• • ) ,. 36 - - vivarsi di quella loro minoranza tedesca che i Cechi vogliono tenere in ogni modo compressa. Dunque esso è interessato insieme con la Francia a mantenere l'attuale situazione di cose, e rappresenta una pedina alla· cui efficienza la Fran..:ia tiene quanto è possibile per l'eventualità dt una guerra futura. Tutto questo contribuisce _a fare della Ceco-slovacchia uno stato c)le rappresenta una grande somma di interessi ed un ente vig<;>roso nel giuoco politico europeo. L'unico difetto suo sta nel modo come lo stato è composto. Vedrete la forma che così oblu'nga è venuta fuori, e vi dirò il perchè di questa forma cosi singolare, e vedrete anehe questo fatto, che tutti gli stati eredi della vecchia M:ona!chia Austro-Ungarica soffrono di una debolezza curiosa perchè sono ritagli di uno stato _che esisteva prima congegnato in un modo del tutto diverso, con una capitale a cui tutto convergeva posta in tutt'altro luogo, con una sistemazione complessiva affatto speciale. In parte sono rimasti in piedi organi che sono più adatti allo stato come oggi è composto, erano organi che adempievano a certe funzioni in uno stato che ora non c'è più, erano quindi congegnati a tale scopo, ed oggi non sono più in grado di servire. La rete ferro- ·viaria ad es., vi può mostrare come le 'linee principali siano condotte e distribuite in modo da servire ad uno stato che aveva i suoi centri fondamentali a Vienna e a Budapest. Ma questi stati che son saltati fuori adesso tagliati in un modo del tutto diverso, quindi tra una parte a l'altra non vi sono ferrovie. Per andarci bisognerebbe andare -a Vienna per poi andare · in quell'altra parte. In ogni modo è certo che un difetto sostanziale dello stato ceco-slovacco è in questa forma che i trattati gli hanno dato per un complesso di ragioni politiche. Vedrete che Praga, la capitale, é in un cantuccio, e l'altia estremita dello stato verso Sud-Est si dilunga nel modo più inverosimile; è un organismo che è stato tagliato così artificialmente, preparato sulle carte dai diplomatici, e non appare in tutto uno stato vitale, benchè così com'é, sia certo lo stato più vitale e più forte di quelli sorti dalla ex monarchia. · · · Dell'Austria stessa, vi ho anche parlato la volta scorsa, e ve ne ho detto anche ab- , bastanza : di questo moncone di stato, che è rimasto con una grande capitale, la quale rappresenta da sola un quarto della popolazione di tutto quanto lo stato, ma ra'ppresenta pur oggi un gran centro di cultura e di arte. Vienna ha voluto dire per secoli, prescinden- - do da quello che essa. era politicamente, uno.· dei maggiori centri della cultura europea, cen-~ tro del buon gusto e delle_ ~rt! b~lle,. ce~tro di scuole mediche, centro dt 1st1tuzionJ sc~e~- . tifiche, centro massimo di arte teatrale, musicale, ecc. Ora, voi lo s~pete, 9uesto. che_ è ancora veramente uno dei .grandi centri euro-· pei, è rimasta la capitale di uno_ sta!o che non sa come provvedere alla propr!a vita, una iesta eccessiva per un troppo p1ccol~ _corpo, e d'altra parte situata ii:t una po~1z1on~ tale che-; possono mutare .gli ~vv~ntment!, .. possono cambiare faccia o d1sfars1 glt organi-· smi politici, eppure sono rnigliaia d'anni che-- vive Vienna, eppure ha rappresentato sempre uno dei punti più vitali di tutta quanta l'Europa. E' il punto in cui la grande !ia danubiana si .incrocia con quell '-altra v1a che la. natura sembra abbia tracciato ella stessa mediante un grandioso corridoio aperto fra le· opposte catene di monti, dalla stessa pianura russa e polacca ad incontrare il Danubio. 0-- ra, che avverrà di questa capitale rimpiccioli-· ta a cosi piccole funzioni, mentre pure natura· ne ha fatto un tale punto di richiamo, mentre· . ancora essa gode di tanto prestigio preiso· tutti i popoli del cuore d'Europa? e che avverrei di tutto lo stato austriaco che, per essere di popolazione interamente tedesca e per essere così scarso di risorse proprie, ten:dereb-· be naturalmente a gravitare, se le altre. potenze non lo vietassero, verso la Germaniaimmediatamente confinante e a confondere le· proprie sorti con quelle di lei? La cosa interessa pure noi che possediamo oggi l'Alto Adige, già parte· integrante· d'una provincia austriaca. L'Alto Adige non . era infatti che una parte dell'Austriaco Tiro-· I? : rimane adiacente oggi ancora alla provin-,, eta austriaca ·del Tirolo, ma in condizioni tali, che, se può durare in qualche parte dell'Alto Adige un rimpianto pel grandioso organismo della monarchia austriaca esistente avanti lagu~rra, il rimpianto non ha più alcuna ragione di essere oggi giorno di fronte a questo moncone d'Austria che non sa come ·vive. Le· aspirazioni quindi degli elementi che oggi nel1' Alto Adige italiano s'ingegnano d' inscenare un simulacro d'irredentismo all'ombra del tricolore, non sono già per· un ritorno nelle braccia dell'Austria, bensi per una unione; nuova alla possente Germania a cui la sconfitta n?n ha. !olto:. rammentiamocene, le pre-- potentt velle1ta d impero contro tutti i suo~ vicini, Italia compresa. · Ma una unione della Germania con l 'Austria non la si vuol~, e non la vorremmo Biblioteca Gino Bianco - • •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==