' • • . . . , Diritto Internazionale ,,,, l ~ ~~~~- ~ , , PROF. SCIPIONE GEMMA AGENTDI IPLOMATIECICONSOLA·RI SERA DEL 28 FEBBRAIO 1925 NELLA lezione precedente si è cercato di delineare, almeno per larghi tratti, la figura degli agenti diplomatici, e della diplo- - mazia nel suo complesso, notandosi come le funzioni della diplomazia non siano soltanto di pura apparenza o di lusso, da mettersi tra quelle famose spese improduttive di cui s'era tanto parlato a sproposito negli anni prima della guerra. La riprova ne è che la diplotna_zia è ritenuta necessaria• anche da quegli Stati sorti recentemente e sorti· con criteri che parrebbero, e sono sotto certi aspetti, eminentemente rivoluzionari; alludo sopratutto all'U.,. nione Soviettistica delle Repubbliche Russe. Anch'essa ha organizzato una sua diplomazia che ha ripreso precisamente i metodi tradizionali della vecchia: Cicerin, ministro degli affari esteri di• Russia, lo credo uno dei più abili di'plomatici d'oggidì; ma esso ha seguito tutte le tradizioni che erano già nella diplomazia zaristica. Lo prova un suo conflitto con quel Zinovieff, che talora gli guasta le cose con una propaganda non <;>pportunap,erchè anche la propaganda bisogna saperla fare, ed è tanto più difficile d-i quello ch,e non si creda comunemente. l'ioi dobbiamo ora vedere da quali prerogative la diplomazia debba essere circondata per poter adempiere alle sue funzioni. Sulle prerogative degli agenti diplomatici abbiamo una formidabile letteratura classica che è, direi, asfissiante, per chi, per ufficio professionale, o per altre ragioni, dev~ avere la pazienza di leggersela tutta. Ogsi però essa ha perduto in p~rtç il , Biblioteca Gino Bianco suo interesse, sia perchè un tempo ci si teneva molto a questio'ni di ·etichetta che oggi sono · passate in seconda linea, sia, ·perchè, quando uno Stato aveva nella società internazionale una posizione gerarchica, questa posizione si rifletteva nella rappresentanza diplomatica e p~r mezzo di essa si difendeva. Per le prerogative diplomatiche, domandiamoci anzitutto se si tratta precisamente di prerogative o non forse ~i privilegi oggidl sopravvissuti. Ma ogni dubbio scompare quando si tenga presente la ct•ifferen-zcahe c'è fra prerogativa .e privilegio; privilegio (privata-·lex) è quello che si dà ad una determinata persona o , ad una. classe di persone in quanto tali, onde privilegi erano attribuiti a certe classi prima della rivoluzionefrancese. Prerogativa invece è quella che si dà non ad una p~rsona in quanto tale, ma in quanto ricopre un determinato ufficio, per assicurare il compimento della fl.!nzione inerente. Ed in questo senso ogni prerogativa diplomatica si riduce allora in fondo a questo: a· dare queJle garanzie mediante le quali l'agente diplomaticq possa esercitare la sua missione, con piena liberta ed anche con piena dignità. Onde tutto quello che è necessario a questo scopo deve ten.ersi fermo; tutto ciò _ invece che non vi è necessario possiamo considerarlo privilegio ormai so"rpassato. Si sente parlare an-cora di una extra territorialità che investirebbe l'agente diplomatico; ma· è questo un concetto che si può oggi definitivamente abbandonare, perchè questa extra territorialità, nulrattro ~<1r.ebbe çh~un&finzionç , . , •
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