' ■ I t·A SARDEGNA NEI -CANTI DI UN POETA Sebastiano Satta non è un poeta dialettale e nemmeno un seguace della tradizione poetica paesana. I suoi canti sono scritti nel bello e sonante idioma italiano e si colorano dall'ambiente culturale del continente. Eppure egli è {e lo sarà di più in avvenire) ammirato ed esaltato dai sardi tutti come il poeta auloclono per eccell~nza. Si sa che egli ha esordito scrivendo nel nativo dialetto di Barbag~a, però, se il tentativo non fu ripetuto, è segno che il stio ideale artistico richiedeva un linguaggio più nobile e letterariamente evoluto. Superare la questione·•:linguistica, L'interesse prevalente di questi Canti risiede nel loro carattere regionale ; ma essi sono per altro improntati di una così calda e sincera italianità, sono così affini a volta a volt~, per ritmo, ' forme e colore, alla poesia del Carducci, del Pascoli, del o: Annunzio, che io li ritengo degni di essere annoverati fra quanto ~ di meglio nella produzi9ne poe~ica <Ji questi ultimi decenni. . lo nqn comprendo davvero l' oblìo in. cui è tenuto il Satta rispetto alla sua concittadina, Grazia Deledda ; nè so spiegarmi come si sia atteso fino al 1924 per .. ABBASANTI - MURAGLIE LOSA per uno che si prefiggeva di essere ir .. rappresentante genuino di una regione, avrebbe potuto essere causa di impopolarità, ma cosi non fu, perchè la fortuna d~ll' opera sua era legata alla sostanza e non alla veste · letteraria. Cosi il Satta infranse coraggiosamente la tradizione, ormai decadente, della poesia dialettale a fondo morale o religioso ·o parcamente amoroso, per rappresentare, con tocco ingenuo ed artistico a un tempo, tutta la maestà della terra, ed esaltare con rude franchezza le virtù eroiche della stirpe. Qyesto è quanto i sardi inconsciamente aspettavano; e la voce del poeta, per quanto esotica, trovò un'eco tanto nel cuore del cittadino nutrito di studi, quanto in quello del nòmade pastore. T aie, oggi, deve essere stata la corrispondenza di affetti tra lui e i suoi compaesani da indurlo a dimorare quasi ininterrottamente in patria, rinunziando a · quella notorietà e a quegli onori che gli sarebbe stato facile conquistare in continente. ristampare il volume dei « Canti Barbaricini » ( 191 O), di cui non esisteva· più neanche una còpia, e per dare alla luce la raccolta completa dei nuovi « Canti del salto e della tanca ». Di questa pubblicazione e delle ristampa bisogna esser grati ali' editore dottor Carta-Raspi il quale pone tutto il suo entusiasmo nel divulgare ogni manifestazione di letteratura isolana. *** Il Satta è un rivelatore sobrio ed acuto della Sardegna. Coi suoi quadretti della Barbagia pittoresca, non solo ci fa meglio conoscere la terra sarda, ma ha accresciuto di sè la esigua schiera dei paesisti 1 nazionali. Il paesaggio, dunque, malinconico e solitario, è lo sfondo su cui si muovono, a poco a poco,· le • • • anime, ora truci, ora appassionate, ora mistiche, del suo piccolo mondo barbaricino. Infatti, aperto il volume dei primi canti, ci si offre subito agli occhi la vista della tanca deserta, aspra, - 28 - iotec 11 1no ■ 1anc
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