Vita Nova - anno I - n. 5 - 1 giugno 1925

I ,.. .. . • - Ma quì qualcuno potrà dire che anche nelle forme repubblicane· possiamo avere una tradizione e quindi anche una cons-ervazione, un'autorità, una legge. Ora è precisamente questo che io nego, perchè le forme repubblicane ·sono la rappresentazione del numero, della quantità, non solo, ma esse non possono aspirare a una forma stabile, ad una forma permanente di Stato. E' solo la monarchia la quale può veramente essere il canale attraverso a cui -passa tutto quanto lo svolgimento dello spirito, e si è detto bene, benissimo, quando si è affermato che la monarchia sola ha la capacità di ringiovanirsi, mentre le forme repubblicane sono regressive fondamentalmente. _ Dico malgrado le apparenze, perchè tutte le anime nobili, le anime che si nutrono di ideali, aspirano alla forma repubblicana come l'espressione della oienezza ~ella libertà. Noi non ci sogniamo assolutan1ente di deridere queste anime nobili, queste anime sognanti, dobbiamo subito avvertire che codesta pienezza della libertà a cui esse aspirano, non è possibile conseguirla, per la semplice ragione che essa è una libertà indeterminata. · Giacchè ogni libertà in tanto è liberfa, in quanto ha un limite. Ora questo limite è rappresentato meravigliosamente nelle forme monarcniche, laddove nelle forme repubblicane si sposta continuamente, è mobilissimo, e spostandosi continuamente, non ha, diremo così, un terreno ·sodo, un fondamento sicuro su cui possa durevolmente costruire. Questa proposizione è gravida di conseguenze, perchè se noi dfciamo che le forme repubblicane in sè e.p·er sè rappresentano.una forma anti-spirituale, una forma ·naturale, e che soltanto la monarchia rappresenta la forma ideale, allora noi dobbiamo optare per la monarchia, e sopprimere senz'altro la repubblica. No: non è neccessario sopprimere la repubblica perchè questa solo apparentemente differisce dalla monarchia. Difatti . la repubblica non può, qualunque essa sia, sopprimere la cosidetta dualità fra gov~rno e governanti. - Fermiamoci un momento su questo punto che è, secondo noi, notevolissimo. • • . ib ioteca Gino Bianco I , Dicevo che la forma repubblica11a, anche nel suo aspettC' estremo di democrazia socialistica, non può assolutamente sopprimere la dualità fra il governo e i governati. E' vero che i democratici dicono continuamente che il po.polo governa, che il popolo é sovrano, ma in realtà chi governa è un ceto oppure una classe. Ora appunto fra il ce"toe la class~ e i sudditi e i _governati,si stabilisce precisamen- ~ te quella dualità che noi troviamo nella forma monàrchica. Giacchè una delle critiche piu acerbe contro -le forme monarchiche, è questa, che nella monarchia il governo è unico, non solo, ma la sovranità e rappresentata da una sola persona. Il che è un grosso -sbaglio storico e filosofico, perchè il sovrano certo è uno, ma il sovrano come sovrano, rappresentando l'unità di un popolo, non rappresenta l' unita. schietta, l'-unità immobile, permanente, bensl l'unità concreta, cioè quell'unità che è sintesi del sovrano e del popolo. Tanto è vero che quando manca il consenso_ del popol9, il sovrano non ha più ragione di essere. Altri ha osservato che, in fond_o,la monarchia _si riduce poi alla cosiddetta teocrazia, ma questa accusa è infondata, perché noi sappiamo che la teocrazia è tale in quanto pone come fondamento della realtà politica e della realtà religiosa, un unico potere, cioè u~ na unica sovranità la quale deriva da un co· dite religioso, laddove la monarchia, almeno quale si è sviluppata modernamente, rappresenta la mondanità dello Stato.· Ecco perché quest' ultima noi possiamo rappresentarcela come continuamente cangiante, come continuamente variabile, perch·é se noi poniamo, e non possiamo non porre, la monarchia come la manifestazione della mondanità che è quanto dire dell'umanità, allora questa monarchia non può non mutare col mutare della stessa umanità. Per altro, voi sapete benissimo che la · . monarchia si è atteggiata ora ad aristocrazia, ora a democrazia. Quindi .l'aristocrazia, la democrazia ecc.,. non sono fuori della vita monarchica, ma possono benissimo trovarsi in essa. , - •

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