Vita Nova - anno I - n. 3 - 15 aprile 1925

arrivare anche ai sei. T aie sistema viene .m. antenuto, sopprimendo ogl)i anno i tralci che hanno fruttificato e che vennero disposti nel modo ora detto, sostituendoli con altri generati dalla pianta nell'anno stesso, in prossimità della ripiegatur~ dei tralci o da speroni lasciati sul tronco della • vite a questo scopo. · .. Nel sistema romagnolo invece, la parte fruttifera della vite, anzichè venire distribuita da un tutore .ad un altro, viene disposta alt' .infuori, in senso normale al filare (assicurata ad appositi fili di ferro mantenuti e çorrei:iti ali' estremità di una serie, di pali, di _l~nghezza variabile, alla loro volta sostenuti da tiranti ché li ferma no ai tutori, al tronco dei: quali, sopra o sotto l' inforca tura dei rami, a seconda delr altezza, sono fissati da opportune punte metalliche) si da formare una specie di pergolato, che viene detto appunto pensile, od il cosidetto berceau, che può essere : semplice, se costituito da un lato solo del piantamento, doppio, se da entrambi. . -~ Con questo Ìistema, anzichè mettere a frutto la -vite su tralci di .un anno, la si fa fruttificare principalmente su tralci di due o più anni, le classiche tirelle, sulle quali, venendo opportun~ente lasciati alla potatura degli speroni (tralci generati l'anno precedente tagliati a'due o· quattro gemme) vengono dette tirelle speronate. Le tirelle speronate vengono disposte_ ali' infuori del piantamento, o come suol dirsi a filo ; i tralci di un anno, ordinariamente nel piano del filare, da un albero all' altro. - È però molto meglio portare anche questi al filo, sia agli .effetti di una buona produzione che di un minor adugiamento del ter.reno sottostante. . Anche qui, il numero dei tralci e delle tirelle da lasciarsi per ogni pianta, de've determinarsi di volta in volta. Di regola però : due o tre tirelle speronate per ceppo, e da due a quattro capi a frutto. La potatura si ·eseguisce togliendo le tirelle speronate possibilmente annualmente e sostituendole con dei· tralci di un anno -- quelli opportunamente lasciati· ~ che dovranno essere potati a speroni, e che, ·si avrà a·vuto cura di osservare_, si _portano da un punto del tronco più alto di quello di partenza della tirella. .. Questo sistema ha incontrato il generale favore degli agricoltori. Per quanto non scevro di difetti, presenta vantaggi sul bolognese tipico, specialmente in fatto di produzione, che qui riesce maggiormente abbondante ed anche migliore per qualità e regolarità, venendo l'uva a godere in maggior coppia luce e calore solare, fattori questi jn ~ modo decisivo agenti sulle buone qu~lità finali del prodotto. . Oltre ai descritti sistemi di potatura, di notevoli in provincia non hanno a notarsi che una modificazione del , sistema tipico bolognese, consistente nel sostituire ai tralci di un anno, tirelle o catene permanenti, potate in maniera da lasciarvi tanti sistemi, costituiti da un cornetto o sperone, e da un capo a frutto (che viene tagliato a 4 o 6 gemme) che di tanto in tanto, ·vengono sostituite, ed in cosidetto sistema afilonale, ideato dai sig.ri Bergonzoni di Sant'Agata Bolognese, attualmente va estendosi, incontrando ·pienamente il favor.e degli agricoltori. Consiste nel ridurre gli attuali piantamenti ad enormi spalliere. lnfatti gli alberi vengono iblio eca Gino Bianco ridotti a veri e propri pali viventi, ~ed apche, sul piàntamento, di molto diradati, nonchè sostituiti, con pali tenuti fermi da tiranti di filo di ferro. La spalliera, si parte generalmente da un'altezza di m. 1,20- I,40 dal suolo (pr-imo filo di ferro) e si estende in altezza per quattro o cinque altri ordini di filQdi ferro, fra di loro distanziati 80-~ 90 centimetri, assicurati tutti '· agli alberi od ai pali, sui quali fili vengono legati i tralci, che si trasformano poi in tirelle permanenti ed alle quali si attua una potatura analoga alla precedente. I vantaggi di questo sistema, oltrechè da un aumento e miglioramento di produzione, sarebbero dati da un minor ombreggiamento del terreno, dalla facilità di compimento delle varie operazioni colturali, ecc. *** .. Molto si è discusso sulla convenienza o meno della coltivazione della vite in alberate. Che siano convenienti, per qÙanto non scevre di difetti, lo dimostra il fatto che ne abbiamo traccie e notizie fin da tempi remoti. (Affreschi degli scavi di Pompei ce lo ricor- , dano, e Columella, Plinio, ecc. diffusamente ce ne partano) e che non soltanto vengono mantenute, ma si perfezionano ed estendono. ~ . .· Discordi sono i pareri sulla qualità del prodotto, per quanto però esistano dati di fatto incontroverti~ili ad annullare l' errato pregiudizio, che con le alberate cioè si otten-. gano vini meno buoni. Certo che bisogna preferire quei vitigni, e sono molti, bianchi e rossi, che a tali sistemi mostrano di meglio adattarsi. Terminiamo queste note, con _una freddura (che tale puramente consideriamo qualora vogliasi estendere, nel suo significato, alla viticultura alta delle nostre zone) riferendo cioè quanto. il celebre agronomo ingl~se Arturo Young visitando l' Italia ebbe ad esclamare assaggiando dell' asprinia di Aversa ~ ora capisco,perchèhanno appiccala la mamma, se il figlio è stato cattivo ~. Bologna, 28 marzo /925. Dott. ANTONIO ZAPPI RECORDA TI 45 - •

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