\ J 42 appartiene tanto al protagonista, come il proprio dramma. Se su questo la confes- · sione dolorosa e completa è difficile, su l' altro è meno. Lo scrittore può indugiar - visi di piu. Qui egli non parla piu in persona prima, anche se spesso la sua narrazione è interrotta da lunghi vocativi che fanno suo pure quel dramma. di cui egli fu testimonio e di cui ora è attore. Cosf egli riesce a oggettivare il proprio dramma nel passato, nei vecchi: care ombre che tremolano ad oscurare il presente, a dare al tormento dei giovani, l' implacabilità d' una maledizione ; la fatalità d' una predestinazione sortita dalla nascita, col sangue. L' efficacia del romanzo è in questo senso d' annichilimento del protagonista sotto la fatalità del proprio male, che è nel cuore datogli dal padre, nella sua stessa carne. E nella coscienza di dover subire .,,. VITA NOVA questa. legge fino a che. il cuo.re palpit_,i: certezza che viene a lui dal ricordo piu caro, quello del padre e della madre. V'è un'atmosfera d'incubo, un senso diffuso d' amarezza e di sconforto come chi si confessa per essere assolto e nel recitare il mea culpa tanto sa che ricadrà nel peccato che non promette nemmeno d'emendarsi: un senso di pena e d' angoscia per non poter godere la gioia d' amare fidentemente. Tutto questo, descrivendo pianamente la vita comune, quotidiana: con uno stile semplice, di cui tutta la ricchezza è nella sostantivazione, nell' immagine, nel senso lirico che lo scrittore sa dare alle cose comuni, ed a questo sentimento comune ~ smisurato che è l' amore, anch' esso, quotidiano per la propria moglie. Stile che nasconde nella sua tersa scarnezza il lavorio della lima ed è meravigliosamente intonato al racconto. ' Per questa descrizione « d' interno >> era necessario un parco giuoco di luci e un u;;- discreto di colori, onde non forzare il tono generale che la penombra, il crepuscolo· una luce vespertina che lascia ben chiari gli oggetti e li mette in vista quel tanto necessario alla comprensione; ma con tutto I' indistinto, la sfumatura della poesia e del sogno per cui ogni ammalato della stessa malattia può identificarsi con i personaggi. Questa difficile intonazion~ ci sembra raggiunta perfettamente. E s1 vuol dire cosi (poichè lo stile è l' uomo e la cosa) che è anche conseguito lo scopo del romanzo: far rivivere due care ombre accanto a due esseri viventi mostrando in due uomini e in due donne l' unità e la continuità d'uno stesso tormento e d'una . passione. MARIO PENSUTJ QUESTIONI DEL GIORNO. Una premessa. · Le note, che si iniziano da questa pun ... tata, scendono da la penna di tale che ha I' onore di essere un ignorante. Tanto per avvertire tutti i saccenti che si piccassero di fare simile scoperta. Oggi che i ·miei fraternissimi connazionali la sanno così lunga che non si trova quasi più un italiano che non posi a intellettuale e non abbia la sua fatidica ricetta per la salvezza delle istituzioni, non atteggiarsi almeno a filosofo è tale atto di civico coraggio da meritarmi non so quale mastodontica onorificenza. Di queste mi intratterrò altra volta. Per ora, ho voluto gettare là una allegra boutade. La quale mi ricorda la boutade ormai famosa del Presidente, a proposito della lettura di Benedetto Croce. Non è mica vero che egli non l'avesse letto. Sapeva che sarebbe nato un putiferio; e l' ha detto per fare un ' opera d' arte. In realtà, quest' uomo, che ha dal fascino della _sua passione i! ~iritto di parlare di ma~gioranz~, sa b_eniss!mo.che il suo profondo vero e patr1mon10 d1 minoranza E infatti, egl~sme~tisce ~n s~ la folla qua~d~ afferl'D:ad1 strainfisc~1ars1 della opinione pubblica. Ora, non s1 vorrà credere che la folla ·1e~g~i filosofi e si preoccupi delle loro ponzatissime trascendenze. P€rchè dun51ue,il _Pr~idente se l' è presa prop;io con 11 suo s1m1lepensante e, rifiutando di conoscerlo, ha voluto in certo qual modo disdirne la parentela? Per~hè egl~ ~ ,nell' az~one; e gli altri sono nella 1mmo~1htà settana. Al comodo pilastrone ~rt~s1ano, al cogito,ergosum, egli ne ha sost1t1:11toun altro, più snello e più saldo: agisco,dunquesono. La filosofia non • Biblioteca Gino· Bi neo deve ridursi a un esercizio di tradurre il mistero in parole più difficili ancora. Come la medicina non sta nel tradurre in greco un male,. che il paziente viene a conf es... sarti nella sua lingua. Se tu mi accusi un dolore all' orecchio, io ti spiegherò che hai una otite. Ma te la curo, anche. Questa gente ti traduce ogni giorno in ostrogoto il male d' Italia; e non trova un cerotto da applicarti su un patereccio. Viceversa, poi, ti stiracchia una teoria ad ogni uso personale, come un budello di caucciù. Per questo dico che il Presidente ha fatto un' opera d' arte. La responsabilità delli intellettuali è gravissima in quest'ora. E buona arma a fustigarli è il ridicolo. Certe bestie vanno prese alle corna della loro ostinazione dialettica. Bestie sui generis, ben inteso. Le vere bestie sono molto più simpatiche. L'asino calcia, eh' è un castigo di Dio: ma non pretende che il suo è un ragionamento a posteriori. Inflazione, tasse ed altri trastulli. E comincio dall' argomento più delicato, da quella faccenda dei cambii e della svalutazione della lira che è il prototipo ideale di tutte le cose che non si capiscono. E di cui, perciò, tutti parlano. Mi son sempre divertito a tastare il polso ai miei amici intinti di sapienza economica. Me ne hanno dette tante, che ogni volta ci capivo sempre meno. E meno male che io lo confesso. Ma ho 1' impressione che i primi a vederci poco chiaro siano proprio loro. Noi poeti ci limitiamo a guardare con terrore nell' orizzonte nubiloso deJla finanza e a creare per la nostra ispirazione il fantasma di. un grande Orco, dal pesante e orripilante nome ebraico e tedesco; e su quel mistero impenetrabile fondiamo il poema della nostra cosmogonia. Vediamo intorno a lui la ridda delle fatalità e delli egoismi. L' imponderabile, il minuscolo contingente, che sono spesso la friabile base su cui si accapigliano le tendenze, si arruffano le teorie, si trastul .. lano le ipotesi, ci appaiono materia trascurabile. Che il paese più ricco d' oro sia anche il più ricco di disoccupazione; che lo spremere carta moneta possa essere un bene o un male, a seconda delle paturnie di un qualunque Einaudi a getto continuo; che la tassa sul grano faccia o non faccia crescere i chicchi del frumento grossi così, sono tutte faccende che non ci commovono e non ci riguardano. Noi sappiamo che la fraternità umana è una fandonia tanto burlona e che il contadino seminerà sempre barbabietole, finchè sarà persuaso che que ... ste gli dànno .... pane e companatico. Crediamo alla ricchezza del lavoro e alla forza della disciplina, intesa come silenzio sano e operoso. Non giochiamo in borsa, perchè tra i giochi il più pulito e simpatico ci sembra ancora il regio lotto. E di tutte le discussioni intorno alla inflazione e alle tasse ci interessiamo quel ·tanto che basta a tenerci di buon umore. E ce ne stiamo tranquilli. Se un giorno il pane calerà di prezzo, e' è sempre qualcuno che si incaricherà di spiegarcene il perchè. La colpa è di Voltaire. . l~tanto, u~~ ragione delle nostre disgrazie l hanno g1atrovata. E deve essere molto divertente, se non smettono mai di contarcela. La colpa è del fascismo. Che sarebbe ...
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==