Parlando di lui Enrico Poincarè, l' insigne mate- ' malico, diceva : « E venuto un poeta che ha saputo descrivere i paesaggi del cielo, li ha fatti amare da coloro che non li conoscono e da quelli che non sanno ben guardarli. Egli canta, e le solitudini si animano, gli astri cessano di essere soltanto dei punti matematici che ubbidiscono passivamente a delle equazioni differenziali, per diventare dei mondi adorni dei più smaglianti colori, nei quali si vive e si ama. L'immensità senza limiti dello spazio non è più una grandiosa uniformità, ma una impreveduta e ricca varietà nella quale, ad ogni passo, si scoprono delle nuove sorprese ». Certo, in questo elogio c' è una gran parte di vero, ma e' è anche la ragione per la quale l'autore del Pianeta Marte, non fu mai stimato uno scienziato puro dagli scienziati che, vantando un tale titolo, sono anche sprovvisti delle qualità che Flammarion possedeva in so_mmogrado. Quella sua facilità di scrittore, e il modo suggestivo e prodigioso con il quale l' astronomo sapiente, rendeva la scienza del cielo e degli astri accessibile a tutti, e per tutti una affascinante realtà, gli aveva inimicati molti di colora- che intendono la scienza con spirito arcigno e misantropico, e con la scusa che è difficile, vogliano serbarne il fascino soltanto agli iniziati. li volgo profano, non è tra gli eletti alle ardue speculazioni, e però deve rimanerne estraneo. Flammarion, per la esuberanza stessa del suo temperamento, e la ricchezza della fantasia, intese la scienza in tutt'altro modo. Precisa se a dovere primamente studiata, ma anche la più grande fautrice di gioia per l' animo umano desideroso di penetrare nelle latebre dell'infinito e nel sacrario della natura, e come tale la divulgò col fervore di un apostolo, con la passione di un artista. t La sua celebrità si spiega adunque facilmente, e trova nell'opera sua la più sicura delle giustificazioni, ma adesso eh' egli è inorto, qualcuno si .è domandato non senza rispetto : fu vera gloria ~ C' è chi nega . lo sia stata, e chi lo afferma con • accanimento. Mettere d' accordo opinioni cosi - contradditorie è impossibile. Tentarlo non servirebbe a nulla. li valore intrinseco dello scienziato ha la propria documentazione nel volume del pianeJa Marte, ma noi italiani, non possiamo ignorare che in materia l'opera del ' Flammarion fu una divulgazione degli studi compiuti, per la parte più originale, da ·un nostro grande astronomo, ·Io Schiapparelli, tanto è vero che il volume del francese, compar-ve dopo la pubblicazione delle lettere su Marte dello ·stesso Schiapparelli. Il nome del Flammarion è pure strettamente legato ai sorgere d'ella scuola francese di spiritismo, e in fatti, uno de' suoi ultimi scritti, se non proprio l' ultimo, I in ordine di data, s'intitola Il Mistero della Morte. . Mistero - impenetrabile, massime se si pretende dai medium, o da altri strumenti consimili. ' Il paganesimo mistico di cui era imbevuto il suo pensiero condusse lo scienziato· a spaziare fantastica- . mente nel regno dell' ignoto, eh' egli popolò delle sue ardimentose supposizioni. Immaginò le anime trasmigranti da pianeta a pianeta, e in questa credulità, mise· la stessa passione- che aveva impiegato per tentare la prova della abitabilità del pianeta Marte. Fantasie, le quali, davanti alla ..sua bara, non ci fanno più sorridere, perchè il pensiero che cerca la verità, merita sempre il maggiore rispetto anche quando batte la via dell'assurdo. REMIGIO CONTI . . I • - 13 - Bi liote a Gino ■ 1anco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==