Vita Nova - anno I - n. 8 - agosto 1925

r .. • 4 ----------------- _____ ~:.,:___!!!!'!-~ VITA NOY A -- - ---- -- - . valore immortale, eterno, della personalità uma-- na. L'autorità è forza, ma guai se questa forza non è interamente pervasa dal lievito del con-- senso : essa diventerà un mito qualsiasi non meno nefasto di quell' altro mito, che è la libertà. Occorre l'autorità ferma, inflessibile, ma essa non può fare a meno della libertà se vuole ope-- rare nella realtà del popolo, che è la realtà spiri-- tuale. E quindi mettiamo da parte la Controri~ forma, ma anche la Riforma. L'una e l'altra non esprimono prese in sè che due. posizioni unilaterali, parziali, false. Nella prima è il concetto dell'autorità come necessità ferrea, a cui non è lecito sottrarsi: nella seconda è presente il concetto della spontaneità, della libertà, ma la spontaneità e la libertà sono dell' individuo, e però rappresentano il regno dell' arbitrio. A cui si rivolgono con animo accorato gli .antifascisti di tutte le gradazioni, eredi di qu·ell'illuminismo che fu il risultato più grandioso dello spirito della Riforma e del Rina-- scimento. Dunque, nè il Cattolicismo, nè il Pro-- testantesimo possono offrirci considerati nella loro peculiare politica le ragioni vere della na-- tura dello Stato moderno, che si è rivelato come una cosa sola colla natura della nazionalità. La quale non può essere cattolica per la stessa ra-- . . ' . g1one per cui non puo essere protestantica o buddistica o maomettana: essa è la sintesi origi-- nale dell' autorità che è libertà e della libertà che è autorità. Questo, se non ci inganniamo,. espri-- me nella sua prof onda anima il Fascismo, che vuole essere ed è realmente tutt' uno colla nazione. Ma chi dice nazione, dice assoluta autonomia, cioè capacità assoluta a governarsi da sè senza chiedere a prestito concezioni estranee al' suo modo di vivere. Il che avvertono certamente quanti non si fermano alla corteccia dei processi • • • • • • I\ • stor1c1o non s1attaccano a1pr1nc1p1come a pezzi di panno da sventolare continuamente dinnanzi agli allocchi. Insomma, autoritarismo e libera-- lismo sono due posizioni rigide, antitetiche, da cui bisogna risolutamente uscire e da cui per fortuna dell' Italia è uscito il Fascismo che colla sua potenza creativa le ha conciliate in una sintesi, che rappresenta davvero la nostra personalità. *** siero di taluni fascisti la contrapposizione del Cattolicismo al Protestantesimo, ma anche quella della latinità al germanesimo. • • • • • • Questi contrasti rec1s1tra concezione e concezione, tra popolo e popolo, non hanno, in fondo, che un significato molto transitorio, e non ne- • • • ghiamo che essi possano giovare come mezzi per ridestare nel popolo il senso politico che si oscura talvolta per il concorrere di situazioni determinate, ma che essi rispondano allo sviluppo storico non possiamo assolutamente ammettere. Dire difatti che la Riforma sia il risultato più genuino della mentalità germanica è un grosso sbaglio storico: essa, invece, nel sua nucleo sostanziale è il prodotto del nostro Umanesimo e del nostro Rinascimento. Siamo noi italiani i gestatori dei più grandi movimenti religiosi, filosofici e politici dell' epoca moderna. Dal secolo XV in poi la civiltà europea non fa che s·viluppare tutti i germi che l' Italia, con meràvigliosa originalità che ha del prodigio, aveva posti. Che questi germi si siano diversamente sviluppati o atteggiati nei vari popoli, monta ben poco dal punto di vista che qui vogliamo mostrare. Lo stesso romanticismo filosofico mal si comprenderebbe se non si cercasse di inquadrare nel Rinascimentp nostro. G. Battista Vico, per esempio, che è tutto pieno del1' Umanesimo e del Rinascimento, preannuncia non solo Kant, ma i più grandi romantici tedeschi Fichte, Schelling ed Hegel. Laddove la Controriforma pure accettando alcuni elementi umanistici, non è se non la tipizzazione del medioevalismo, che rappresenta bensì l'universalismo del cattolicismo, ma non rappresenta la coscienza dell' italianità, che è quanto dire dell' essere nostro come nazione. Questa coscienza della italianità è assolutamente assente dal movimento della Controriforma ed è invece viva e gagliarda nel per.iodo dell'Umanesimo e del Rinascimento, che storici orecchianti ci avévano abituati a considerare come restaurazione dell' arte e della scienza dell' antichità. Il sentimento profondo della personalità umana, che emergeva dagli interessi e dalle passioni dei nostri padri dell'Umanesimo e del Rinascimento, coincideva col sorgere del principio .. della nazionalità, anzi dello Stato~moderno. La La contrapposizione della Controriforma corruzione dei costumi che si rivelava nel lusso alla Riforma noi:i vuol essere soltanto nel pen- sfrenato, nell' ansia febbrile di godere tutta la Bibliot ca Gino ■ 1anco ..

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