Vita Nova - anno I - n. 5 - 1 giugno 1925

- 2Ò- ,,, .. d'Italia, che questo volere 'in ogni modo per un concetto a priori agg:ungere ad un terri- . torio tutto italiano un territorio nostro sì in teoria, ma in realta per lingua e per sentimenti tedesco, fosse un errore da condannare. ·voi_sapete anche a chi alludo, ma non si tratta soltanto di uomini politici eminenti, che credettero di fare cosa buona, di non tradire la nostra causa, parlando in questa guisa, del1 'annessione dell'Alto Adfge all'Italia. Nel Trentino stesso, regione sorella a quella dell' Alto Adige, erano pochi coloro che veramente sen- . tissero la questione dell'Alto Adige e ritenessero utile, per l'Italia, l' annessione completa di tutto il bacino atesino. Non e' é da meravigliarsi quindi, se, ricercando e ricostruendo le varie fasi delle trattative di pace, troviamp tanta esitazione da parte degli alleati e dell' a$Sociato, riscon- .triamo da parte loro tanta buona volontà di toglitre arl' Italia questo che era pure stato promesso a noi nel patto di Londra. E del resto, pure fra gli uon1ini-che trattavano per noi, forse Sonnino solo era profondamente persuas·o delJa assoluta necessità dell' annessione, ,ma egli· in questa, come in ogni altra questione, si teneva chiuso nel più rigido silenzio ; e d'altra parte anche una propaganda che persuadesse all'estero della necessità della nostra annessione mancò, perchè si volle, veramente si volle, che essa mancasse ! In ogni modo l' Italia ha pur raggiunto i .. suoi confini quì, e non soltanto quì ; una necessità vitale sua l'ha pur portata fino a questi term!ni estremi della sua terra, annettendo le popolazioni allogene, che quivi siedono infiltrate di quà dalla maggior cresta alpina in un territorio che deve essere tutto interamente italiano. Per la Venezia Giulia· il divario fra il confine politico precedente Ja guerra e quello d'oggi, era anche maggiore che non fosse nel Trentino ; dalla barriera di confine dell'Judrio • iblioteca Gino Bianco cbe durò fino al 1914, al confine del Monte Nevoso ottenuto con la nostra vittoria, vi è un salt~ ancora più grande. Voglio per un momento, per non entrare in un tema che non potrei oggi esaurire, accennare a q~elle che erano le condizioni della front1era prima, e ricordare quanto_ differissero dal confine geografico ; non st ~ratta ~oltant~ di un salto enorme perchè il confine dat pressi di Udine doveva essere portato fino al di là di Fiume ma si tratta della natura as- , . solutan1ente diversa dei confini che non si appoggiavano allora menomamente a quello che potesse chiamarsi un ostacolo naturale. Tutti possono ricordare queste circostanze, lontane appena di dieci anni, e ...l' offesa di questo confine che cosi tragicamente gravava sull'animo di tutti gli italiani ; e questo anche nei particolari perc~è, specie nella pianura fr-iulana,la linea di frontiera era stata segnata in un modo veramente barbaro, tagliando campi, fossi, fiumi, proprietà, come se un pazzo avesse nel suo cammino tracciata dietro d1 sè la linea più rotta e bizzarra. , Che non sorgano conflitti da una condizione di cose cosi strana, è impossibile,. a meno che non vi sia dàll'una e dall'altra parte una quasi inverosimile fusione di animi e di interessi, e voi sapete quale fusione d'animi e d'interessi esisteva fra l'Austria e noi ! Pensate ora quale enorme differenza esiste tra quel vecchio confine passato ormai nei ricordi storici e· quello che ci siamo guadagnati a Vittorio Veneto, formato da una linea alpestre, che è una linea cli difesa formidabile del nostro paese ! Attraverso qùali traversie siamo riusciti a portare la linea di confine sulle Alpi Giulie e al di là di Fiume, dopo i diversi trattati che gli alleati nostri volevano far digerire all'Italia, in che modo si sia arrivati ad ottenere il confine che pur finalmente si è ottenuto lo spiegherò la prossima volta. ' I

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