Altevamento· e Potatùra della ViJe in Provincia di Bologna Quando si ~aria di viticultura alta, nella nos~ra provincia, non può che riferirsi ali' allevamento ed alla coltivazione della vite nelle classiche alberale o piantate, nelle quali cioè la vite, che è una pianta sarmentosa-rampicante, viene opportunamente fatta poggiare (da due a quattro ceppi) ad alberi __:_ tutori vivi o mariti - in modo acconcio piantati ed alleva~i, che, nell'assieme, il caratteristico aspetto alle nostre campagne e ne rappresentano uno dei principali · fattori di dovizia. Evidentemente con questa foggia di coltivazione .della vite, abbinata cioè a quella delle essenze arboree fungenti · - da sostegno, e con queste consociate alle coltivazioni erbacee I sottostanti e circostanti, notevole importanza viene ad avere il tutore, specialmente per quanto ha riferimento : alla specie alla quale appartiene; alle sue modalità d'allevamento e . di formazione definitiva, ad ottenerne quella disposizione nella impalcatura dei rami, _della quale la miglior e maggior copia abbia a servirsene poi la vite, a sua volta al~evata e curata in modo corrispondentemente opportuno. Una considerazione quindt aprioristica, a proposito dei ~utori. E§si, è vero, possono appartenere alle più svariate specie ( •), ma se si pone mente però alla funzione che sono chiamati a compiere, ed al fatto che è la vite che si vuole coltivare, e quindi il suo· rendimento massimo lo scopo. della coltura, ne deriva che le specie legnose usate non potranno, per peculiari caratteristiche, corrispondere tutte allo stesso (t) Aceri, olmi, bagolari, frassini, ornielli, salici, pioppi neri. quercie, ceui, ontani, cornioli, fruttiferi, gelai, olivi, ecc. modo, ma bensì in modo diverso, sì da· farne considerare talune utili e tal altre addirittura da~nose. Una spece arbocea, agli effetti considerati, si dedurrà essere utile o meno, in considerazione ~ .... della posizione che assume in relazione alla coltura della vita e delle erbacee consociate per la contesa del nutri mento ~ ; quelle quindi « ad apparato radicale pochissimo espanso, non superficiale, meno esigenti e bisognose nel riguardo dei fertilizzanti, sono da preferirsi alle altre a que~ti caratteri opposti >►• Considerando poi « l'azione variamente, ma sempre dannosa che 'I' aduggiamento prodotto dalla chioma degli alberi esercita I sul terreno sottostante, se ne deduce che come -qualità integrante la prima, le specie da adottarsi debbono presentare chioma pochissimo f oha ed espansa, ed a fogliame minuto » (2 ). E la pratica ha tenuto conto di queste probatissime verità, poichè se si toglie qualche eccezione, i piantamenti della nostra provincia sono formati con oppi o /oppi {acer campestris) e di olmi ( ulmus campestris ). I p~imi (particolarmente usati nel circondario d'Imola) sono i maggiormente corrispondenti, sotto questo particolare aspetto ; i secondi (usati nella restante parte della Provin~ia ), certamente sono meno corrispondenti dei primi, ma non pertanto però .in considerazione del loro particolare adattamento ad ambienti agrari speciali, nei quali cioè l'acero non si troverebbe ad agio, abbastanza bene corrispondano purchè allevati e notati (!) Don. A. ZAPPI RECORDA TI - Dei tutori a,fvi della vite e della formazione dei piantamenti, Caaalmonferrato, Un. Tip. Popolare, 1922 (esaurito). - 43 - Biblio eca Gino Bianco·
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