vitali, una definita volontà storica in atto, dominante tutto un complesso storico. Su questa terza Italia, priva di un principio unitario e confusissima circa il fine dell' unità, priva di una· vera aristocrazia borghese, avendo ormai consunto il liberalismo umanistico di un 'epoca luminosa ma trapassata, su questa terza Italia, demoliberale, battè dapprima il sindacalismo, da cui emersero i grandi capi : Corridoni, Mussolini; poi il nazionalismo, finchè la bufera della guerra la colse € la sospinse a furia. E la guerra, cui non volontà chiara e univoca di una classe, f armata, compatta, dominante, non il Re nè il popolo ci spinsero, ma che fu imposta dalle tradizioni del passato e dalle esigenze del nostro più.~vasto e più lontano avvenire, originò il Fascismo, dando così nasciti alla nuova e pur antica Italia, quella che sente la propria personalità.~ 1~ -~mpoi;~,--quella che << fornito al mondo umano, il punto dell'unità per tre volte, si appresta a rimettere lo spirito nei suoi legittimi altari; a dominare coll'anima e col ferro e col fuoco quella realtà da cui gli altri popoli sembrano essere dominati ; a riaffermare la responsabi .... lità assoluta dell'uomo O'uomo storico, le personalità) di fronte a tutta la realtà della vita. A foggiare un impero etico nel mondo >>. Di questa Italia, l'anima è il Fascismo. ---~Il ·fascism~--chè- conq~istatò-il-po-- tere colla violenza della sua azione metessica, scrollante tutto il fatto democratico antiitaliano, ha inserito in esso la sua volontà rinnovatrice e co- ~truttrice ed ha imposto la sua finalità, 11 suo Mito, lo Stato Etico. È nel _Fascismo l'incisione di due caratteri per cui esso tende a superare la monade individuale degli illuministi, dei liberali e dei democratici : i caratteri della solidarietàattiva e della volontarietà: caratteri che ne for .... mano l' essenza e lo fanno capace del Mito cui tende, nel quale è espressa la vittoria dell'atto çontro il fatto, dello spirito attivo contro la realtà statica del molteplice vivo e concreto co~tro il molteplice irresoluto e astratto. E tutta la sua originalità si racchiude in questo suo motivo ideale: chè perfettamente è vero quanto dice l'autore \~Se il Fascismo desse soltanto un buon governo, oh no, questo non basterebbe ali' Italia! Perchè quando questo ottimo ideale illuminato solido governo ci avesse incapsulati tutti e quanti in un bel sistema chiuso e placido di disciplina interiore ed esteriore, avesse pareggiato i bilanci, fatto marciare le ferro vie ecc ..ecc. l' Italia, I' Italia vera e nova, quella della funzione imperiale, quella che deve essere realtà storica perspicua inconfondibile con tutte le nazioni del mondo, quella per cui sono morti già parecchi e più ancora dovranno morire, ebbene que.sta Ilalia proprio allora sarebbe morta e seppellita per sempre, e l'altra Italia , potrebbe diventare decorosamente uno dei più pittoreschi e ben assestati Cantoni della Confederazione Elvetica. » Ma come temere di ciò, quando a. Duce di questo nostro formidabile esercito di soldati e di uomini pensosi che marcia a bandiere spiegate verso l'avvenire, nella sua ultima orazione al popolo d' Italia, in cui ha rivelato mirabilmente la Missione e ha scolpito la Legge, esaltava il Fascismo come creazione di un nuovo modo di vita, nel quale l'Italiano nuovo si esprima, con i suoi caratteri inconfondibili? E qui lasci l' A., che così poveramente ho seguito nello svolgimento del suo pensiero, lasci che io abbandoni d' aècompagnarlo, e scriva, con nel cuore un fremito in cui .i!tutta è la ricordanza viva della battaglia combattuta dal Fascismo, che forse la realtà auspicata dal suo cuore e dal suo spirito~ nel dettare questo suo libro, dov'è un battere alto e magnifico di poesia, era proprio quella scolpita nelle parole del Duce, quella cioè di vedere il Fascismo, conscio della sua missione eroica di foggiare un popolo nuovot veramente e solamente italiano, superbamente affermarla e protendersi con la sua azione di forza e di imperio, alla sua vittoria immancabile, che non sarà solo la vittoria di un popolo che riconosce sè stesso e va al suo destino, ma che sarà, su tutto, la vittoria dello spirito umano contro un mondo che ha cercato di fissare, entro la yanità di formule stastiche, il palpito !rrefrenabile della vita, che si rinnova incessantemente. GIANLUIGI MERCURI•

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