• • • .RIMINI - IL CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO I neofita ed impeccabile eleganza accinto a celebrare l'amata con forbiti carmi d'ogni ritmo e specie?. Non aveva egli spinto l'amorosa follia fino a far gettare da Matteo de Pasti splendidissime medaglie, ad eternare Isotta, mentre, ancora, era prospera e · vivente la pia Polissena? E il Tempio e il Mausoleo, eccelsi testimoni di una eccelsa passione? E ~llora?! Quando il peccato si aderge a tali cime, esso· si rimuta in fervore di virtù. E poi! Non valeva Isotta tale fulgido riconoscimento? Non cantavano poeti e musici la sua grazia, i suoi modi semplici e modesti? « Donna chiarissima e 'Versatissimain ogni scibile ». - E, il Capasso, l'aveva proclamata famosa poetessa ., e p1u, ancora. « Nulla libi par est /remina, nulla Dea ». E non l' assempravano dipintori e sofi, a rindari, per la bellezza, a Saffo, per i carmi; e .11 Penelope, per la saggezza I Ecco, sì : forse, adeguando la ardente figlia sua a Penelope, si esagerava, un poco. Dalla « Gloria Pellicum » alla virtù della moglie di Odissea il salto era alquanto ardito. Ma, se anche Omero, (il quale per dippiù era cieco I) avesse esagerato? Chi può sapere? Quando il molto accorto re d' Itaca trovò il palazzo invaso dagli spasimadori Proci, sciolse egli, veramente, l' enimma della tela, ·non mai compiuta? Se Penelope faceva e disfaceva, non era quella una prova che essa aveva perduta la testa nè più sapeva quello che si facesse? E chi oserebbe scagliar la pietra a una moglie, costretta, per anni ed anni, a dura castità e in mezzo a vigorosi giovani, quando il marito suo, vagabondo un 1>ieutmarcheur, la chiomadoro? • • • 1mpen1tente r1nc.orreva,come innube nudità di Nausicaa Chi può affermare che il grande Arco d' Odisseo abbia punito la tracotanza dei Proci o non, piuttosto, - 18 - Biblioteca Gino Bianco
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