• Una fiaccola d'italianità • 1n Dalmazia: Zara ,r Sull'irrequieto mare, nelle calme notti estive, Zara getta il riverbero balenante dei suoi globi assiepati lungo la riva e le musiche trite delle sue orchestrine: il viaggiatore, che dal piroscafo contempla la città adagiata a losanga tra. Melada e Sestrugno, ha questo saluto fiorito e gentile, giungendo, come se ponesse il piede sul più pittoresco dei sestieri veneziani, arguto di colori e festante della chiara parlata di S. Marco. In realtà, la prima impressione che Zara suscita è quella di una città veneziana, folta· di calli e di campielli, di sottoportici e di archivolti, densa di architetture a merletto, di vecchi palazzi patrizi a trifore leggiadre, di antichi cortili armoniosi, di suggestivi pozzi istoriati, di maestose colonne romane a capitelli dell' epoca Flavia. E ogni suo monumento, ogni sua pregevole opera, ricordano l'origine italica indistruttibile, sia il Duomo romanico, sia il Battistero di S. Anastasia, sia il severo palazzo del Capitan Grando dal mirabile cortiletto recentemente restituito alla sua primitiva bellezza, sia la pentagona Torre del Buovo d 'Antona - la quattrocentesca Torre delle Babe, resto delle fortificazioni medioevali - sia la loggia della Gran Guardia o la Porta Marina ricordante la battaglia di Lepanto: ovunque l' orma di Roma dominatrice impera vittoriosamente, ovunque il suo gran nome si espande e dilaga in prodigi architettonici, in opere murarie, in affreschi, in archi, in pilastri, in ardite > trabeazioni millenarie: su di esse, consunto e vigile; è l' alato leone di Venezia, simbolo di dominazione, di fortuna e di bellezza leggendaria. dezza del paese dall'invasione degli Avari, e solo al principio dell' 800, dopo due secoli di raccoglimento, la città si riaffaccia alla storia tutta fiera della sua legge antica e del suo rinnovato statuto. Ma accanto agli avari, serbi e croati erano sopravvenuti per darsi alla· pirateria che ben presto elevarono a loro unica regola di vita e ad esclusiva fonte di guadagno. Fu allora che per liberare l'Adriatico, per invito dei municipi della Dalmazia, Venezia intervenne. Il giorno dell'Ascensione dell'anno 999, il Doge Pietro Orseolo muove con la sua armata da Malamocco, e, percorsa tutta la costa orientale dell'Adriatico da ZARA - FACCIATA DEL DUOMO. Grado a Ragusa, sconfigge i narentani ponendo fine a questo intollerabile stato di cose. E il viaggiatore, che giunge di lontano con idee imprecise, dopo aver troppo sentito parlare d' jugoslavi, di morlacchi e di croati, si ritrova nella sana atmosfera delle sue genti gloriose, con le quali c' è affinità di linguaggio e di sentimenti, comunità d' imprese e di vicende secolari, santità d'ideali e caldo fascino di suggestiva conquista marinara. *** Il primo popolo che la storia ci fa incontrare sul suolo di Zara, sono i liburni, di stirpe illirica, che, insieme agli istri e ai veneti, occupava l'arco settentrionale dell'Adriatico. Nella lotta tra Zara e Venezia, il cui primo episodio si ha una quarantina d'anni dopo i' impresa dell' Orseolo, Zara sj volge per protezione quasi J sempre ai Re d' Ungheria. Infatti,· il Re ungherese Colomano, dopo aver assoggettata la Croazia, approfittando del fatto che i veneziani erano distratti da Ma già nel I I I secolo a. C. un' altra grande potenza comincia ad affermarsi sul mare: quella di Roma. Navi e Legioni, condotte dapprima nell'Adriatico meridional~ ultimano la conquista nel 167 a. C. La caduta dell' Impero Romano d' Oriente e le prime trasmigrazioni dei popoli, assai poco influirono sulle vicende interne del municipio romano di Zara. Intorno al 600, un grave colpo fu menato alla fioriBiblioteca Gino Bianco - una guerra in T errasanta, era poco dopo l' anno 1100 sceso nella Dalmazia romana e, venuto a patti con i comuni dalmati, aveva loro accordato una larghissima • autonomia. Ma i patti non furono osservati e gli zaratini, aiutati dai veneziani, sconfissero e cacciarono gli ungheresi nel 1117. Un avvenimento d' importanza più che locale ebbe tuttavia luogo a Zara nel 1177. Alessandro I I I, che si recava a Venezia ad imporre la pace al Barbarossa, vi giunse su galere siciliane, sospinto dal maltempo e •
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