Vita Nova - anno I - n. 6 - 15 giugno 1925

• • l' urlìo dei suot ragazzi avventati ali' approdo e con lo squillo • • policrono dei costumi sgargianti delle sue donne. Caro piccolo sentimentale OLANDA - NEL CORTILE DI UNA CASA OPERAI.A paese, lambito dal mare ansios9, dove i gusti sono ancora primitivi, le es~genze pacate, i sogni discreti, dove gli uomini rattoppan reti fruste e l_e ragazze passeggiano eternamente fiere della loro gonna ·violetta, del loro giubbetto cremisi, della loro spumeggiante cuffietta aerea, dei loro zoccoli candidi è sonori, che riempiono le minu- ~ · scole strade di una musica gaia e cortese. E quando i primi fanali del molo s' accendono, si vedono le c~sette da deve arrestarsi nelr estremo canale, attendere che meccanicamente venga in esso immessa quella quantità d'acqua necessaria a porlo all'altezza del mare stesso e, solo dopo superato il dislivello di due, tre metri, può varcare la. massiccia catena degli sbarramenti e riprendere il suo cammino. · L' operazione si compie rapidamente e il piroscafo ospitale, che al suo giungere sembrava sprofondato tra le cupe banchine, ora se ne va alto e fiero tra il garrire della sua bandiera biancazzurra, finalmente libero sotto il cielo grigio e accigliato di nubi. Raffiche d' aria gelida increspano l' acqua torbida, sibilano tra i cordami, si avventano sulla prua acuta, disorientano i gabbiani che ci volteggiano sopra, e che vanno stridendo, sbaragliati. Ma riappaiono dopo un minuto, fitti, ansiosi, crocidanti. e ci prendono in un loro volo largo e avvolgente, c' inseguono, battagliano, si posano a fior d' onda, si risollevano con un robusto colpo d'ali e dispaiono nell'ombra folta, volteggiando. Il panorama muore in una linea bassa, piatta, nebulosa : i mulini, i fari, le cabine di segnalazione, i piccoli fabbricati spariscono assorbiti dall' estrema lingua di terra, i contorni s•uguagliano, assiderati in un rettilineo sconfinato ; poi l' acqua deserta e iraconda ci vien contro con un rabbuffo di spruzzi, d' ondate e si naviga nel silenzio e nell'ombra - per tre o quattro ore - senza diversivo e senza fantasia. Marken sorride, folta e pittoresca, poco dopo, colpresepio animarsi, e un alito caldo di vita serpeggia fino alla piazzetta in pendio, straripa in freschi richiami fin nei viottoli perduti. Lo straniero dapprima resta perplesso, -poi si abitua, e questa famigliarità sana e insieme timida, questa dolcezza ilare ed espansiva, di cui gli hanno decantato le lodi, finiscono col conquidere il suo cuore, inaridito dalla solitudine. E la vita scorre semplice e nelle piccole case adorne, sotto le caminiere a mattonelle, russano i bricchi del the e le stufe a petrolio diffondono un dolce benessere. Un'oleografia vivente. Intorno, il gran mare gelido, saettato dai venti ; lontano - a quanto narrano i forestieri - grandi città inondate di luce e pazze di moto : ma la bellezza semplice e sana è qui e sembra disperatamente abbandonata, forse perchè se ne c9ntempli meglio l' aspetto e se ne subisca tutto il fascino profondo. Si arriva a Volendam, dopo un'ora di navigazione. Il costume è già mutato : alle tinte vivaci segue ora il nero opaco, ed uomini e donne ostentano con una certa vanità galloni e borchie d' argento, gonne gonfie e brache fuor di misura, bottoniere scintillanti e pettorine a ricami. ' E festa. Tutto il paese si riversa nella piazzetta ombrosa, lungo il porto, dove qualche barcone pigro si dondola, dinanzi al caffè principale, dove, su un trespolo, un Confucio in berretta nera e pipa tra i - 38 - _ BibliotecaGino Bianco

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