Vita Nova - anno I - n. 7 - luglio 1925

4 VITA NOVA . . avere chiaro in mente questo concetto: che compiamo scrivendo e parlando·a tutti, che nel mondo non c' è proprio da ridere. . anche in una rivista. · Il che non signific; (per l' amor del cielo!) La fede, badiamo, è, da un lato,. fede che non sia più poito se non per una stu-- politica, in quanto vivere, come ognun pida musoneria. L'uomo che non sapesse vede, è vivere politicamente. E chi vuole più ridere non sarebbe più uomo. 1 'Vuol starsene a sè e lavarsi le mani come Pilato, dire semplicemente - e non ci dovrebbe ha pure a suo modo il suo atteggiamento essere bisogno di dirlo - che non· si deve .politico, e commette, se non -altro, i suoi insistere in questa parte negativa e sÌavo peccati di omissione : assume anche lui la per dire lassativa della vita spirituale, la sua responsabilità, poichè partecipa anche quale deve riprendersi rapidamente e rac-- lui, sia pure col non far nulla, alla stori~. cogliersi per tornare al suo lavoro e alla Ma la fede è poi, sopra tutto, filosofica. E sua costruzione. ben noto che anche la polemica contro la I fascist; perciò non hanno da invi-- filosofia (anche quella del Presidente del diare agli altri codesta arte che è arte infe,. Consiglio nell' ultimo suo discorso, il cui riore e propria della società in isfacelo e significato per altro è sfuggito solo a chi degli uomini smidollati che, posti in faccia era contento di lasciarselo sfuggire) è conalla vita, non sentono che lì res sua agitur; tro una certa filosofia: e perciò è essa stessa e agli occhi di chi vi sta dentro e ne prova una forma di filosofia. Dunque, intendiail tormento, danno immagine di ebeti o moci bene. Al Fascismo tocca oggi di conebbri, che ridano osceni delle proprie durre la sua polemica, e perciò rendersi disavventure domestiche. conto della propria filosofia. La sua po)eE per tornare all'argomento, il dovere mica _ècontro la filosofia intellettualistica, dei fascisti è quello di ricondurre tutto ai teoretica, teologizzante che vuol lasciare ·la ~roblemi centrali, e dal punto di vista terra degli uomini e dei loro dolori per pratico e dal punto di vista speculativo, rifugiarsi nel cielo dei contemplativi e dei poichè questi due punti in fondo s' im-- beati : vuole staccare il pensiero dalla vita medesimano. Non già di mescolare arte o e farne una sorta di ·critica estrinseca, vo-- scienza con politica e filosofia, come inter-- latile al di sopra del mondo, a cui non c'è preterebbe taluno che non vuole inten- uomo che non abbia il dovere di sentirsi dere ; bensì di integrare nell'animo e quindi aderente e collaboratore anche nel segreto nella vita e in tutte le manifestazioni di del suo cuore e fin nella cima dei pensieri. essa quello che è una sola parte dei nostri Vita Nova, dunque, sarà in questo interessi o del nostro mondo interiore con senso una rivista di_fede, con' una ispira-- tutto il resto ; per ehè ogni parte si appoggi zione dominante che sia la fede degl' ita-- a' quello che è il fondamento e il fine ultimo liani di oggi ; e che è già dei migliori ; di tutto l' esser nostro e della nostra con-- ma che dev' essere sviluppata e promossa dotta totale: a quel principio profondo e con ùn lavoro franco, duro se occorre, unico, che dà il tono e la tempra e l'energia incessante, di tenace autocritica. Questo, alla nostra persona. LO stile è l' uomo; mà almeno secondo me, il compito delle ri-- è l' uomo anche l' azione; anche l' azione viste del fascismo. Saluti cordiali. Roma, 19 luglio 1925. GIOVANNI GENTILE Bibliote a Gino Bianco

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