/ ,. - 18 - \ I .. Anche nellé nostre basse regioni emilia.. ne, l'avventizio, a uso socialista, il "lavorato-. re ideale,, pel socialismo, va largamente cedendo il posto al compartecipante. Converrà che gli agricoltori bene riflettano al compito che spetta ad essi in questa trasformazione. Perchè, talora, l'ingordigia dei guadagni fmmediati li spinge a disturbare questo processo di stabilizzazione .del bracciante, con il preferire ordinamenti colturali che portano necessariam~nte ad una grandè irregolarità nella distribuzione annua del lavoro, quindi all'uso di lavoro avventizio. Ancqe ·allo Stato spetta un compito importante, nelr'agevolare la esecuzione di quella bonificà integrale dei terreni, che, per merito del· Governo nazionale, ha ormai una quasi perfetta legislazione,-ma che attende la sua applicazione pratica. ,, VII. Ma è possibile, in questo modo, riassorbire nelle categorie fisiologiche dei lavoratori del campi tutti i numerosissimi braccianti? Difficile dare una risposta precisa a questa domanda. Ma quand'ançhe non fosse possibile, quand'anche rimanesse un residuo non impiegabile normalmente nella terra, bisogna pur dire che è tutto quanto di più antieconomico si possa immaginare, dal punto di vista della utilità pubblica, adottare ie soluzioni socialiste dei turni, distribuire fra tutti a turno il lavoro disponibile, anzichè affidarlo a quel numero di lavoratori fissi che possono trovar impiego continuo nella terra. · - Ma gli altri ? Non ~obbiamo occuparci della sorte anche degli altri ? Certo, bisogna spingere la produzione al più alto livello possibile, tale da assorbire e retribuire la maggior quantita di lavoro umano : appunto per ciò essa deve essere bene ' organizzata, organizzata economicamente, non quindi a base d'impiego di lavoratori avventizi. Certo, è un sacrosanto dovere dei conduttori qi spinger~ al massimo la produzione, ,, Biblioteca Gino ■ la CO e quando ciò non avvenga io non rifuggo anche dalle soluzioni più radicali. L' espropriazione per obbligatorietà di bonifica è già entrata nella nostra legislazione _positiva. Ma bisogna pure dire che esistono limiti nella quantita di lavoro umano impiegabile nella terra. Sono limiti più o meno alti, in rapporto con la maggiore o minore altezza della retribuzione. . Quando · il problema tecnico sia ri~olto nel modo più economico, quando la produzione sia spinta al massimo consentito da un determinato livello di salari, si pone il ferreo dilem_ma: o ribassare i salari o disoccupazione. E questo limite é falso che dipenda, come amano òsservare i socialisti, dall'organizzazione privata della produzione. Esso esiste in qualunque altra organizzazione. _ E~ un limite-tanto più alto, quanto migliòre è l'organizlazione tecnica. E poichè la conduzione privata é in generale il miglior mezzo per arrivare a una buona organizzazione tecnica, quel limite è a~zi più alto, in generale, con. quelJa che con un ordinamento collettivista della produzione. Raggiunto quel limite, non resta che trovare lavoro ai disoccupati dell'agricoltura, in altre attività ; e, se queste non sono possibili in patria, non resta che l'emigrazione. E' inutile nascondercelo. In un paese po- .vero come l'Italia, in un paese a popolazione estremamente prolifica e densa come la nostra, l'emigrazione ha un compito insopprimibile. Senza di essa l'incremento demografico_si tradurrà necessariamente, alla lunga,. in minori compen_sidel lavoro, in più basso tenore di · vita, pur potendo il progresso tecnico allontanare questo momento. E, per, di più, senza emigrazione, ·a questi triste conseguenza finale non si giunge, se non attraverso asprissime contese sociali, fra le quali il lenimento dei ,mali momentanei, sia pure lenimento effimero, si sostituisce fatalmente ai veri ed organici rimedi dei mali. Questa é la verità, che ad alcuni sembra assai dura. ... ,
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