• • • - 13 - base: lotta fra braccianti socialisti e coloni repubblicani - lotte fra i primi e coloni bianchi, ecc. - ' · Ricordo un episodio caratteristico: la lotta -contro lo scambio di opere. Che significato ha lo scambio di opere, in un sistema colonico ? Questo è fondato sull'impiego continuo del lavoro di una famiglia di contadini in un podere. Esigenza conseguente è la uniforme o non troppo disforme distribuzione del lavoro durante l'anno. Problema tecnico che si risolve con la molteplicità di colture ben coordinate fra loro; con l'unione _al lavoro ordinario di lavori straordinari inverna1 i ecc. · Un podere colonico ben organizzato deve .appunto còrrispondere a questa fondamentale condizione. Ma - non ostante tutto - nella -distribuzione annua del lavoro non possono · non esistere certe· punte, certi momenti di maggior lavoro, nei periodi di raccolta ecc. Ecco lo scambio d'opera, il reciproco aiuto -fra famiglie coloniche vicine, che, in parte, può consentire di superare queste momentanee necessità, cui non può provvedere, nell'ambito del proprio podere, ciascuna famiglia, da sola. _E' veramente, un lavoro sottratto ai braccianti, che deve· essere lasciato ai braccianti, secondo la tesi socialista ? Ma come può vivere una categoria di braccianti - in un territorio a sistema colonico normale, equilibrato •- se può valersi ·.solo di quelle poche giornate di lavoro, in .quei btevi periodi ? Farà pagare quelle poche giornate di la- ·voro a salari così alti, che permettano di vivere tutto l'anno, lavorando forse ~Oo 60 giorni? Ma questa é una situazione che non può perdurare ; chè, se durasse, porterebbe alJa distruzione del sistema colonico. I coloni a-· vrebbero tutto l'interesse a trasformarsi in braccianti. E poichè l'agricoltura non si regge, lo dimostrai già nell'altra conferenza, sul lavoro di braccianti disinteressati, ciò signifi- .cherebbe non il sacrificio dei capitalisti, ma .il sacrificio dell'agricoltura. In ·sostanza, lo scambio d'opera è un feinoBi neo - nomeno normale, necessario, in un sistema colonico sano. L'averne fatto oggetto di un'a- , spra lot.ta,giungendo a otte·nerne in vaste regioni la soppressione, l'aver creduto df trovare nelJa sua soppressione un rimedio alle sofferenze dei braccianti, ·non è che l'indice della incomprensiorie del problema. Credere .che una classe di avventizi possa normalmente vivere sopra quel poco di lavoro straordinario che si verifica in I tre o quattro epoche dell'anno nei poderi colonici, è una ben strana illusione. Se quella classe èsiste e soffre, bisogna trovare altrove i rimedi. A che cosa si riduce quel tanto di vero che esiste nell'odio .dei braccianti contro il sistema colonico ? L'ho già detto: lo squilibrio fra ampiezza del podere e la capacità di lavoro della famiglia colonica, in seguito alla intensificazione dell'agricoltura. ' E' .un male lo sfruttamento eccessivo delle forze di lavoro : e più ancora, un male che ..:. dato quello squilibrio e non ostante ogni miglior volontà di colono - l'impiego del lavoro, e quindi la produzione, non sia spinto al livello massimo economicamente possibile. Ma dove sta il vero rimedio ? Sta nel rimpicciolimento, nello sdoppia- • mento del podere; sì _daequilibrarne il bisogno di lavoro cori la capacita di lavoro della famiglia colonica; o, altrimenti, se ciò presenta troppo gravi costi, sta almeno nello stralcio ,, dal podere troppo ampio dell'eccesso di terreno, costituendone, se non un nuovo podere, con la propria casa colonica,. almeno terreni atti ad assorbire, in forma . continuativa, il lavoro di contadini, legati alla produzione ·da un diretto interesse, o, per altra via, il rimedio può stare invece - nell'affiancamento della famiglia colonica con altri lavoratori fissi e possibilmente partecipanti alla produzione. Insomma: il rimedio sta nel riassorbire nelJa classe colonica (intesa nel più ampio significato, inclusi in essa anche i ~alariati fissi~ più o meno · cointeressati alla . produzione) quella parte di braccianti che può trovare nella terra economico impiego. • •
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