.. in modo opportuno, come da tempo remoto venne appunto consigliato (Columella~ Soderini, ecc.). . . Un'altra ragione dell'uso dell'olmo è, e ce lo dice Columella « perchè reca a buoi giocondissimo pasto >➔, ser-- vendo, come è notorio, le sue foglie d'alimento al bestiame. Attualmente però, contrariamente a quanto avveniva in passato, la foglia d' olmo non costituisce un vantaggio ap- ·prezzabile per l'economia delle nostre aziende agricole in quanto 1' utilità ne viene annullata dal notevole impiego di ~ano d'opera necessaria alla sfogliatura, e dall'elevato ·costo di questa. . Viene· quindi chiarito un punto: quello cioè della adozione di tutori, sterili, utilitariamente parlando, invece di - produttilJi - quali potrebbero essere pei frutti, le foglie ed il legno. ~ · L'allevamento a potatura dei tutori, varia non tanto a seconda della loro specie, quanto delle località nelle quali vengono usati, ed è generalmente correlativa ai sistemi di .. allevamento e mantenimento a produzione (potatura) della vite. Sempre inton~ti cioè a permetterle lo sviluppo normale di cui abbisogna, mantenendone in pari tempo arieggiati ed illuminati i tralci. .. • Abbiamo cosi i tutori presentanti la chioma conformata a vaso o corona, su quattro branche, od alla romagnola (due in senso normale al filare, dalle quali se ne originano due per parte, secondo il senso del filare) e quelli a due branche od a V, od alla bolognese, poste nel piano del filare. La prima maniera è caratteristica del aircondario d'Imola, ed attuata di regola cogli aceri, eccezionalmente cogli .olmi ; Ja seconda, del bolognese propriamente detto, è di regola attuata cogli olmi ed eccezionalmente cogli aceri. Colla prim~ maniera si hanno generalmente le biforcazioni dei rami a minore altezza dal suolo che colla seconda nella . ' quale le due branche costituenti il V caratteristico, può divenire notevole e che, secondo una recente modificazione d~l tipico sistema di coltura della vi.te, possono persino · venire allungate con rami o con pali. *** T raltiamo ora della vite, o meglio dei sistemi di potatura corrispondenti al suo allevamento nelle alberate. Non riuscirà superfluo qualche cenno sommario sulla ·potatura, e cominciamo coli' affermare che è l' operaziòne di maggiore importanza che abbiasi ad eseguire in viticultura, poichè principalmente da essa dipendente lo produzione della vite. Nel nostro caso - nelle alberate - non_ può 1 appartenere che a quel tipo che dicesi lunga od a più ~tralci, caratteristica delle terre fertili, ricche e lautamente concimate, nonchè da climi moderati freschi ed umidi. Lo scopo principale della potatura, è quello di ma~tenere equilibrato lo sviluppo della parte aerea della pianta con quello della sua parte sotterranea· (nonchè la forma assegnatale colla potatura di impianto o di foJimazione) equilibrio correlativo alla normale vegetazione della pianta . I e ad una più costante, abbondante e migliore produzione. ~ Ma anche, di predisporre la pianta alla fruttificazione, non soltanto per I' anno presente, quanto pel successivo, poichè la vite fruttifica sul ramo o tralcio dell,anno precedente. Deve però essere eseguita in relazione sempre al soggetto . che trattasi, e specialmente in consider.azione del fattore rigogliosità della pianta stessa. E pro-valo, che ,tutte quelle ~ opera~ioni import~nti nella vite in certo tal grado di indebolimento, sono correlative ad elevate produzioni - incli- .nazione dei tralci, torsione ecc. - Colla potatura si tende inoltre ad assicurate la maggiore aereazione ai suoi organi, nonchè ad essi ed ai frutti la maggior quantità di -iuce e di calore ; a rendere regolare e possibile la esecuzione dei lavori necessari _alla sua coltivazione ed a quelle delle altre colture erbacee consociate. Non bisogna però tendere, colla · potatura od in qualunque altra maniera, alle produzioni eccessive, essendo queste di solito scadenti. per qualità, ed· importanti un indebolimento notevole nella resistenza e nella longevità delle viti. Circa poi I' epoca nella quale eseguirsi, come della lun- . ghezza e numero dei tralci da lasciare per ogni ceppo, non scendiamo a dettagli, variando, l'epoca. a seconda del clima, del .terreno e della età e vigoria delle piante ; la lunghezza ed 11numero dei tralci, dal sistema adottato, nonchè dalla vigoria dei soggetti stessi. Si co,ne abbiame distinto un sistema di allevamento e potatura dei tutori dalr altr~, dobbiamo ora corrispondentemente distinguere quelli della vite. · ...Hanno in .comune il modo di portare ed appoggiare (p1u. o m~no 1n alto) il ttonco della vite al tutore. Si differenziano 1nvecé nel modo di appoggiare alle branche del ~utore. stesso ~ di distribuire a quelli vicini, od ali' intorno, 1 tralci o capi a frutto, le tirelle o catene ecc. cioè la parte produttiva delle piante. Nel sistema bolognese, si.fa giungere molto in alto, sulle bran~he del. !1' del tutore, il tronco della vite e poi i suoi tralci, che_ s 1.nclinano obliquamente nel piano del filare,· f~r~ando~i al tronco od alla branca prospicente del tutore vicmo. ~• ve~gon~ così ad incrociare coi tralci analogamente disposta dell albero vicino dando luogo, fra tutore e tutore, alla formazione delle caratteristiche incrociature a mandorla. Il numero dei tralci ~ frutto portato da ogni vite varia a__seconda della sua vigoria ed anche delle qualità del v1t1gno; generalmente oscilla dai due ai quattro; può però - 44 Bib io eca Gino Bianco
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