VITA NOVA I 1 vrare e di ottenere la « decisione )) del combattimento. Dotate di grande resistenza ed efficacissime nella tattica frontale, potevano solo respingere lentamente l' avversario, ma non mandarlo in rotta nè avvilupparlo: al contrario si prestavano anche troppo ad essere avviluppate. Se i corpi leggeri nemici riuscivano ad avvolgere la falange, attaccandola sui fianchi o da tergo, il disastro era · completo. La falange infatti • non poteva eseguire conver- • • • • • s1on1,e neppure r1t1rars1ordinatamente; rotti gli ordini, ai soldati non restava che fuggire. Così pure, la falange non poteva scindersi durante il combattimento: ogni sua parte . seguiva le sorti del tutto : il tentativo · dì dividersi in due o più parti permetteva al nemico di penetrare negli intervalli 1' rendendo la sconfitta sicura. Così accadde presso Pidna ai Macedoni ; così presso Canne alle legioni falangitiche dei Romani (vecchio tipo); così, per portare un esempio moderno, a Melegnano ai battaglioni svizzeri composti pure falan- . . ' . . g1t1camente ; cosi a1 . . dell' avversario e lo teneva impegnato, mentre la cavalleria e le altre armi veramente atte ali' urto lo assaljvano sui fianchi e allé .spalla. Stabiliti questi principi, si vede come le falange isolata non potesse costituire uno strumento di decisione; e lo stesso può dirsi della · Legione di vecchio tipo, la quale infatti, se fu sufficiente ai .Romani per vincere gli altri popoli italici, rivelò la sua debolezza organica di fronte a ordinamenti più complessi e completi, come quelli degli eserciti di Pirro e d'Annibale. · La Legione falangitica, composta di manipoli omogenei, di. truppa pesantemente ar- -- - -... .............. mata e munita di picche, richiedeva d' esser integrata con altri mezzi per mettersi al livello di una tattica più evoluta. Evolvendosi a sua volta, nella glorios·a fase che va da Scipione Afri- · cano a Caio Mario, la Legione fìnì col pre- · sentare una struttura profondamente diversa, · mentre la stessa sua funzione nel complesso della battaglia si modi- · fìcava. Avvenne della Legione romana quel tercios spagnoli a Rocroy. Come si vede, a migliaia d'anni di distanza, gli eventi bellici tendono a riprodursi in CAVALIERE LEGIONARlO ·che era accaduto della falange greca, tanto di..:. versa ai tf~mpi d' Alessandro, da ·quella dei tempi di l\1ilziade o di Epaminonda. La visione che si ha generalmente forme simili ripresentando problemi analoghi. Come è noto, le battaglie moderne si com-· battono col fuoco e con l'urto.· Nelle battaglie - antiche si trova l' equivalente del fuoco nell' uso delle armi da getto, altrettanto efficaci nella pratica, fatte le debite proporzioni del numero e delle distanze. Ma l' urto come si otteneva? Non certo con l' impiego della falange, la quale aveva un compito soltanto difensivo e passivo. L'urto era ottenuto con la cavalleria o con artifici d' altro genere, come l' uso degli elefanti da guerra e dei carri armati. La fanteria pesante, ordinata i~ falange, sosteneva dunque l'assalto BibJioteca Gino Bianco , delle splendide vittorie di Alessandro,· nelle quali s' immagina la falange irta di picche avanzante con forza irresistibile, calpestando · le schiere persiane, è del tutto fantastica. Il gran re Illacedone vinse tutte le sue battaglie con I' impiego sapiente della cavalleria, che molte volte condusse personalmente ali' assalto, mentre le falangi quasi immobili tenevano impegnato il nemico e resistevano agli attacchi della, cavalleria e delle truppe leggere avversarie. Così Scipione potè vincere, rovesciando le sorti tremende della seconda guerra punica, quando, trasportato l' esercito in Africa, ottenne • fl
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