Vita Nova - anno I - n. 3 - 15 aprile 1925

.. crisi di produzione di cui sono in gran parte responsabili quei supercritici che ·hanno un metro speciale per misurare l'opera d'arte, ed a furia di stroncare, vilipendere, criticare e insegnare dove I' arte sia e dove no, hanno imbastardito il gusto del pubblico con l'esotismo del loro gusto personale, ed hanno messo lo spavento fra i giovani. ·Giova volgere il pensiero alla serena e schietta arte dialettale, sperando che alm_eno da essa èi giunga il capolavoro che indarno aspettiamo dai cosidetti scrittori di « commedie in italiano ~. - In italiano: sì, quando però non siano scritte in francese. *** .. Dunque Sem Benelli a Roma ha ottenuto un grande successo con . il suo ultimo melodramma ~ L' Amorosa tragedia ». - · 11 pubblico è andato ia visibilio : la critica ha rotto i · freni aU' entusiasmo 1 e per poco non è giunta a dire che Benelli è più grande di, Vittorio Alfieri. Perfino Adriano Tilger ha scritto un articolo di lode, . \ con gran solliev':)· .del suo intelletto esacerbato dalle altre ignobili fatiche d' arte. · · Mi fido poco. · . · . ' Se Tilger ha detto bene, gatta ci cova. Se il critico del Mondo, ha sciolto il verbo elogiastico, mi viene il vago sospetto che tutto il chiasso, gli applausi, gli osanna, abbiano altra ragione della poesia e dell'arte. E che c• entri la politica. , ,, Tanto è vero che il Giornale d'Italia dedica la prosa Raccida del consueto articolo di fondo ; proprio alla melotragedia benelliana, e vedi sincerità, la intitola « I bianchi • • e I nera•· , Rieccoci ali' arte strumento di passioni e di paci pubbliche, secondo ·quanto risulta dalle rievocazioni balor:de del Giornale d1 Italia; ràgione per cui direbbe un notaro, è legittimo veder con occhio poco benigno questi anf anari dell' avventino attorno ali' opera di uno scrittore. che sarebbe veramente grande se invece di pensieri potesse tradurre drammi la sua infinita presunzione. Intanto, e dalla lettura della trama, e dalle su riferite lodi politiche risulta evidente che per Sem Benelli, il teatro ed il verso sciolto a misure alternate, furono non fine ma mezzo per far~ opera di propaganda poli tic~ : con la sua Amorosa tragedia, .e poichè a parlar di pace e di . . . . concordie civili, « facendo ammazzare alla fine,. il perfido fazioso ». si ha l' aria .di uscire dai simboli, per scendere alle indicazioni ad personam ; così, ci domandiamo : non che cosa voslia Benelli, ma che sperano gli zelatori della sua nuova speranza farisea. Ma non ci preoccupiamo. Benelli è un colossale trucco come artista e come uomo, mena gramo perfino a sè stesso : tant • è vero che la sua lega italica è morta il giorno stesso del nascimento. COVIELLO I - 41 ,· Biblioteca Gino • 1anco \ . . Mostra Romiti al -'' Cen.acolo '' Queste iniziative del « Cenacolo >► per far conoscere, attraverso mostre personali, gli artisti italiani nell'ambiente bolognese, che pare ancora tanto refrattario, sono benemerite e debbono essere sostenute. Ciò non implica l'elogio incondizionato e a ripetizione da tributarsi agli artisti che espongono: anzi per la critica è proprio venuto il momento di dire pane al pane. · Gino Romiti è un pittore maturo che certamente ha già dato ali' arte il massimo eh~ poteva dare ; la sua pittura in cui l' elemento grafico prevale su quello coloristico non consente certamente altri sviluppi. Romiti se ne vive della sua arte in Toscana dove è anche noto per ·una monografia che lo riguarda pubblicata tempo fa dal defunto Giovanni Rosadi. Se in questa pubblicazione il pittòre sembra eccellere più che nella realtà dei suoi quadri, noi crediamo dipenda dal fatto che la loro riproduzione in bianco e nero ne fa risaltare le migliori qualità artistiche di carattere,_ del resto, tutto toscano: una linea estremamente asciutta, un disegno abile e significativo, una magrezza piena di valore per la struttura della composizione. Ricordiamo a questo proposito i- quadri Villa a Montenero e Il fico, oltre le tre visioni' di Livoro'o Medicea. In quanto al ~olore, esso produce la stessa impressione di un timbro metallico ed ha una intonazione quasi mono- ,. cromatica prevalente che toglie ogni effetto di plastica · voluminosità. Ciò deriva in gran parte dagli stesssi soggetti dei quadri e dalla ispirazione che mira a rendere il ' - predominio caldo-arancione della luce sul risalto delle I ombre. Dopo aver tanto operato (certo i quadri esposti al « Cenacolo >► non sono c-he una minima parte del com-· plesso della sua produzione) Gino Romiti cade ancora qualche volta nel dilettantesco, come per esempio nelle antipatiche Gabbie di canari. D_opo queste premesse, riconosciamo al Romiti due grandi meriti : prima quello di essersi conquistata una tecnica e una concezione tutta personale dell' arte sua, bénchè all'infuori dell'interpretazione del paesaggio, nessuna idealità animi quest'arte, ciò che invece noi dobbiamo chiedere e pretendere dagli artisti. · Romiti dunque non è un comune imitatore, un vuoto seguace di mode, benchè abbia lavorato proprio nello oscuro periodo del massimo disorientamento artistico nazionale - Romiti è una personalità integra, spontanea e conseguente a sè stessa, se pure non è una grande personalità. Secondo m~rito suo è di non essere un bluffista, nè un ricercatore di grandi effetti gratuiti. Si sente che quello che ottiene lo ottiene con sincerità diretta di mezzi tecnici di cui è padronissimo e di cui onestamente si guarda dal1' abusare. La sua arte, noi bolognesi, la potremo_. definire « falsa magra )>. ~(ORCIO PINI - • ... •

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