dicato il maritale onore} Basti 1 Pensassero gli gèsi a risolvere il problema. Ma quel dubbio racnsolava Messer Francesco, sì che, in ultimo, trovò e Isotta__suaben valeva un tempio. Come sarebbe' to egli orgoglioso se avesse potuto prevedere che, ù tardi, la grande Parigi non aveva valso che una non seppe rattenere l' indignazione e scagliò sui due avventurati amanti tutti i fulmini della sua scomunica, Cotesto « diesirae » amareggiò non poco l' anima timorata di Messer Francesco ma non impedì alla bella Isotta di seguitare ad essere beata beatrice del magnifico suo Signore. , RIMINI - LA TOMBA DI ISOTTA tessa. T raquillata, così, la propria coscienza e messa t propria dignità di padre al riparo, Messer Francesco - :ecise di far suo il motto inciso in uno dei cartigli he soprastano tra due elefanti, il monumento sepolrale di Isotta : Tempus tacendi. E tacque. T aie ottimo dettame, attinto alla sag- !ezza dei libri di Salomone, sdegnò invece seguire Japa Piccolomini, il quale quando apprese che, colui .he fu suo capitano e, adesso, era doventato suo acerimo nemico, aveva osato far incidere sull'arca funearia della propria amante il sacrilego epitaffio : « D. lsottae A rimin » Isotta fu donna di grande pietà, caritatevole a tutti che. l'aiuto suo avessero ricercato. Umile nel trionfo, coraggiosissima nella disfatta, saggÌa donna di governo, sempre e in ogni oncia regina, non ad altri che a lei il Malatesta affidava le redini dello Stato, quando doveva partire per guerre e per ambascerie. Ma la lunga lotta sostenuta nel Peloponneso fu fatale a Sigismondo : egli ne ritornò rotto, sfinito. Presso a morte, egli nominò l' amata donna erede dello Stato, insieme al lor figliolo Sallustio, nè rese l'anima a Dio prima di aver ordinato che con ricchi benefici fossero risarciti tutti i mali che egli, durante la sùa lunga signoria, aVe1'acompiuti. 19 - Biblioteca Gino Bianco
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