• .. ... L'uomo aborriva dal chiasso dalle esibizioni, dal traffico, insomma, e se ne stava tutto raccolto in se stesso, . compartendo il tempo tra la scuola e la sua casa campestre dove correva non appena avesse un po' di tempo libero ; lo scrittore era talmente provetto e probo che si faceva gustare e comprendere soltanto dal lettore - colto e bene educato alle maestrie ardue dello scrivere italiano ; quelle ·maestrie, intendo, che non muovono dall' istinto soltanto, ma sono il frutto di un lungo e vigile studio che lo scrittore fa di se stesso, .della sintassi' e dell' arte, in guisa da .forgiarsi uno strumento espressivo in tutto' rispondente ai moti del1' animo che detta ed ali' indole della lingua, ed al fine da conseguirne. Uno studio della prosa ~i Adolfo Albertazzi e dello stile cli lui dovrà pur esser fatto un giorno o r altro, quando, volendo parlare della modernità nostra, si debban~ anche indicare gli scrittori autentici che di essa furono gli artefici maggiori. · .Dimostrerà, quello studio, se fatto con la d_ovuta . perizia, .essere mirabile lo sforzo compiuto dal grande novelliere, per tradurre in uno stile di impronta personale il suo mondo fantastico : tanto più grande lo sforzo, e più ammirevoli i risultati, se si consideri che il nar~ ratore veniva dalla scuola del Carducci, la più lontana, e vorrei dire avversa, al componimento narrativo, pel quale il poeta maremmano dimostrò sempre la più irriducibile avversione. ' Nel suo lìbretto su Carducci professore, lo stesso Albertazzi ci dice in che consistesse e con quali modi il maestro esprimesse cotesta avversione alle .... • romanzer1e.... • Far · versi, era proibito come « portare in dosso pistole .corte » ; e le novelle « erano stracciate in faccia » a chi:osava presentarle come saggi di coni- • • pos1z1one. Ma gli anni delle fatiche scolastiche non li aveva ·. •vissuti inutilmente, sotto la guida cli un tanto maestro, ed usci dalla scuola con una preparazione soda e seria, meglio ancora, con la mente educata sì allo studio delle vecchie carte e de' codici oscuri, e dei testi da ricomporre, ma anche illuminata dalla luce di bellezza che il cantore di San Giusto largiva ai suoi discepoli con maschia co&cienza di poeta e di educatore. « Da nìe - diceva il Carducci ai discepoli non troppo· cose avrete imparate, ma io ho voluto ~ certo e sempre educarvi a questi concetti ; anteporre nella vita, spogliando i vecchi abiti di una società guasta, r essere al parere ; il dovere ~I piacere ; mirare .. - nelr arte, anzi alla semplicità che ali' artificio, anzi alla grazia che alla maniera, anzi alla forza che . alla pompa, anzi alla verità e alla giustizia che alla glona ». Ce n'era più che abbastanza per avviare su la buona strada u~ giovane d_i grande ingegno ; ma tra il sentimento naturale dell' Albertazzi e la morale del maestro c'era concordanza più perfetta che non tra le aspirazioni artistiche e la priltica letteraria e il magistero stilistico del Carducci. _Infatti, non si possono scrivere opere di fantasia con una prosa modellata sul « Discorso a Garibaldi » o, sia pur in tono minore, sulle « Ceneri e fa ville ,.. Ci vuole altro I Alla materia bisogna trovare la adeguat~ forma, il linguaggio più proprio. Come piegare il periodo classico carduccian~, alla ~arietà necessaria ed alla piana naturalezza del dire romanzesco e novelliero ? Alla soluzione di questo problema essenziale, punto d'arrivo e di partenza della sua arte, l' Albertazzi pervenne accostandosi ad Alessandro Manzoni. " L' istinto del narratore lo condusse alla fonte correttiva del nutrimento classico universitario, ed a quella • fonte egli si abbeverò con giudiziosa misura. In tale scelta è tutto l•animo dello scrittore : la .caratteristica di un talento cui la forma è mezzo, non 1 fine allo scrivere ; come una promessa anticip"a è il segno di quella originalità stilistica, ottenuta appunto con la fusione dello scolastico e dello sciolto uso della lingua, posseduta da lui, con tale costanza. Dal Carducci, egli tolse la robusta coordinazione e la icastica del periodo, l'ampiezza misurata e potente della sintassi ; dal Manzoni la varietà e la coloritura linguistica, e di tutto ciò fece il suo periodo personale, la sua prosa narrativa, bella e fresca, capricciosa talvolta, ma sempre monda e precisa, anche quando si pieghi a dir le cose più piccine, come in quelle novelle per bimbi che saranno, come fu detto, un po' troppo difficili, ma non per questo meno piacevoli. Quale ascesa dall' À1'e, alle ultime novelle, che Egli scrisse ormai ridotto allo stremo, e pur sempre agili e gaie come le prime. Giovani di una gioventù rivelatrice di "!n sano ed equilibrato temperamento di scrittore. Alla naturità del quale la letteratura straniera e la francese in ispecie non più come elemento correttivo ed ispiratore di poco giovamento. Di Maupassant si sente l' influsso diretto, ma non soverchiante in certi racconti un po' vivi e peccaminosi, " così come in A ve, la scuola del Bourget ammaestra il giovane esordiente. nel comporre solida e quadrata la - 4 -- iblio ca Gino s·anto ..
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