• -5- ,- .. . nostri vecchi. A. questa unità lavoratrice, corrisponde quella particolare organizzazione fondiaria che consiste nella divisione della proprietà in unità poderali o colonie, più o meno proporzionate alla' capacità di lavoro della famiglia coltivatrice. I rapporti fra questa e il podere sono estremamente vari : la mente corre subito al caso tipico della mezzadria, ma molti altri ve ne sono che talora si avvicinano o coincidono col piccolo affitto, talora invece si avvicinano piuttosto a un contratto di lavoro a salario. Noi troviamo qui, è vero, una scissione del lavoro dalla proprietà, ma non ancora del lavoro dall' impresa. Abbiamo un lavoro che è più o meno largamente cointeressato al risultato dell'impresa, sia che il lavoratore debba assumere integralmente le alee, sia che solo parzialmente vi partecipi, come avviene nei casi di , colonia parziaria. li colono possiede inoltre •almeno una parte del capitale d'esercizio. Basterebbe questo per dimostrare la sostanziale diversità fra esso e l'operaio dell'industria. Ci sono, piuttosto, analogie col piccolo proprietario: una certa autonomia e indipendenza economica, l'attaccame-nto del colono al .. podere, che spesso egli coltiva attraverso una lunga serie di anni, un largo indirizzo di produzione domestica piuttosto che per il mercato. Il podere non è pel colono quello che la fabbrica è per l'operaio : è piuttosto il piccolo mondo nel quale il contadino vive con la propria famiglia. Contrasti sulla distribuzione del reddito non sono qui del tutto assenti e appaiono nella determinazione dei . patti colonici, nella misura del prezzo d'affitto ecc. Ma sono contrasti in ·limiti e con caratteri ben diversi da quelli del mondo industriale. Basta, per convincersene, ricordare che il contadino direttamente partecipa ai risultati e alle responsabilità della produzione, e all'altro fatto non -meno importante, che il colono si trova nella possibilità di salire nella gerarchia sociale, _dipartecipare in misura via via più larga e più indipendente all'impresa; da colono parziario a piccolo affittuario, da piccolo affittuario a piccolo proprietario. Cer- · to, un operaio di un grande stabilimento industriale non può sognare di esserne domani il padrone. Già di~eva Giorgio Sorel che ba- :$ta questa realizza-bile aspirazione al possesso della terra, per dare al lavoratore dei campi tutt'altra anima in confronto dell'operaio dell'industria. · Nel regime cosi sommariamente ricordato Si può sul seriò parlare di borghesia e proletariato,· in necessariacontrapposizionee·1otta ? . . . I • I a Gi o " . Troviamo poi la categoria assai meno numerosa dei salariati fissi, sulla quale, per non tediarvi, sorvolo : dirò solamente questo che, pur fissandosi il loro compenso prevalentemente in un salario annuo determinato, nonostante che qui appaia quindi qna mag- . giore analogia col salariato dell'industria, restano pur sempre profondissime diversità ; se non altro per questo, che quasi sempre il sal~riato fisso, il quale vive con la famiglia nell!azienda agricola, partecipa anche in parte ai risultati di talune delle produzioni dell' a~ zienda stessa. In altri termini, il salario fisso non è che uno degli elementi della sua retribuzione, sia pure il prevalente : altri se ne aggiungono, quasi sempre, di compartecip~- zione a prodotti. La inserzione del lavoratore manuaie nell'organismo produttivo si attenua, ma non ancora si spezza. Dove le analogie con il salariato dell'industria si fanno effettivamente molto maggiori, è nella categoria dei braccianti avventizi. Qui abbiamo veramente un lavoratore completamente disinteressato dalla produzione, che ha con l'azienda rapporti affatto effimeri: qui ~i può realmente parlare di compra-vendita di un certo numero di ore di lavoro contro un dato salario monetario. E in questo campo i rapporti fra gli imprenditori ed i braccianti si atteggiano molto più ad un caratte're di lotta che di collaborazione. Pure anche il problema dèi braccianti ha· caratteristiche affatto diverse dal problema del proletariato industriale: mi limiterò a metterne in evidenza una, di importanza fondamen~ tale. Mentre il salariato è veramente un ele1nento necessario, costitutivo della grande industria, talchè noi non potremmo nemmeno immaginare grandi industrie modernamente organizzate· senza salariati, invece non solo è .possibile immaginare agricoltura modernamen~ te organizzata senza braccianti avventizi, ma vorrei dire che ogni agricoltura bene organizzata, se non fa senza, per lo meno riduce al minimo il lavoro avventizio. Mentre nella grande industria il progresso tecnico porta al salariato, nell'agricoltura avviene piuttosto un processo contrario. • Questo è un punto fondamentale da chia~ r1re. . Quali sono le origini di qu~sta ·categoria di braccianti avventizi dell'Italia settentrionale e media ? Possiamo dire che essi rappresentano un residuo. In sostanza, si tratta di questo: che le categorie precedentemente esaminate, che sono organicamente inserite nell'organismo. tecnico della produzione agrafia, a • t
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