Vita Nova - anno I - n. 5 - 1 giugno 1925

• sentono di volta in volta il bisogno dell'unita: monarchia costituzionale, ma anche qui noi se noi scorriamo la storia della filosofia, ve-. poss1amo facilmente osservare che si tratta· diamo che tutti quanti i filosofi ammettono sempre di numerare, giacchè il monarca è qualche cosa di unico: questo qualche cosa rappresentato come uno, il governo con1e i di unico per il mate'rialista sara liatomo, per · pochi, cioè come l'aristocrazia, e il popolo lo spiritualista sarà Dio, per il naturalista come i molti, cioè la democrazia. Ma i molti, sarà la Sostanza, per l'idealista l'Idea o il i pochi e l'uno, sono evidentemente dellt! pensiero. Ma ad ogni · modo tutti quanti, o quantità. Ora per comprendere la monarchia filosofi o scienziati o semplicemente uomini costituzionale nella sua vera natura, noi dob- -· comuni, sentiamo il bisogno di qualche cosa biamo assolutamente rinunziare ad ogni criterio di unico: dunque questa unità non. possiamo quantitativo, che è un criterio antispirituale. negarlà: essa ci si impone necessariamente. La vera natura della monarchia costituEcco perchè, io dicevo, che la vita poli- zionale consiste invece nella· sua perfetta adetica gu~rdata in sè stessa, p-uò produrci un· renza allo S\Tolgimentoo al processo stesso profondo disgusto, ma se dai particolari che dello spirito Se io riuscirò a dimostrarvi questo, formano l'esperienza politica risaliamo all'unità, la monarchia costituzionale apparirà necessasentiamo allargare il nostro spirito. Quindi riamente come il frutto migliore della storia noi diciamo si, che lo Stato ha una forma moderna. transitoria, perchè difatti a uno Stato succede Dicevo che la monarchia costituzionale in un altro Stato, ma in realtà, nella caducità tanto dtmostra la sua ragione di essere e degli Stati c'è qualche cosa di ideale, qualche quindi dimostra la sua superiorità sulle altre cosa di eterno che si conserva sempre: e forme storiche dello Staio, in quanto è l'inquesto qualche cosa di ideale, questo qualche carnazione del processo spirituale o del ritmo cosa di eterno è precisame.nte l'idea dello stes~o spirituale. Per intendere questo concetto Stato. Ora l'idea dello Stato è senz'altro uni- io vi invito a pensare all'organismo vivente. .versalita: ma questa universalità non sta, di- · Nell'organismo vivente noi abbiamo l'unità, remo così, immota, inerte, ma si muove. Se ma q-u~sta unità consta di membra, e le meml'universalita fosse inerte, immobile, allora noi bra sono ·viventi. Ora se per un momento noi avremmo quelJa famosa unità che é propria\ consideriamo le membra come isolate dall'ordella civilta antica, cioè queH'unità che é nu- ganismo, esse non saranno più attive nello mero, quell'unità che è quantità, e quindi unità stesso organismo, 1na rappresenteranno la mache· diventa particolare, che é individuo, che lattia o anche la morte. Sicchè, come nell'oré arbitrio. Dunque questa particolar1ta si deve ganismo vivente non è possibile che noi penmuovere, e in quanto si muove, si polarizza, siamo le membra scisse dall'organismo, lo si distribuisce nei cosidetti individui che for- stesso noi dobbiamo dire della monarchia. mano un determinato popolo. Nella monarchia i cos!detti poteri sono le · · Ma se l'universalità si distribuisce sen- membra stesse della sovranità. Onde quando z'altro nei diversi individui, anzi se questa si parla di autonomia dei poteri, si dice, seuniversalità aderisce senz'altro agli individui, condo noi, una grossa sciocchezza. L'autonomia· noi non potremo più parlare di una vita del- dei poteri che cosa sarebbe mai ? Sarebbe la ~ l'universalità, e quindi di una politica ideale, divisione, la scissura dall'uno, e quindi noi, di -una politica eterna. Giacchè l'universalità anziché, come d1cevo l'altra volta, di uno che si fissa in un dato popolo o in determi- Stato, dobbiamo parlare di diversi Stati. Nè nati individui, - evidentemente· non è più uni- pure è lecito parlare di una reciproca limitaversaJità ; essa si risolv~ nella cosidetta· mol- zione di poteri. La monarchia costituzionale, teplic;tà; e la molteplicità come molteplicità, secondo alcuni, è veramente tale in quanto i noi abbiam dt!tto tante volte, é materialità. Per poteri tendono reciprocamente a limitarsi. questo noi insistiamo nel concetto, che occorre Da che cosa deriva questa reciproca liil concetto dt!l monarca che è uno e molteplice mitazione dei poteri ? Dt!riva dalla diffidenza, al tempo stesso, perchè egli distribuisce o e la daffidenza anzichè essere il lievito della delega il suo potere al governo che è rappre- vita dello Stato, è il germe corroditore dello sentato dai pochi, e alla moltitudine che é co- Stato, perchè essa conduce direttamente alla stituita dai popoli. Sicchè noi aobiamo l'u- distruzione dello Stato. Dunque i poteri dello nità che è rappresentata dal monarca, l'aristo- Siato come organismi viventi dello Stato stescrazia che è rapresentata dal governo e la de- so, noi non possiamo concepirli nè autonomi, mocrazia che é rapprtsenrata dal popolo. nè reciprocamente limitati. Ma se é cosi, la Questo sarebbe, secondo taluni, la cosidetta- .monarchia costituzionale ci deve apparire sot- • Biblioteca Gino ■ 18 CO . ,..

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