Vita Nova - anno I - n. 5 - 1 giugno 1925

Cordova, ne mangiavano soltanto il riceJtacolo o girello, come, del resto, è ancora in uso in alcune località. Si ritiene derivata dalla coltivazione del carciofo selvatico (CJ,nara Cardunculus L.) e come avente per zona & d'origine la Barberia, l'Europa Meridionale, e l'Asia Occidentale, zona caratterizzata, come ognuno sa, da un clima mite (nè molto umido, nè molto asciutto), quale appunto si è constatato confacente a questa pianta. . Trova posto, non soltanto nella coltura ortiva e nella piccola coltura, ma, può dir~i, prevalentemente nella grande coltura, cosa che è dato pensare sia sempre stato, in virtù specialmente degli elevati rendimenti dei quali è suscettibile per la facilità del collocamento proficuo dei suoi prodotti, ma sopratutto perchè non richiede particolari e difficili cure di coltivazione. Nel momento attuale, ha senza dubbio una importanza notevole, ricuoprendo una estesissima area di coltivazione e dando origine ad un notevole movimento commerciale. Tra i paesi che maggiormente coltivano il carciofo, meritano menzione: la Francia, l'Algeria (colle rinomatissime colture di Hyères ), la Spagna, ecc. L' Italia pure può vantare un posto di primissimo ordine per questa coltivazione, essendovi largamente estesa e benissimo attuata specialmente in Liguria, nella Venezia, nell' Italia Centrale e Meridionale ed in Sicilia, ma sopratutto ·perchè il prodotto, per le sue speciali e superiori qualità organolettiche, ne viene molto apprezzato specialmente ali' estero. *** Per quanto particolarmente adatta per i paesi del mezzogiorno, la coltivazione del carciofo viene benissimo effettuata anche nelle regioni settentrionali, nelle quali, non ha subito modificazioni vere e proprie, ma un puro e semplice spostamento. Precisamente, e qui sta la differenza, mentre nel mezzogiorno il periodo di vita della pianta, corrispondente al riposo vegetativo, coincide con quello caldo estivo, nel settentrione trovasi coincidente coli' autunno-invernino. Conseguentemente, la germogliazione nel mezzogiorno. ' coincide collo prime pioggie autunnali, (settembre-ottobre) mentre nel settentrione coincide con quelle primaverili (marzo-aprile); il pianta mento e la raccolta del prodotto, in quelle, rispettivamente si pratica nel periodo estivo-autunnale e nell'ottobre-novembre per continuare tutto l'inverno; in queste, in marzo-aprile, ed ha inizio con la primavera avanzata per terminare coli' estate. È una pianta vivace, che però può divenire annuale a seconda delle località nelle quali viene coltivata. Generalmente il massimo della sua produzione coincide col secondo o terzo anno di esistenza. Nel Bolognese, ove è nota sino da tempo remoto (in Sicilia si coltiva, importatavi, una varietà che vien detta « Carduni di Bologna ~) ha notevole importanza specialmente nelle zone collinari in vicinanza della città. lvi, còme del resto in tutte le zone ·settentrionali, viene pref eribif.. mente effettuata in terreni bene esposti e riparati (a mezzogiorno generalmente) dato che può risentire danni, sì come da un terreno umido od arido, da u~ clima ecces- ·sivamente umido, caldo e freddo. Le carciof aie nelle zone collinari, nelle quali trovano un ambiente più favorevole di stanza e sviluppo (sempre nelle nostre zone settentrionali) possono vivere e produrre parecchi anni, mentre in quelle di piano, all' incontro, vi vivono pochissimo, quasi sempre divenendo annuali (causa al freddo ed all'umanità). Resiste bene ai venti ed è preziosa per l'adattamento che ha ad un abbastanza elevato grado di salsedine del terreno, nel quale trovasi coltivata, come pure ai venti - salsi marini. - Sono moltissime le varietà di carciofi coltivate che, a seconda del, o dei, caratteri della pianta, ma principalmente dei capolini, presi in considerazione, possono venire variamente classificate. Così si potranno classificare tenendo presente la forma dei carciofi, la presenza o meno delle spine all'apice delle squame e delle brattee, il colore di queste, la loro carnosità. ecc. Può dirsi che le varietà aculeate generalmente sono caratteristiche delle colture settentrionali, mentre le mutiche di quelle meridionali. Meritano menzione, perchè tra le più pregiate, le seguenti: Il carciofo Violetto di Toscana ( che è molto produttivo ed apprezzato) ; il Violetto di Venezia ( senza spine precoce e molto produttivo) ; il Grossodi Roma o Violetto di Roma (simile al precedente, ha squame con spina corta e biancastra, molto produttivo); il GrossoGeno11ese (senza spine, molto saporito); il Grosso ottuso Migliorato ( derivato dal Romano, molto stimato) ; il Grosso di Napoli ( simile al precedente) ; il carciofo Cardane di Sicilia; il carciofodi Messina; della Piana di Catania o Maltes.e; il Verde di Laon ( ottimo per la piccola coltura, primaticcio nelle nostre zone, molto apprezzato per il prolungamento della produzione); il Violetto ed il Bianco verde.di Pro11enza (molto apprezzati e molto produttivi, il primo. se irrigato nei mesi estivi, rifruttifica dalla fine dell'estate ali' inverno,' si coltiva per questa sua proprietà in pianura e nei terreni irrigabili. Il Bianco verde è molto coltivato nel mezzogiorno della Francia e ad Hyères) ecc. *** Il carciofo abbisogna di un terreno di medio impasto con tendenza al calcareo, dotato di un buon grado di fertilità, ben riparato dal freddo, fresco, ma non umido. La presenza del calcare sembra correlativa alla delicatezza del prodotto. L'impianto della carciofaia richiede per tempo, e sen1pre in relazione all'epoca nella quale si effettua, una accurata lavorazione del terreno (scasso a due mani e punte di vanga) ed un accurato suo sminuzzamento. · La concimazione fondamentale d' impianto, di regola. nelle carciof aie avvicendate (delle quali soltanto qui si tratta) si pratica all'atto del piantamento anzichè in occasione delle lavorazioni del terreno, preferendosi localizzarla alle singole piantine, anzichè distribuirla in pieno campo. - 43 - Biblioteca Gino Bianco •

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