,.. .... • .. , • I • , ' I .,, , t I I Storia , PROF. ALBANO SORBELLI ..... . .,. . I r. • ,, , • . .. , ' . . ... \ I • I I. f I I • • t ... LE SIGNORIE l " SERA DEL 20 MARZO 1925 - • I I ' I LÉ SiGNORIEcomprendono il periodo che va spezzare il feudalesim~ e stringere i feudatari. dal secolo XIII 'alla fine del secolo XV. o i rappresentanti dell'idea feudale a venire E' uno dei periodi più importanti, non solo nella città e quindi a diventare sotto un certo • , perchè in questa fine del Medioevo tutto è lato uguali almeno ai maggiori della città importante, ma perchè. è uno dei periodi più stessa, la Signoria fa il cammino inverso ; e drammatici, dei più vivi -e dei più agitati, per mentre nel Comune solo i maggiori erano uun certo senso, che esistano. guaii (io dissi un'altra volta che sopra 9.0000 1 . Innanzi tutto è necessario intenderci sul cittadini di F.irenze, solo 5 o 6 mila erano nome ''Signoria,, e sul suo significato : si ere- cittadini liberi), la Signoria svolie precisa-. de che passare dal Comune al_laSignoria sia mente un concetto contrario, in luogo di quecome passare dalla libertà alla tirannia ; non sti pochi cittadini liberi si fanno poco meno è vero, o per. lo meno non è esatto, percltè di 90000- tutti uguali. . , la Signoria è l'erede diretta del Comune. In . Al popolo non preme tanto che uno sia ·quanto è l'erede, in qaanto si svolge dal Co- libero, quanto che tutti siano uguali : questo .. · muné, diventa (in un certo modo almeno do- criterio affermò la Signoria. vrebbe diventare) una perfezione del Comune, Il Comune è solo la .libertà per alcuni'; 1 ed è appunto in tal senso che io l'intendo, la Signoria è, dapprincipio, una libertà per 11Comune· era il risultato di una· grande tutti, e in seguito un'eguaglianza per tutti. b~ttaglia, una grande costruzrone che aveva Il signore tratta da principio come se ci rievocato la latinità, e richiamata dai tempi fosse ancora il Comune; con questa differenlontani la civiltà e la perfezione di Ròma. · za : che egli considera tutti eguali sotto di ~è, . Certo vi sono delle asprezze che a noi, al di fuori di coloro che stanno nella magitardi osservatori, possono parere una limita- stratura, o nel consiglio grande, o nel consizione di quella libertà che siamo soliti dare glio piccolo, o nel suo consiglio speciale ; e al Comune; ma quando poi ci si pensa pro- conserva spess_ole magistrature, ad· es. i confondamente, veniamo ad una conclusione mol- soli, che si chiamavano riformatori, e aumento diversa, perchè7 mentre il Comune doveva tavano d~ nuniero per diminuire d'importanza. ) tbliotec Gi o. · • I ' , I ' . ..... I .. .... • I , • I ' I I
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