Vita Nova - anno I - n. 3 - 15 aprile 1925

.RASS-EGNE E -RECE.NSIONI LE LETTERE Alfonso Rubbiani fasci sta . E uscita di questi giorni, dalla Casa editrice di Licinio Cappelli, una bella raccolta di Scritti vari, editi .ed inediti di Alfonso Rubbiani. Per la raccolta importantissima, ha scritta la prefazione Corrado Ricci. Alla ricchezza del testo, non si poteva dare cornice più degna. Per parlare di Alfonso Rubbiani compiutamente, bisogna averlo conosciuto come il Ricci lo conobbe, non soltanto nelle opere - le quali sfidando il tempo, restano a testimonio del suo alto intelletto e del senso d'arte che informa va l'animo di lui - ma nei suoi sentimenti e nella intimità della vita eh' egli- viveva con singolare passione di . artista. I più non pensano che a Rubbiani, restauratore incomparabile della Bologna m.edioevale ed ignorano lo scrittore, .il polemista, il critico; vale a dire che si son fatti del Rubbiani un'idea non compiuta, impari al modello. Dice Corrado Ricci: 4< Non credo che mai anima di :cittadino sia stata, più della sua, indissolubilmente legata ali' anima della sua città » ; e dice bene con giusto riferimento a quella maggiore attività artistica dell'amico, ma bisogna aggiungere che quel vincolo, era per Rubbiani un modo sentimentale di vita, non tutta la sua vita, uno stimolo - se posso esprimermi così - ed una passione, ' cui servivano di alimento qualità disparate e possenti : la cultura, il buon gusto, e la liricità perenne del cuore, che .fu cuore d'artista eletto e ttavagliat~. Il fondo dell'anima sua era melanconico. Sognava pensando, e pensare era per lui sognare un poco, come in una atmosfera irreale, dove il senso della vita e dell'arte si fondevano in un palpito solo. Poeta, per questo, ma un poeta cui, alla mancanza del verso, che è un dono, sopperiva la visione di armonie architettoniche e plastiche, realizzate nella materia istessa dell'arte; rievocate dal passato con felice intuito degli stili e ~elle epoche, in quanto gli uni e le altre, siano, come in realtà sono, i segni eternali del genio di una stirpe e di un creatore. Coteste virtù non puramente evocative, in potenza ed in atto, fecero di lui il più grande ricostruttore della Bologna medioevale, e non è meraviglia che Rubbiani preferisse il medio evo merlato, corrusco, potente e ieratico, se l' an.ima sua di credente, in quella età trovava come realizzato nella storia e nei monumenti il suo sogno istesso. Sogno d'uomo che pareva fuori del suo tempo o in contrasto con esso, a cagione di certe asprezze virili del pensiero nettamente cattolico, e per certi atteggiamenti J di buon combattente· antisettario in tempi di settarismo, e tradizionalista, quando l'andazzo comune era anticlericale e fazioso. Rubbiani ha vissuto la giovinezza e la maturità quando Bologna si andava evolvendo verso le conseguenze estreme del liberalismo, massime dall'avvento della Sinistra al potere, fino al prorompere del socialismo, nei tumulti delle masse. Ma la politica ebbe in lui un assertore solitario di certe verità basilari ed invincibili, taluna delle quali il fascismo ha poi rafforzate con l'entusiasmo della sua patriottica , . . g1ov1nezza. . La sua chiaroveggenza lo straniava dalle volgarità in che andava affogando, non Bologna soltanto, ma l'Italia, e l'entusiasmo della sua fede, nutrita di -tanta dottrina e calda di tanto ingegno, lo ponevano, con Alfredo Oriani, di cui era amicissimo, nel novero dei precursori ideali. I Chi scrive questi brevissimi cenni di rievocazione, ha assistito ad una scena delle più belle e commoventi al caffè San Pietro. in luogo pubb,lico dunque, alcuni giorni dopo che il Solitario di Casola, avea data alle stampe la sua Rivolta Ideale. · Alfonso Rubbiani, incontrò Oriani, che era in mia compagnia, e fattosigli affettuosamente da presso lo baciò e lo abbracciò ripetutamente esclamando con le lacrime agli occhi.: « Ho finito or ora di leggere la Rivolta. Sei il più gran cuore d' Italia, sei il solo italiano vivo in mezzo a una folla di morituri ». Coteste parole, oggi, trovano una riconferma e son chiarite in esfenso da questa lettera di Rubbiani ad Oriani pubblicata nel volume degli Scritti lJari, per la prima volta. Dice la· lettera : ~ Ho letto il tuo libro che è insieme storia e poema, scienza e profezia. L'epilogo dell'età che abbiamo visto, o dipinto, non poteva essere scritto con maggiore folgorìo d' intelletto e d'animo. La tua Rivolta Ideale, è un• alba tempestosa, ma un• alba del giorno, del gran giorno, in cui lo spirito e la virtù riconquisteranno un primato sociale. » Nella tua accusa al secolo ho visto gli spunti che diverranno ,musica ed ordine ; Noi non ne godremo, ma li ho salutati con gioia dalla lunga malinconia di catacomba in cui visse· la mia anima credente e cristiana. Una volta a me, che -fui sempre un po' Fausto, astrologo e cristiano, tu eri Mefisto I Ebbi qualche ribrezzo di te, ma ti amavo. Tu lo sai. Il poema varia. Salgo volontieri sul . tuo mantello. Non ai fuochi fatui del tuo Brotteu, ma andiamo ali' altezza di un Sabba dove spira lo spirito che s~enderà poi benefico e vivificatore alla pianura. >► E· restiamo là, fino a morte. >► Pioveranno allora le rose sul mio antico Mefisto divenuto arcangelo della verità, della bontà e dell'amore. >► .Intanto ti abbraccio, ti bacio, e avanti.». • - 39 -- , • i o Bianco

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