I I • • , f ' . • I , • I • -- .,, . ... ... , • , , I PROP. ALBANOSORJJl!i.tit I • • I • • I I I • r ' I I ' . \ . ·IL COMUNE L.IMPERO I • I SERADEL 10 MARZO192~ e OME $Orgesser(l i Comuni, come vivessero, come si affermasser9, in guisa da costituire nel loro.. piccolo ambito un qualche cosa d.i completo; la citta-stato, abbiam visto. Ma il Comune non terminava, almt!no nella sua espressione più lata, dentro lé mura della città, e ·nel suo piccolo dominio : il Comune doveva avere, ed ebbe,· rapporti con autorità ben più elevate, e cioè col papato e con l 'impero. · E fa meraviglia come la rivoluzi0ne comunale potrsse avve,i1ire,come questo comune pote8Se realmente costituirsi dentro le singole città, di fronte al potere ecclesiastico ed al potere imperiale da cui, coloro che ebbero il potere dentro le città, dipendevaqo. ,, Ora noi ci domandiamo : come mai l'impero lasciò tanto fare,. lasciò che crescessero queste unità che dovevano corrompere le grandi idea~ità ·imper•àlt, e nell'isresso tempo minare le basi dell'impero ste$so? La risposta é fac11~: mentre queste due grandi autorità, l'ecclesiastica e l'imperiale, CPmbattevano fra di loro, mentre tutti gli sforzi e dell'uno e dell'altro combatttnte eranQ rivolti a sap~re cl;li dei due dovesse e potesse avere il maggiore dominio, gli art,ie;iani, gli operai, i borghtsi che erano attorno al casttllo o nelle città, poterono intendersi, e, con un colpo di mano, togliere il potere ai feudatari. · Ma quando quec;to comune senti il1 bisogno dt respirare anche fuori d~lle mqra, allora cominciò J'azione esterna del comune, che ·si svols_e"in tre modi, sempre naturalmente per mezzo di guerre. Lotta contro i feu·datari vicini che aveva- . no i_castelli a poca· distanza ; nella quale facilmente 11 comune riusçi vincitore. · Lotta contro i feudatari p•ù lontani, quelli del contado, quelli che dominavano le vie, , B-i neo • e potevano impedire il transito d.elle merci da una parte e d~ll'altra e non lasc1Are libere le strade; anche qtt~sta lotta fu sostenuta con vigoria dal Comune, naturalmente con maggiori S·forzi,perchè la natura stessa sua non gti permetreva cti' combattere m<>ltof:1vnrevolmente a gran.ii distanze, e anche in questa egli riugcì vincitnre. E dopo (poichè si tratta di città-stato non tutte ugualmt!nte fo,ti, di unità, c,as<una delle quali cerca di res1stt!re, di vi vere, di prosperare), è evidente che sorga la lotta con gli altri comuni, e B )logna lottera con Ft!rrara e con Mojena, con Forli e con Faenza. . I comuni maggiori _cercano di incorpora-te altri territori nel nuovo stato (che diventa stato-contado, e stato (regione) e di avvincere e di possedere i comuni minori che· sono d'intorno. Ecco come l'àmhito del comune si viene estendendo. ecco e, me esso tende ad un'azione esterna. Ora, a quest'azione che è der,van- . te 'dalla propria volontà e ,dalla proprie\ 111iziat1va, il comune trova contrario l'impero, Il comune in sè, non è ostile all'impero ; tutt'altro. Po,l·hè infatti il comunt! succede logicamente, com~ per una eredìtà, al f~udo, e_ riassume le altre eredità dei mioori feudatari 1 • del contado, il comune rientra in questa guisa nell'ambito grande del possesso impe,·1ale. ! Ma l'imperatore, per le sue grandi lotte, era sempre stato lontano; e il comune si era convinto che c~era, sì, questa autorità imperiale, ,ma che era assente e non avrebbe dato nessun distu, bo. Infatti fin dal ·1152, qu~ndo mori Corrado Ili, realmente dt'lle difficoltà non ce ne furono in Italia da parte dt:11',impe,o;,1comune dal suo l~to non gli si ribellò mai, perchè concepiva questo impero com~ un'alta auto-· rita, che anii avrebbe òata import&nza al I • . ' ' ( • \ ' . . I , ) • r • • • ' ' I ) , I
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