Vita Nova - anno I - n. 3 - 15 aprile 1925

- - 23 - legge, un libro sacro, detto Corano ; egli ne fu l'ispiratore, ma lo scri1sero i suoi seguaci, i Califfi, (Ca·liffovuol dire signore dei credenti, e quindi vicario di Dio in terra). Il Corano ha quest9 di particolare, che ha in sè la legge per ogni lato della vita, non solamente per 11 campo religioso, ma per quelli del commercio e della vita ci'vile, per la gerarchia, per qualunque atto in._cui venga a I trovarsi il credente mussulmano. E' una vera enciclopedia. Non· troppi libri difatti ci vole-. vano, perchè potevano creare ·confusione. Tutte. quante le situazioni dell'animo nostro, sono espresse dal Corano ed è per questo che, essendo varie le condizioni dell' animo, troveremo delle espressioni che non s·empre concordano tra di loro. Ma questo libro, appunto perchè era una enciclopedia del sapere e d_elculto, doveva rispondere a tutto e cosi bastare per qualsiasi mussulmano. Non c'è concezione di ·governo politico e governo ~eligioso, _chesia cosi fusa come quella mussulmana. · Noi abbiamo avuto il Papato, con un dominio spirituale ed -uno temporale, ma pure essendo in una sola persona conglobata questa duplice autorità, e' era la distinzione fra l'una e l'altra, e quando il Papa parlava, par- ~ava o come signore temporale o come vicario. di Dio in materia religiosa. Non è èosl per i mussulmani : il Califfo è il rappresentante di Dio e dei fedeli e ogni sua azione si riferisce a questa qualità che egli --ha Hi rappresentare tutto il_popolo in tut- _tele sue manifestazioni. , L'estensione del dominio fu rapidissima, e dopo Poitiers presero la Sicili3, e si impadronirono della Sardegna : arrivarono fino a Roma, e- quasi la distrussero. Non ,dobbiamo tuttavia considerare con . troppa severità l'azione dei Mussulmani ; essi fecero anche del bene, in questo senso, che rispettarono la coltura, e portarono nuove nozioni sui popoli di fondo latino e germanico . (Vandali, Visigoti). Abbiamo fra i Mussulmani degli uomini coltissimi, specialmente per quanto si riferisce alla storia, alla matematica, alla filosofia. Averroè ha· fatto conoscere al Medio Evo chi era Aristotile, perchè egli riassunse e volgarizzò le opere enciclopediche del più grande filosofo e scienziato che abbia avuto l' antichità. · I Mussulmani ebbero specialmente in onore l'agricoltura, ed i commerci, e facilitarono le comunicazioni. Con tutto questo non dobbiamo esaltarli Gino 81 troppo. Sé là civiltà latina ha avuto delle offese, le ha avute dai Mori. Tutta la tradizione del Medio Evo è tenuta viva dalla grande · lotta che si fa contro questi uomini. Essi poi · avrebbero, per la loro concezione religiosa, impedito qualunque altro svolgimento del pensiero, perchè chi non era dei loro, era contro -di loro. * * * E p~r questo veramente gloriosa può considerarsi la battaglia vinta da Carlo Martello a Poitiers. Carlo Martello era il figlio del maggiordomo dei re Franchi. Derivati da Meroveo, , questi re avevano preso il nome di Merovin- .gi, ma cosi .poco valevano che meritarono poi e mantennero l' appelJativo di re fannulloni, talchè si arrivò a questo, che ci furono due serie di dinastie : la dinastia dei re e quella dei m_aggiordomi.A un certo momento la cosa giunse a tal punto, che i re furono soppressi e li sostitµirono coloro che erano i rappresentanti, i capi veri delle popolazioni. Tra questi prevalse Pipino d' Heristal, e dopo di · Jui Carlo Martello. Carlo Martello ebbe _il merito, oltre che di avere impedito ai Mussulmani di invadere tutta la Francia, di mettersi subito in rapporto col Papa. Il Papato trovavasi in cattive condizioni, perchè egli avrebbe dovuto stare in stretti ra·pporti coll'impero d'oriente, senonchè l'impero d'oriente aveva mantenuto il decreto della iconoclastia. Egli poteva rimanere in buori accordo coi Longobardi, ma dei Longobardi non troppo fidavasi neppure quando Liutprando (che per un momento ebbe I''idea di costituire l'unità italiana) giunto fino a Roma lasciò al Papa tutto il ducato romano, e pose in certo modo la prima pietra del potere temporale. Questo fatto rron distolse il Papa da una considerazione molto semplice, che se i dominatori erano in Italia, il ducato romano sarebbe dipeso da loro. Pensò perciò di rivolgersi al popolo più forte che fosse nell'Europa cattolica, e che avesse delle ragioni di contesa coi Longobardi. Questo popolo era quello dei Franchi, e poichè Carlo Martello aveva tante benemerenze verso la Chiesa (avendo fermato l'invasion·e dei Mori), si comprende come· fosse, direi quasi naturale, questo connubio tra i Fra~chi ed il Papa; alleanza che· si verificò con la chiamata del re di Francia in Italia. La chiamata in .Italia del re di Francia, è stata poi rimproverata al Papato, ma voler giudicare col pensiero del secolo XIX, o col r •

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