• • .. Tutte le fedi tacevano per alimentare la grande • ss1one. Ogni parola estranea smarriva il suo significato ella febbre dell'incertezza, nel gioco d'azzardo~ Le ani indocili, rapaci, si chiudevano, accarezzavano il Lppeto verde: febbrili e smaniose nell'attesa. Esseri di ogni età e di ogni paese. Visi pallidi, occhi smisuratamente grandi, affasciati dalle cifre, creature stanche, di peccato, che lusinano dei poveri /resti nel brivido dell'ignoto, donne 1conscie che hanno lasciato a casa dei bambini soli. ,i conoscono tutti, si sorridono, rivedendosi dopo picole lontananze di ore, elargiscono consigli, si accomagnano nella vincita e nella disfatta, ·con sguardi michevoli, s' incoraggiano a yicenda con brevi frasi • • 1c1s1ve. Lunghi silenzi di religione, seguiti d~ un mormorio distinto che riunisce la gioia e la delusione della massa. L'individuo scompare: palpita, sola, un'umanità 'e1iosa, assetata di denaro che vuole godere sino Ir esaurimento ed alla fatica. La grande lampada verde, inchinata, fascia con_ ice fortissima, biancastra la pena_di ciascuna creatura; muscoli contratti, le labbra socchiuse, aride, la febbre elio sguardo, le dita ceree che vogliono, afferrare, tringere, chiudere nel pugno tutta la gioia del mondo ... Un'abitudine: la piccola patria di tanti esiliati. Jn fascino indiscusso, lontanissimo, che addormenta " pericolo nella speranza ; per il ·quale le anime risorono e ai annientano, si disperano e s' inebbriano, adono e 1' inginocchiano,negano e credono. , .. ...,. ·• . , _ . .,,. Mori-s Macchi vincev,a, quella sera. Come sempre. Vinceva troppo. Lo avevano invidiato, sul principio, attoniti, fissando il suo volto pallido, lo sguardo celeste, chiarissimo, il sorriso scettico di uomo sicuro... Avevano mormorato, poi, un mormorio di dubbio, di protesta che attraversava sommessamente il tavolo, come una gelida voce di nemico. . ' E troppo I .- Non è possibile I - Vince sempre lui ! · Moris Macchi comprendeva, adesso .. ~ Sulle molteplici fronti corrugate, era scritta un'orrenda condanna. ' E difficile farci perdonare dagli altri la nostra ora di fortuna. - Baro! La parola non pronunziata, che tante labbra, urlavano con ghigno ferÒce, gli fece salire un' onda di sangue al cuore ed al cervello. Si allontanò lentamente dal tavolo. Cercò di perdersi nella folla. Sorride ad una donna vecèhia, tinta, che -ricontava canterellando il suo guadagno. - Una buona serata, non è vero? B . . M h' . ) - uon1ss1ma, ace 1, e voi .... - Non c'è male ... Non avrebbe saputo pronunziare una cifra, Il denaro rappresentava per lui soltanto un'ora d'incertezza ed un'emozione violenta: un brivido che faceva dimenticare la vita, superandola. Accese una sigaretta. Si guardò intorno. Vide la medesima espressione di febbre, quella della sera avanti, quella di sempre. - 21 - • Bi lioteca Gino Bianco ,
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