Vita Nova - anno I - n. 7 - luglio 1925

• r VITA NOVA • rinunziare ai criteri primitivi e ··originali, sta · la forza del _« metodo » militare romano, egual- . mente lontano dalla routine come dall' improvvisazione frettolosa e anarchica. Il capolavoro generato da quel metodo, nel campo organico non meno che nel campo tattico, è la Legione. Studiando la storia delle Legioni un po' meglio di quanto si faccia di _solito nelle scuole, si comprendono molte cose che per lungo tempo erano apparse oscure o inesplicabili. Per sviscerare I' argomento con qualche utilità bisogna sopra tutto correggere alcuni pregiudizi molto diffusi. Da un esame superficiale della storia militare dell' umanità si è indotti a credere che questa debba essere nettamente divisa in due periodi : quello anteriore ali' invenzione della polvere da sparo e quello successivo; e vien fatto di pensare che per ciascuno di quèi periodi l' arte militare dovesse risolvere problemi completamente diversi. E questo è un grave errore. In realtà l' ado-· zione delle artni da fuoco ~a dato alla guerra aspetti in parte nuovi; ma il problema fondamentale e direi quasi ideale della tattica antica e di quella moderna è rimasto identico, anche se le « dimensioni >) dei termini sui quali esso ' . . . s imposta sono enormemente cresciute nei tempi recentissimi.· Questo_ pro~lema consiste essenzialmente nel proporzionare i contingenti delle varie armi e nel precisarne il compito « agli effetti della manovra ». La distinzione fra corpi pesanti e corpi leggeri, fra cavalleria e fanteria, e infine fra le soldatesche atte a combattere da vicino e quelle adatte al combattimento a distanza·, è vecchia quanto l' arte militare; ed è un vero equivoco il nostro, di concepire le battaglie dell' antichità come urto brutale di masse omogenee destinato a risolversi in una serie di duelli a corpo a corpo. Invece l'uso delle armi da getto fu, fino -dalla più remota antichità, comunissimo, e spesso apparv.e decisivo. Noi ne sappiamo poco e vi soffermiamo appena il pensiero perchè le fonti classiche, alle quali finora dovevamo quasi esclusivamente riferirci, tendono a mettere in evidenza l'azione delle fanterie pesanti, forma te çlalle « milizie cittadine », lasciando nell'ombra tutto il resto; ma una visione più larga degli avvenimenti, lo studio comparato delle fonti, la scoperta di prezioso materiale archeologico, Biblioteca Gino ■ 1anco ci permettono ormai d_icorre~ger~ q1;1est~ par: zialità certo involontaria, degli ant1ch1 scr1ttor1. GÌi eserciti antichi, e specialmente quelli • • • orientali, erano adunque eterogenei e m1st1, e dobbiamo ammettere che i condottieri delle • • • • graridi campagne assire, p~rs1ane, eg1z1~n~, cartaginesi possedessero un eccellente d1sc1plina mentale e un' arte consumata per dirigere quelle spedizioni così complesse, alle quali partecipava110 fanterie di vario genere, cavalleria, carri falcati, elefanti, arceri, frombolieri, macchin·e leggere (artiglierie da campagna) e macchine pesanti (artiglierie d'· assedio). E certo che le armi da getto assumevano enorme importanza in quelle battaglie e che i movimenti dei vari corpi . nelle varie fasi dell' azione richiedevano nei capi qualità raffinate di tattici. Gli eserciti greci del periodo classico e quelli italici dei primi secoli erano ordinati con maggior semplicità; e ciò per d·ue ragioni: che la Grecia e l' Italia fornivano s·carsamente cavalli, e che gli ordinamenti civili dei due paesi (base eterna degli ordinamenti militari) non permettevano I' esistenza di eserciti professionali; bensì soltanto di milizie cittadine. Ora è chiaro che se queste possono costituire una salda fanteria, non si prestano a forni re quei corpi che sono destinati a maneggiare armi richiedenti uno speciale e lunghissimo addestramento, come l'arco o la fionda, o a montare focosi destrieri. La fante ria pesante fu dunque il nucleo degli · eserciti nazionali - come possiamo giustamente chiamarli - greci e italici primitivi. · Soldati improvvisati, animati da fortissimo amor patrio, ma privi di una vera istruzione tecnica, essi cercavano nella saldezza organica un compenso alla mancanza delle altre qualità: perciò si coprivano di robustissime armature e, . _muniti di lunghe picche, schierati su otto, dodici e perfino quattordici fìle di profondità opponevano la forza ·e la compattezza della massa alle evoluzioni più sapienti, ma non sempre più efficaci, del nemico. T aie formazione falangitica fece b~ona prova in taluni piccoli scontri come quello di Mara- • • tona, storicamente interessanti, ma militarmente insignificanti. In realtà la falange gr~ca ed anche quella romana (la Legione primitiva) da se stesse non potevano vincere nessuna gra~de ba_ttaglia. Esse era110 incapaci di mano- ..

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