Vita Nova - anno I - n. 7 - luglio 1925

RECENS.IO·NI ... FAUSTO M. MARTINI - Il cuoreche m'hai dato, Milano, Mondadori, 1925. Vi sono due forme di gelosia: la bianca, si potrebbe dire, e la nera. La"'prima è una leggera sfumatura tra il dubbio e il timore: dubbio perchè l' essere amato è fatto di carne e quindi fallibile', timore ; poichè di ogni bene che si possegga felicemente si finisce col sentire l' apprensione di perderlo. Questa gelosia è un po', quel che, per la salute sono i riguardi, e per la proprietà, la siepe e il muro. L'altra, la nera, si nutre invece di sospetti. Ogni gesto, ogni parola della persona amata può suscitare, un dubbio grave; anzi la certezza del tradimento. In qualunque discorso, anche il più innocente e indifferente, si trova la prova dell' infedeltà. Persino il silenzio diventa un segno. Guardare assorti lontano, col pensiero fisso nel nulla, può costituire l' indizio certo che quella ment.e è assente dalla propria casa, dalla persona cara, e che cova chissà quali progetti di tradimento. È questa la gelosia che ha trovato la sua più alta forma drammatica in Otello. Desdemona, la purissima, ne è la vittima. Ma la sua sofferenza è in fondo breve e lieve anche se· per essa la sua vita ha fine, in confronto di quella d'Otello. L' atto risolutivo viene dal tormento ; ma per esso il tormento non cessa, anzi cambiando specie diventa rimorso, si fa più atroce, e implacabile. Perchè nessuna deformazione del sentimento, provocata dalla patologia delle passioni, presenta la particolarità dolorosamente ironica della gelosia: a provenire dall' amore. Essere la compagna indivisibile dell' amore, l' om... bra, l' altra faccia, il volto di furia che si mostra di tanto in tanto dietro la maschera dolce e serena. Il vago timore di perdere (fisiologia del ... I' ~more) della gelosia bianca è diventato in questa forma di gelosia certezza d' aver perduto. Tutto ciò che è deprecabile, per la mente ammalata, è avvenuto. Il bisogno, la necessità d' essere soli ed unici nel pos ... sesso conduce a credere che l' essere amato non sia più nostro, soltanto nostro. Si desi ... dera ardentemente l'esclusività e per questo stesso desiderio ci si trova infaticabilmente lontani da essa. La siepe, il muro non sono più ripari efficaci. E allora si fabbrica una prigione e si mette nella sua stanza più remota l'essere amato. Si chiude la stanza con una porta ferrata, la si veglia giorno e notte; eppure anche cotesta guardia non appaga perchè una domanda s' insinua nel ... I anima come uno stilo « A chi penserà la . . . png1on1era ». In fondo anche la gelosia rientra nel grande quadro dell' incomprensione fra esseri umani e specialmente fra I' uomo e la donna. Se si potesse vedere dentro r altrui anima come in uno specchio non esisterebbe il dubbio (ma nemmeno l' illusione). Questo disperato temere forse non è che una manifestazione dolorosa dell' impossibilità d' essere in tutto dentro l' anima dell' essere amato, di illuminarla, d' esplorarla, di vederla come il suo esteriore. La via alla conoscenza di quest' anima è l' in~ dizio; ma esso ha i diverticoli del sospetto e del dubbio. Per arrivare alla verità d' una coscienza ci si trova ingolfati nei vicoli ciechi dell' errore; nel labirinto delle sup ... posizioni, in cui è scritta mille volte la parola « tormento ». . Questo tormento ha avuto interpreti classici. Da che s' è studiato l' amore, l' artista s' è trovato di fronte alla·sua folle sorella la Gelosia. Da Shakeaspeare a Crommelynk, in tutti i tempi, e in tutte le epoche 1' arte ha rappresentato questa passione nelle sue manifestazioni più dolorose e nei suoi effetti. Ma il dramma del ... l' anima finiva in un gesto risolutivo; potentemente drammatico che riguardava i corpi. Spesso la catastrofe concludeva la tragedia già esistente in virtù. Uno scrittore moderno che s' è già distinto nella letteratura narrativa moderna per certe sue sottili indagini psicologiche, Fausto Maria Martini, ha ripreso ora questo tema nel suo più recente romanzo: Il cuore che m' hai- dato. Lo ha ripreso con spirito veramente attuale, coli' inten ... dimento comune a diversi scrittori della modernità, nei quali il dramma non è più nell' azione, ma nell' indagine sottile dei cuori, nei gesti, negli atteggiamenti comuni della vita quotidiana che acquistano uno speciale rilievo per la luce da cui sono illuminati, per l' alone lirico di cui sono circondati. La gelosia di Fausto Maria Martin i è la gelosia « quotidiana » ( usiamo una frase fortunata) il lento stillicidio di sospetto, di timori, la çertezza dell'inganno c~e un' ora sorge, un' altra sparisce, per nsorgere ancora. Il protagonista del -romanzo non ha il più piccolo dubbio quando la sua mente è serena, sulla moglie Elena. Pure a tratti questo sorge a intossicargli I' amore per la sua donna che egli non esita a giudicare una santa. Da dove viene questo suo dubbio ? L' originalità del romanzo è in questa sorgente lontana, misteriosa, eppur cosf chiara: il padre. La madre di Paolo era come la moglie Elena una santa. Eppure un niente bastava a togliere da questa sua convinzione il babbo Michele. Geloso tipico, egli era continuamente iri pressione per accogliere nel suo animo qualunque occasione servisse a ripetere, per l' enne ... sima volta, le solite scene alla consorte, docile, rassegnata, pronta a perdonare, che Bibliot ca Gino Bian o soffre non soltanto per lei ma per l' inu ... tile sofferenza del marito. Oggi è un compagno del figlio invitato a cena che dà ombra, con la sua galanteria, domani una qualunque parola d' un collega che si presti a un doppio senso. E quando egli stesso intuisce che la sofferenza della moglie è arrivata al colmo, che in lei l' umiliazione è più forte d' ogni sopportazione, egli chiede pietà: pietà nel nome stesso del suo dolore, del suo torm~nto che è amore. Più d' una volta la moglie tenta di sottrarsi a questa sofferenza allontanandosi dal1' uomo clie gliela procura. Ma c' è un figlio; e, impedimento più forte ancora, c' è il suo cuore pietoso, che la tien ferma alla casa del suo tormento. Questo finisce nel solo modo in cui può finire. Finisce quando il cuore malato cessa di battere per una fulminea apoplessia. La madre non godrà di quella pace ottenuta a prezzo - d' un lutto. E del resto ella non tarda ad abbandonare la sua vita deserta, trasmet ... tendo però il suo triste destino a un' altra donna. Una donna che lei forse non conosce nemmeno, che cresce; ma lontana dal ... l' uomo a cui dovrà un giorno indissolu ... bilmente legarsi; che vive in boccio ignara del suo nome di domani; la donna che le somiglia, poichè (e come il Martini ha in questo ragione) « la donna che ci prende per la vita, la donna che ci innamora di sè al punto di spegnere ogni altro desiderio, ha sempre qualche cosa di colei che ci generò ». Elena, la moglie di suo figlio. A costei, ella ha lasciato in eredità il suo destino. tormentoso, perchè suo marito ha dato al figlio il suo stesso cuore. Elena ha la stessa anima di Teresa: è docile, buona, fedele; come la madre soffre d' una doppia sofferenza: quella che viene dal suo tormento e l'altra di non potere offerire al marito la sua anima nuda, perchè egl~ vegga che non v' è un pensiero che non sia per lui; di non potere spianare, con una certezza innegabile, le rughe che solcano tormentosamente la sua fronte. Elena ne Il cuore che m' hai dato · ha apparizioni fugaci. Vi si muove con la sua bellezza, il fruscio delle sue vesti eleganti ; la sua dedizione rassegnata. Per quanto si voglia fare il testamento della propria ani(Ila, la confessione più profonda e completa, v' è un pudore del ... . l' intimità che non si può facilmente var ... care. Per questo ella non appar molto nelle pagine di questa « confessione ». Eppoi, pur cosf viva, ella è anche un riflesso. Gli episodi della sua sofferenza debbono essere gli stessi della soffetenza di Teresa, se il cuore da cui provengono è in fondo lo stesso. Il dramma tra i vecchi coniugi non ,. •

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