Rimasta sola e sentendosi malferma in salute e - . troppo debole per reggere il peso· del Governo, Isotta, pensando compiere un atto. generoso, ebbe la sciagurata idea di chiamare a sè un bastardo di Sigismondo, Roberto, eh' era al servizio del Papa. Ma giunto costui a Rimini sua prima cura fu di far trucidare il giovinetto erede del Malatesta e, poi, di far propinare veleno alla odiatissima matrigna, si che qu~sta soccombette, dopo lunga agonia, nello autunno del 1469. E si gridò che ali' opera malvagia non fosse estranea la mano del Pontefice. *** Ora, la magnifica Madonna è là, supina sul marmoreo letto, sparse ·le chiome d'oro sul guanciale che il tempo à ingiallito, dischiusa la ·bocca a un sorriso o forse, a un _baciodell'amato dal suo cuore, e colma· le palme di fiori. I • - ' - Ma ogni anno, a primavera, tutte le rose e i I e i mirti sui quali ella giace, maravigliosamente ri riscono e rifioriranno sempre, in fino a che ·tor mira radici non sian divelte dal cuore del Eroe che dor dentro l' armatura d' oro nel mausoleo dei Malat *** Odo un lene aliare. È Isotta che si desta ~ .. ' Apro gli occhi. E il pipistrello che m' è · passa accosto. Silenzio. Oscurità. Lo scaccino dorme. Lo svegli Mi apre il portale. L'aria viva penetra nella mia boe nelle narici e fuga le visioni. Esco dal tempio : fuori arde febbrile la vita e tu le stelle mi sembrano fuochi di gioia. E maggio : ed è pur dolce vivere. MARIO FUMAGA - 20 - Biblioteca Gin Bianco -
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