.... , - , - fede nella nazione, perchè la nazione allora diventerà ai nostri occhi come un fatto fra gli altri fatti, come una cosa fra altre cose. Ma prima di addentrarci in questa ricerca peculiare è necessario che noi accenniamo alla teoria del cosidetto cosmopolitismo. L·'uomo, si dice, è cittadino di tutto il mondo, e questo concetto noi lo ritroviamo fin dall'antichità. Oggigiorno è stato riprodotto con atteggiamenti diversi, ma in fondo esso è rimasto immutato. Difatti il cosmopolitismo antico•e il cosmopolitismo moderno si accordano · in questo: nella negazione delle nazionalità, e quindi nella .negazione delle individualità. Ora il cosmopolitismo è quanto di più assurdo si possa immagnare, cosi come il cosidetto na... zionalismo puro. Sono due lati e due elementi contradditori della realtà spirituale, perchè il cosmopolifismo tende a fare dell'uomo qualche cosa di universale, e quindi a fare dell'uomo . un astratto, un indeterminato, laddove il nazionalismo puro, da distinguere naturalmente dal vero nazionalismo di cui noi parleremo, si rinchiude nell'idea della nazione come qualcosa di determinato da tutti i lati. Ora nè l'universale esiste in sè e per sè, e neppure l'individuo esiste in sè e per sè; sono due realtà,.se cosi possiamo ehiamarle, monche, unilaterali, parziali. 11 La vera unità spirituale è rappresentata, come sappiamo, dall'unità dell'individuo coll'universale. Guai se l'umanità fosse un cielo tutto calmo, non solcato mai da nessun guizzo, e da nessun lampo; l'umanità non potrebbe avere . coscienza di sè ! Noi, come uomini, abbiamo coscienza dell'essere nostro, in quanto continuamente ci differenziamo; ora. le differenziazioni dell'umanità costituiscono precisamente quello che noi chiamiamo nazionalità. Ma, se l'umanità non esiste senza differenziarsi, e questo differenziarsi costituisce l'articolazione vitale dell'umanità, noi dobbiamo dire che le nazioni, come l'eterno differenziarsi dell'umanità, costituiscono la necessità stessa dell'umanità. Dunque, direte voi, la nazione rappresenta qualche cosa di òriginario ? Si, la nazione rappresenta qualche cosa di originario, ma non nel senso che essa sia assolutamente determinata fin da principio. Altro è l'originalità di cui noi parliamo, altro è l'originalita di cui si parla comunemente. L'originalita di cui parliamo noi è un che di vivente, è un virgulto vivo dell'albero che è l'umanita. Invece l'originalita comunemente considerata è. il ramo tolto dal proprio tronco, il ramo essiccato. In altre parole, altro è concepire la nazione come un fatto, altro è concepirla come una forza · o Bia ca I perenne, cioè come fare, Concepire la nazione come fatto significa farne qualcosa di materiale, laddove, essa ha un senso in quanto si costuitisce come attua- _zionedi spiritualita. Credo che, posto il problema della nazione in questi termini, esso si chiarisce da sè, Se ]a nazione è l'espressione dello spirito nostro, possiamo spiegarci i così detti contrasti nazionali. Noi da un punto di vista falsamente umanitario possiamo deprecare i contrasti fra nazione e nazione ; ma ess1 precisamente costituiscono la ragione di vivere della naziqne. Guai se per un momento la pace regnasse in tutto quanto il mondo umano ! La pace denoterebbe arresto, morte, quiete assoluta. · I contrasti quindi sono la necessita stessa della nostra umanita; noi possiamo lamentarci di essi, ma il Ian1entarsi non giova. Noi in tanto sentiamo di vivere, in tanto sentiamo che la vita nostra ha un valore, in quanto essa è drammatismo, e drammatismo continuo. Le nazioni in tanto progrediscono, in tanto sentono il pungolo di andare avanti,_in quan1o esse lottano, e la lotta non può portare che la guerra. Perchè la pace che cosa sarebbe senza il suo opposto che è la guerra ? essa diverrebbe una cosa idillic:?, cioè la negazione di qualsiasi movimento, o di qualsiasi progresso. Dunque i contrasti vi devono essere, perchè sono appunto questi contrasti che fanno· sempre più differenziare le nazioni, e quindi le fanno progredire. Ma allora, come noi possiamo designare la nazionalita ? Voi dite che il linguaggio non basta a dare una determinazione .della nazione benchè esso sia uno dei caratteri costitutivi della vita nazionale. D'altra parte, non si può identificare neppure la religione colla nazione, perchè difatti le· differenze di religione non impediscono che i popoli si affratellino e costituiscano appunto la nazione. Neppure il territorio può essere un elemento per designare il concetto di essa. Dunque nè il territorio, né la religione, né .il linguaggio, é stato detto, da sé soli considerati non possono costituire quella che noi chiamiamo senz'altro nazione. Ma se escludiamo questi elementi, che cosa rimane? Rimane precisamente l'ingegno: l'ingegno é il creatore della nazione, l'ingegno nel senso giobertiano costituisce la vera peculiarità della nazione. Ma che cosa intendiamo per ingegno? L'ingegno é la stessa mentalita che descrive la sua storia. Ora se l'ingegno é la vera realta spirituale, e come tale é il creatore della vera nazione, • • . . ,
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