Vita Nova - anno I - n. 8 - agosto 1925

I VITA NOVA accolto con grande giubilo dalla popolazione. E dopo un quarto di secolo dalla sua venuta, le genti della quarta crociata posero il piede sulla città, non d~ amiche: seguirono devastazioni, incendi/~ saccheggi atroci, distruzioni crudeli e per più volte la città martire inutilmente si ribellò. Anche nel_1343 la ribellione tenace si rinnovò, e Venezia, per miracolo, riuscì onoreZARA - CHIESA DI S. GRISOSTOMO Elegante costruzione romanica della metà del Secolo Xli. volmente a sedarla: l'episodio sanguinoso è tratteggiato in una tela del Tintoretto, conservata nella sala dello scrutinio del Palazzo Ducale di Venezia, e la mano del maestro ritrae la scena turbinosa e violenta con animata vivacità di tocchi e calda evidenza di dettagli. Le condizioni di Zara e della Dalmazia erario agli inizi del '400 in tale deplorevole stato che Ladislao di Napoli, incoronato a Zara il 5 agosto 1403, fu indotto a rinunciare al loro possesso, cedendo la città e tutti i suoi diritti sulla Dalmazia alla Repubblica di Venezia per 100.000 ducati. Il solenne patto di cessione fu firmato il 9 luglio 1409 e Venezia prese possesso del dominio il 31 luglio dello stesso anno. Da questo momento s' inizia per la città adriatica " una nuova era. Dopo il 1409, Zara non ha più una storia sua, ma le sue vicende son~ strettamente avvinte a quelle di Venezia e tutta la sua vita subisce il ritmo conquistatore e pacificatore di S. Marco. Nel 1460 i Turchi, invasa la Bosnia e scesi alle marine di Dalmazia, si trovano di fronte alle forze schierate e agguerrite di Venezia. La lotta è disperata, tenace, mortale, spesso impari, ma una vittoria segue l' altra. Nel 1669 si traccia la così detta linea Nani, nel 1699 la linea Grimani, nel 1721 quella Mocenigo: ognuna di esse segna un notevole ampliamento dei domini della Serenissima in Dalmazia. Il 12 maggio 1797 il Gran Consiglio della Serenissima, di fronte ali' incubo napoleonico, abdica al suo potere. Rappresentante di Venezia era allora il provveditore Andrea Querini, il quale, con tatto e Biblioteca Gino ■ I CO provvida cautela, ottenne che le truppe austriache entrassero a Zara senza disturbo alcu~o. . . Il 5 luglio giunse il generai~ ~ukav1na e 11giorno successivo i fiammanti gonfaloni d1 S. Mar~o vennero calati dalla piazza dei Signori,. trasportati solennemente nella cattedrale e sotterrati tra la generale commozione sotto l' altar maggiore. . . , La Dalmazia - e Zara con essa - d1ven1va cosi una provincia austriaca che, amministrata in un pr_imo tempo a parte, fu nel 1801 aggregata alle province austriache della penisola. . T aie dominazione continuò fino alla pace d1 Presburgo (26 dicembre 1805). Il 19 febbraio 1806, il generale francese Dumas entrava a Zara e ne prendeva possesso in nome di Napoleone.. . La coalizione del 1813 allontanò 1 francesi dalla Dalmazia. Il 23 ottobre di quest'anno il generale austriaco T omasic mosse alla volta di Zara ed aiutato dalla flotta inglese, dopo 32 giorni d' assedio, le truppe austro-britanniche entravano nella città. . Nel 1848, alla notizia della concessione della costituzione, anche Zara fu presa da una travolgente ondata di liberalismo e il popolo, insorto impetuosamente, scacciò il consigliere di governo Giuseppe Fluck, costituendo la Guardia Nazionale. Ma i facili entusiasmi del '48 naufragarono miseramente. Milano fu italiana nel '59, Venezia nel '66, Zara solo nel 1918. Le fasi di tale occupazione hanno un'intensità . . epica e appassionante. ZARA - CORTILE DEL PALAZZO DEL ''CAPITAN GRANDO,, Secolo XVI Il 29 ottobre 1918, il popolo di Zara, infrante le insegne e cacciati gli austriaci, invocò l'Italia. Alle 2, 15 del 4 novembre, dalla torpediniera 55 sbarcavano sull~ Ri~a V~cchia i fanti italiani, accolti in ginocchio dagli ab1tant1 e, poco dopo, il Comandante De Boccard, dal poggiuolo della palazzina comunale, _dichia... rava occupata la città in nome di S. M. il Re d'Italia. Dopo Zara, le nostre truppe inalberavano il trico ... lore su Bencovaz, Sebenico," T enin e le Curzolane. •

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