' -- 7 - addetti a macchine, ben difficilmente sorvegliabili e controllabili, se non con altissimi costi. Se la cointeressenza non ne stimola automaticamente il rendimento, questo è necessariamente bassissimo. Si può essere ugua1mente costretti ali' jmpiego di salariati, per quelle ragioni che ~ccennai; ma certo ciò si deve evitare quanto più sia possibile, in una produzione economicamente organizzata. In terzo luogo : ricordiamo la diversa psicologia dell'uomo dei campi: ricordiamo particolarmente il motivo fondamentale della sua anima, l'aspirazione al possesso della terra. Il maggior guadagno ; il più alto salario, non sono per esso le molle dominanti : tale è, piuttosto, la tranquilla sicurezza deila vita, nella propria terra. · Per chi conosce la sociologia Paretiana, sarebbe facile riassumere la differenza fondamentale fra l'uomo dei campi e quello del mondo urbano-industriale nella distinzione che il Pareto istituisce fra il rentier e lo speculatore: l'uno timoroso delle novità, risparmiatore, desideroso di una vita tranquilla e sicura : l'altro perennemente avido di nuove combinazioni che consentano maggiore guadagno. Può ritenersi da qualcuno che questo più tranquillo tipo di uomo rustico risponda a un minor grado di civiltà. Ma si può anche pensare il contrario : che cioè questa piu riposata e serena concezione della vita sia in realtà assai più "civile,,. Diceva il poeta indiano Tagore, nella sua recente conferenza al Circolo Filologico di Milano : « La monotona maschera di· una civiltà commerciale non esprime lo spirito : la bellezza nasce dalla pazienza, e gli spiriti cupidi non ne hanno ». * * * Ora, date· queste differenze fra i problemi del lavoro agricolo e i problemi del .lavoro industriale, si presenta spontanea questa domanda : Il sindacato, strumento di . difesa e di elevazione d~l salariato dell'industria, può esserlo ugualmente per i lavoratori dei campi? Certo, i fini da raggiungere, come risulta. da tutto quanto ho detto, sono molto diversi. Per l'operaio delle industrie, si tratta es$en- . zialmente di problemi di salario e di orario : non così, per il lavoratore dei campi. Quando i socialisti hanno trasportato la loro azione nelle campagne, si sono .bensì occupati quasi esclusivamente di salari e di orari ; ma, appunto per ciò, hanno dovuto finire per occuparsi quasi solo di quella categoria di brac- ~,ianti,.che è la meno importante1 la meno normate1, nell'asricoltur~, I ibl ca ■ I anca Chi voglia fare opera di miglioramento delle condizioni dei contadini, deve particolarmente riflettere sulle seguenti considerazioni. Il progresso tecnico dell'agricoltura porta direttamente al miglioramento di numerosissime categorie di lavoratori rurali. Si può ben dire che, anche nella produzione industriale, il progresso tecnico è la vera fonte di uno stabile miglioramento dell' operaio : ma ciò è vero solo indirettamente, attraverso appunto le competizioni sulla misura del salario. Nell'agricoltura, invece, il rapporto è diretto, per piccoli proprietari, piccoli affittuari, mezzadri, in genere partecipanti. D'altronde all'infuori dell'incremento della produzione, scarsi sono i margini per un maggiore compenso del lavoro del contadino. Io calcolo che l'ammontare complessivo del reddito tratto dalla terra in Italia, ai prezzi del t 923, si possa ritenei e intorno ai · 20 miliardi. Di questi si può ritenere molto probabile che non meno di 12 rappresentino puro compenso di lavoro manuale : ad essi va aggiunta un' altra parte notevole, già perce·pita dai contadini, come frutto dei capitali· da essi portati alla produzione (piccoli proprietari, affittuari, coloni). Un aumento notevole di quella parte di reddito che già oggi spetta ai contadini, ove la produzione non aumenti., porterebbe dunque ben presto alla totale eliminazione del reddito delle altre classi partecipanti alla produzione. Anche dal diretto punto di vista del lavoratore, i problemi della produzione hanno perciò una importanza ben maggiore che quelli . della distribuzione. . Ricordo inoltre la necessità di tener con- . to del1a aspirazione profonda dell' animo del contadino al possesso. della terra ; della sua disposizione a sacrificare, per realizzarla, anche il compenso monetario del proprio lavo- . ro : del?a tendenza che egli ha ad elevarsi verso una condizione di maggiore indipendenza ed autonomia economica e sociale. Ed infine va ben fermata l'attenzione sull'eterogeneità delle categorie di contadini, ciascuna delle quali ha la sua ragione d' essere e i suoi propri, problemi, e sull' intimo collegamento della maggiore parte di esse coll'organismo tecnico del1a produzione agraria. La varietà dei rapporti fra lavoro e impresa, fra lavoro e proprietà, è necessaria conseguenza dei diversi ordinamenti tecnici della produ- • ztone. Chi immagina che vi sia una evoluzione unica del lavoro agricolo verso la forma del
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