... Bibliotec Gino Bianco • comprendere, nei complimenti a intonazioni ironiche, negli « illustre >> che gli prodigavano quando. egli compariva. Mormorassero, ridessero pure. Egli aveva la sua bella casa, la sua ricchezza incontestabile, la sua automobile pronta, eà aveva anche saputo conservarsi quella sicura lietezza di vita che gli permetteva di sentirsi libero ad ogni ora dalla stessa schiavitù della sua ricchezza. Un mediocre, perchè aveva saputo intendere e penetrare nell' arte del suo tempo, quella che piace e commuove e seduce e rende quattrini ? Ma dove sono questi genii ? A crepar di fame. Bella intelligenza I Lui, già, ne aveva conosciuti. Forse li circonda u~• aureola, solo perchè non hanno prodotto nulla e la critica non può azzannare gli assenti ... , Del resto, non aveva ragione di lamentarsi. Dopo le prime facili vittorie sul buon pubblico profano, il vero, il solo in fondo, che giudichi col cuore - e la musica è tutta sentimento - dopo le guerricciole degli incompresi - meglio così : un artista non è qualcuno se gli altri non gli sono addosso con le unghie e con la bava - veniva adesso nel venticinquesimo della sua Valse nuancée la consacrazione ufficiale. Egli sapeva di figurare in un certo elenco che il Ministro delle Belle Arti avrebbe presentato a giorni al Presidente della Repubblica. E passeggiando così, il naso al cielo, il dominio di Qyello lassù, gli pareva di esser lui il Dominatore , del mondo di quaggiù ... *** Qyand' ecco, sopra quel naso di dominatore, una voce roca, scherzando un poco nella risolutezza quasi minacciosa dell' accento, gli gettò poche, ma chiare parole. - Ehi, borghese, ho un certo appetito ! Girò la testa per guardare. Il lungo perticone che si chinava su di lui aveva una strana faccia sorridente negli occhietti azzurri. Un cappello molto stretto per la gran testa ricciuta, e due meravigliose file di denti bianchissimi, fra una barbaccia nerissmia ed incolta . - 16 -
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