.. VITA NOVA più presente e conserva vivo interesse; e d'altra parte ogni regione vi ha conservata la sua perso.., nalità ed è restato quasi come un individuo. E un popolo presso il quale l'altruismo in politica è periodicamente vituperato; « l 'egoisme sacré » ha più di una forma. Il neutralismo giolittiano che sembrava essere stato adottato al principio dal gruppo di pensatori neo-hegeliani e notoriamente da B. Croce e G. Gentile, non è forse stato che uno stretto italianismo, timoroso delle avventure, ma non necessariamente · filo-tedesco a dispetto della tesi che sembra evocare l' idea di una filosofia importata dalla Germania. In realtà non meno originale del neo-hegelianismo inglese e americano, la dottrina del Croce si prevale di certi caratteri etnici e autoctoni che non sono d' altra parte estranei ali' indirizzo di ortodossia dogmatica che a lui \ . e stata rimproverata. La sua affinità con l'anima nazionale mi appare nell' idea di sviluppo che ne è il punto essenziale e che gli è comune con lo storicismo di Hegel. Gli è che appunto presso il popolo italiano più che presso qualunque altro i titoli di nobiltà di un grande passato ed in seguito le innumerevoli vicissitudini politiche hanno sviluppato la coscienza della continuità dei tempi, e dell'unità dell'Italia nei secoli; e in ciò appunto sono gli elementi ed il substrato dell'attitudine storicista che incombe al pensatore d'universalizzare. D' altra parte anche prima del Croce e del Gentile questa continuità di cui noi parliamo è stata cercata nello speciale dominio dell' evo◄ luzione filosofica; essa fu già la preoccupazione dello Spaventa che è il loro precursore. Si tratta di stabilire l' indipendt:nza del movimento filosofico della penisola e nello stesso. tempo l' interesse universale di questo movimento, la sua partecipazione alla marcia de] · movimento filosofico europeo e insieme la sua continuità autonoma originaJe in confronto del movimento filosofico degli altri paesi europei. L'idealismo italiano si fornirà dunque di una storia della filosofia facendo corrispondere nome per nome una hnea continua di pensatori italiani alla serie deglt iniziatori che gli altri paesi d'Occidente hanno dato alla filosofia. G. Bruno annuncia Spinoza ed anche Le1bniz; « Vico è il vero precursore di tutta la iblioteca Gino Bianco Germania »; Galluppi, nuovo Locke. è kantistl senza saperlo ; la crisi dei soggettivismo kantiano con Fichte è rappresentata da Rosmin;. Lo Schelling ed in parte l' Hegel italiano è il Gioberti. E lo stesso Spaventa, che ricollega la fìJo· sofia nazionale alla filosofia europea inaugura un Hegelianes1mo che non è. come quello del suo collega Vera, una r, petizione servile. Insomma, sia nel campo delle idee, sia nel campo dei fatti, il nazionalismo italiano ha per orizzonte un universalismo. B. Croce, di volta Ìn volta, pone Ja guerra allo stesso livelle dJ un cataclisma naturale, in confronto del quale la ricerca delle responsabil1tà individuali o collettive è vana; oppure vede in essa un~ tragedia del progresso in cui l'eroe ed il vincitore è sempre in definitiva l'umanità. Naz1onal1smo e univer-- salismo : fìno a che la · sua Nazione non è in g1u·oco,il suo sguardo va al di là dei conflitti dei popoli,. poichè i rapporti internazionali superano la portata di una conoscenza che esige di individualizzarsi in un caso particolare studiato da vicino per essere veramente positivo. Sembrerebbe che fuori di uno stretto italia · nismo, non ci sia per lui che romanticismo alla d'Annunzio. Ma con la realtà incombente della guerra apparirà la preoccupazione costante dei .problemi nati dalla guerra e specialmente quella di n1antenere lo spirito pubblico elevato. E questa stessa realtà diventa e resta, per B. Croce e G. Gentile, una grande esperienza piena di insegnamenti. « I giovani, scrive quest'ultimo, hanno imparato a sentire fortemente vibrare la propria anima in faccia alla morte non quale destino ineluttabile della natura, anzi come dovere e ideale ed essi si trovano a possedere, della libertà e della vita, un concetto ben di verso da quello che se ne· professava spen5ieratamente una volta. ». La vita personale essen~o così sviluppata, ~ non resterà più ali' individuo che dire « Lo Stato sono io » e identificarsi come volontà allo Stato purchè sia realizzato lo Stato vero ; la cui esi..., stenza si trova non inter homines, ma in interiore homine, che è tutto l'opposto dello Stat0 individualista, semplice mezzo, e che si identifica al contrario con l' individuo, come organo degli interessi della m1ggioranza. Ecco il programma di uno Stato, voluto, vissuto, internamente rin-
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