letto, la si distende sulla carta in un dato numero di ore scelte, tra le più propizie, della giornata, o della notte magari, nel silenzio tranquillo del proprio studio, con le idee dense e bene ordinate nella tes_ta,con ordinato indosso il proprio vestito, dalle scarpe alla cravatta. . Manca la spontaneità alla prosa di Marino Moretti, e per via di similitudine, la si potrebbe definire, un torrente d' acqua che par torbida, solo perchè riflette il bigio di un cielo autunnale. Per questo lo scrittore è fatto più pel romanzo che per la novella : ha qualità eminenti per narrare adagio, con precisione ed abbondanza di malinconia, un fatto di vasta misura; ne ha pochissime, per racchiudere Ìi1 poche pagine vivide e precise, l ! aneddoto, o il fatterello di cronaca, o il cosf detto caso psicologico già definito intero nella sua stessa enunciazione, in ·un titolo, per ·esempio, o in una frase del testo. Pure, non ostante questa sua lentezza creatrice, esso si espande in analisi talvolta mirabili per intensità di contenuto umano, e per .chiarezza di visione estatièa, sf che alcune sue pagine son vive di vita imperitura. Marino Moretti, novelliere, non è inferi ore al romanziere, anzi, nello sforzo di esser più semplice, più stringato, ed aggiungerei anche più impersonale, meglio rivela la passione che alimenta il suo mondo ideale; un mondo tutto interiore, nel quale la vita non si riflette come in uno specchio, ·ma si connatura allo spirito di lui: e, si tramuta in materia d' arte, fiorendo al calore di quello spirito accorato e traboccante di commozione. Ecco perchè, le pagine che popolano queste novelle, sono consanguinee a quelle che Moretti ha messe nei romanzi. Hanno la stessa aria di famiglia. Piccola gente di un piccolo mondo che porta dentro di sè, il proprio dolore, o la gioia che non sa mai ridere a gola piena, n:iodesta, rassegnata, pazìente ai colpi del destino, che vive ai margini del mondo tumultuoso dei forti, e se ha da piangere piange in silenzio, se è felice, non .osa cantare per timore di disturba re il vicino. Pochissimi, tra gli scrittori moderni, sono dentro alla loro opera, come Moretti è tutto intero nella sua. Non una parola, non un silenzio, non un palpito dei personaggi è estraneo ali !an·imo del narratore, si che, anche in queste novelle, ·i segni della original_ità morettiana sono impressi nel profondo della materia, e si ravvisano Biblioteca Gino Bianc facilmente nei segni rivelatori della forma. Ecco adunque un buon libro, anèhe bello, se la bellezza consiste, come pel Pascoli, nel ravvivare di sentimento le piccole cose umane·. *** E saltiamo a piè pari dal romanzo al teatro, lasciando che Alfredo Testoni, ilare come sempre, ed arguto, ci conduca, a ritroso, per mano, a traverso i suoi ricordi di teatro. C'è di che divertirsi. In questo libro, edito dallo Zanichelli, la storia e l' aneddoto, l' autobiografia, diciamo cosf, teatrale, dell'autore del Cardinale Lambertini, si sommano insieme, in fila numerica di pagine, scritte sempre con una spigliatezza, ed una facilità, forse eccessiva, ma piacevole, fastosa, divertente, al punto che, finito il libro vien voglia di riprendere da capo, rileggendo, magari a caso, qualcuna delle narrazioni meglio. drogate . ' e p1u saporose. Il libro di Testoni è tutto una fioritura di piacevolissime vicenduole di retroscena; una miniera inesauribile di ricordi che si riferiscono, ahimè, a tempi assai migliori di questi che l teatro vive al di d' oggi, tra un pubblico insofferente del vecchio, gli · attori disorientati fra il vecchio e il nuovo, e gli autori ... Torniamo brevemente al Testoni che non vuole affatto ostentare la sua bella fama di scrittore cui fu guida sempre il buon senso, e cui piacque di far l' arte garbatamente, ricordandosi un poco che in platea c' è gente che ascolta. Quando ce n' è, naturalmente. I libri della specie di questi ricordi test'bniani non sono scarsi nella letteratura drammatica contemporanea, ma libri che, come questo si leggono da cima a fondo, senza sentire il « peso » dell'abbondanza delle cose che narrano, ce ne son pochi, e di questi pochi, ne conosco almeno due o tre, che sanno di rettorica lontano un miglio, e svelano fra le righe della prosa accurata, si, ma nòn di prim'ordine, una non so che vanità, viziata dagli echi lontani di applausi e di iperboli elogiastiche. Testoni è un uomo serio, e quando scrive vuol servire la verità, e si mette in un canto, quasi volesse farsi perdonare di narrarci le cose sue, e d'essere quello che è dopo trent' anni di atisidua, onesta, intelligente fatica. La moda ora ha voltate le spalle al teatro dell' altro ieri. A ragione o a tortot non so, si dice molto male di - 37 . quel teatro, che ebbe merito, almeno, · d' essere sincero, nelle forme e nella sostanza. Ma può darsi che non tutto · il vecchio abbia torto, e tra le molte sorprese ci può essere anche quella di vedere il teatro di domani, ritor~ nare a... Carlo Goldoni. Chi sa! Testoni, mi pare. è di questo parere, e lo dice in alcuni periodi che fan da finale estetico al suo libro anedottico ; lo dice, quasi sottovoce, ma con prof onda convinzione. E io ripeto: « il buon senso che un df fu capo scuola .... » con quel che segue, bene augurando. SEBASTIANO SANI EC-ONOMIA POLITICA Stato fascista e Finanza autonoma. In questi· giorni a Bolog.na è stata presa una iniziativa d' ordine finanziario che merita la massima attenzione perchè contiene un fulcro cen..- trale ottimo, il quale, sviluppatosi sopra principi sani, elementari ed ortodossi e trovandosi ad agire sopra condizioni economiche favorevoli ad un suo esperimento ha larga possibilità di affermarsi e di irradiarsi nazionalmente. L' idea centrale di questa iniziativa è la seguente: dato che lo Stato oberato dalla pesante eredità delle passività post-belliche e dagli oneri derivanti dalle pessime amministrazioni dei passati governi,· non può, da solo e contrariato da una opposizione altrettanto subdola, quanto irriconoscente di quegli ambienti che detengon·o il monopolio della finanza pri-. vata e che maggiormente beneficarono dalla Rivoluzione Fascista, sopperire ali' immane compito di provvedere con. i propri esclusivi mezzi, al risorgimento economico Nazionale: e che di conseguenza gli Enti Pubblici ed i loro problemi generali ed amministrativi vengono scarsamente o insufficientemente sostenuti, occorre che gli istituti di credito cittadini, prevalentemente quelli a carattere immobiliare, di risparmio o popolari o cooperativi, i quali traggono dall'economia ambientale il maggior beneficio e sopra di essa devono riversare il proprio interessamento; occorre che simili istituti si consorzino, città per . ' . . . . . c1tta, prov1nc1aper prov1nc1ae regione per regione, interfederandosi, e dando • l •
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