' • Scie-nzaPolitica ,I • ,. ,, I PROF. GIUSEPPE SAITTA lf l I. I t • IL CONCETTODI·.NAZIONALITA' SERA DEL 19 DICEMBRE 1924 P • I ER noi lo stato, come si è visto nelle due precedenti lezioni, ha un carattere morale; e quindi come tale esso racchiude tutta la vita ampia e mossa dallo ·spirito. Tuttavia parecchi filosofi e teorici del diritto negano che lo Stato possa rappresentare l'eticità o la moralità di un popolo. Essi dicono: lo Stato è rappresentato dal governo del tempo, e però è naturale che lo Stato non possa essere concepito altrimenti che come provvisorio, cioè come un organismo caduco. Ora è vero che ir governo costituisce una parte sostanziale dello Stato, ma il governo non può identificarsi senz'altro collo Stato. Il ·concetto di Stato ha una significazione molto più universale, cioè a dire esso rappresenta tutta la vita della nazione; e quindi nessuna manifestazione splritu1le si può conc.epire fuori di esso. . · Ma è qui propriamente che sorgono le maggiori obbiezioni. Dunque, direte voi, noi dobbiamo identificare tout court la nazione collo Stato? Questo è precisamente l'assunto che io mi propongo di dimostrare colla maggior brevità possibile. Tutti quanti, quando parliamo di nazione, ci riferiamo alla consanguineità del sangue, e però quelli che apparteng9no alla medesima. stirpe, o anche alla medesima razza, costituiscono la nazione. Ora fin da principio noi dobbiamo dire francamente che questo è un concetto che noi non possiamo assolutamente accettare, perchè per noi la nazione è una realtà politica, e come tale essa non si può considerare fuori di ciò che ·chiamiamo spiritualità. Del resto, basterebbe esaminare anche superficialmente gli ~tementi çostitutivi, vivi, operanti · ~ella • eca 1n • • 1a o nazione, perèhè noi possiamo subito~ convin- · cerci delJa spiritualità di ·essa. Un elemento della nazione e del concetto di nazione, è stato detto, è la conservazione, e un secondo elemento è il -dinamismo. Difatti ogni nazione ha una tendenza incoercibile a fondere nella propria lingua e nei propri costumi gli altri popoli. Su questo punto io richiamo tutta la vostra attenzione. Se realmente, q-uesto credo· che nessuno possa negarlo, ogni nazione tende incoercibilmente a fondere nella propria lingua le aItre •nazioni o gli altri popoli, vuol dire che la nazione non è una realtà per sempre fissata o definitiva. C'è in essa un potente anelito, che è espressione di spiritualità. Non abbiamo detto, nella lezione prece- _ dente, che è solo lo spirito che si attua, si sviluppa, mentre la natura è quella che è, ferma, immutabile, insopprimibile? Ma c'è anche un secondo elemento, o chiamatelo pure un secon·do fattore, della nazione che è quello conservatore, cioè la tendenza a costitu1re uno Stato. proprio. Dunque, due sono i principi veramente vivi della nazione: il principio conservatore e il principio dinamico, ma l'uno e l'altro non si debbono assolutamente scindere. Ogni nazione tende a crearsi uno Stato, non solo, ma tende anche a fondere tutti gli altri popoli nella propria vita o nella propria spiritualità. Ma, se è cosi, la nazione non ci si può più presentare come un semplice fatto, anzi essa si distingue per la sua grande mobilità, e difatti tutte le volte che tentiamo di formarci un concetto definitivo di essa, noi non ci riusciamo, perchè la nazione non si può, diremo cosi, quantificare. Essa, come vedremo, è al di fuori del territorio, è al Qi fqori gella lingtta .. / I
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