Vita Nova - anno I - n. 6 - 15 giugno 1925

,I • riassunto dell'. « Origine des différents théatres établis a Paris » che il De Leris ha mandato innanzi al suo « Dictionnaire portatis historique et littéraire .des Théatres » (1763). Casanova vi pesca notizie storiche abbastanza note, che secondo il suo avviso dovevano attirare l' interesse dei Veneziani sulla troupe del Sant' Angelo. L'articolo chiude a questo modo: « Nel1' anno 1716 il Reggente chiamò una compagnia di comici italiani che si stabilì a Parigi e che, dopo la morte ·di lui,_ prese il nome di Compagnia italiana ordinaria del Re. Essa fu congedata nel .1779, e nel ·corrente 17 80 piacque per la prima volta alla polizia sovrana di questa città di Venezia di permettere per cinque anni la commedia francese sul teatro situato nella parrocchia di Sant' Angelo. Il rilievo è, mi pare, degno di attenzione. La commedia francese giunge a Venezia quando la commedia italiana è prescritta da " Parigi. E uno scambio? No. Per lo meno, non ne . " . ha l'apparenza. E una rappresaglia ? Ancora meno, " perchè l'uno caccia ciò che l' altro accoglie. E una vendetta? Niente affatto, perchè se l'uno perde l'altro " . . guadagna. E, a .mio modo di vedere, il chacun a son tour; è l'ordine degli affari, che sembra caso soltanto a coloro che non ·vedono u~a spanna più in là della . : punta del loro naso ». Che ci vedesse proprio bene Casanova, non si· direbbe, a giudicare dai risultati . " - • dell'impresa. E vero che nel terzo numero del Messager egli afferma che « lo spettacolo francese piace assai » e profonde lodi per il gentile e generoso pub- • blico veneziano; ma dal quarto cominciamo ad accorgerci che le cose vanno mediocramente, dalle scuse ·che Casanova porta avanti per giustificare la mancanza di regolarità nel repertorio. Causa prima la censura teatrale, poi la malattia di un attore, poi il timore di altri I .- due che non osavano esporsi non essendo ancora sicuri della parte. Casanova si trae d'impaccio p<>rtandoali~ stelle l'istituto della censura (doveroso omaggio d'un confidente s~reto alle istituzioni locali) che pure è causa del ritardo e della irregolarità. Nella settima puntata troviamo, a proposito. di Adelaide di Guesclin, un accenno agli insuccessi di Voltaire. È noto che Casanova. fu per molto tempo accanito avversario di Voltaire, del quale confutò il pensiero intorno al governo veneto ; ma la storia esatta delle relazioni tra i due è ancora da stabilire, ed è da augurarsi che vi riescano i commentatori della edizione criticà dei Mémoires. In genere, l' analisi casanoviana delle opere rappresentate al Sant' Angelo, senza essere profonda, è condotta con buon senso e con gusto e attesta di una notevole conoscenza del teatro francese e italiano. ., Buona, per esempio, l'analisi del Dislrail _diRégnard {N. 1O) e quella del Jauneval di Mercier (N. 11). Ma l'impresa di far recitare in francese nella patria di ,Goldoni non era destinata a fortuna; e ad onta dei « soffietti » casanoviani il pubblico disertava il teatro. Come andasse a finire la società Casanova-Bottari è facile ipimaginare. Fin dall' inizio della stagione, il malizioso Ballarini se n' era reso conto e scrivendo al nobilomo Dolfin lo informava: « Quei poverelli di Francesi sono lo zimbello dei famosi Bottari e Casanova e finiranno fatalmente per soccombere sotto perdite disastrose .... Questi disgraziati comici si sforzano di contentare il pubblico in ogni modo. Hanno persino tentato l' opera comica e l'altra sera hanno dato il Tableau parlanl (di Aseaume, musica di Grétry) ; ma urlano a squarèiagola e non • • p1acc1ono » • LORE.NZO GIGLI - 34 - • Biblioteca Gino Bia e·

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