Vita Nova - anno I - n. 3 - 15 aprile 1925

L'ordine definitivo fu di trasportarci a Leopoli, riattraversando mezza Polonia. Coraggio e avanti, spesso a un'andatura di dieci chilometri ali' ora per lande acquitrinose e selvaggie. Durante una fermata a Lublino, ci raggiunse uno dei \ . miei fanti che alla partenza da Varsavia non aveva risposto ali' appello: un piccolo abruzzese· che dopo essersi perduto nella città, in una terra ignota, a due mila miglia dal suo paese, aveva saputo trarsi meravigliosamente d'-impaccio, infilarsi senza biglietto in un treno abbastanza veloce, e con l' istinto di segugio fedele, ritrovare i suoi commilitoni. Tra le colline galiziane cosparse qua e là da cimiterini di guerra, apparve Leopoli: la fine del calvario. · Naturalmente non sapevano nemmeno là del nostro ' arrivo. Dopo qualche ora si scomodò un pezzo grosso della guarnigione, che fece riunire ed inquadrare gli ospiti indesiderabili, e dopo avermene consegnato regolare ricevuta, si pose alla loro testa guidandoli verso la cittadella. Salutati i miei ostaggi, salutata in breve giro la città decaduta dallo splendore dell'amministrazione austriaca e piena di inquieta tristezza, ripartii col diretto di Cracovia. Un ultimo giorno di treno, stavolta libero e solo, per raggiungere e fermarmi a mio agio nell'antica città sacra ai Re polacchi. Un'ultima sfilata di nomi celebri: Przemysl sulle bionde campagne del San, Tarnow, il Dunajez, la linea. azzurra dei Carpazi. E la sera del decimo giorno l'ingresso a Cracovia, accoltovi entro i turriti bastioni da un vetturino che già nostro prigioniero mi rivolse la parola in italiano; e al confortevole albergo Franzuski, dagli ufficiali della nostra missione (ti ricordi, vecchio alpino Paolo Monelli?): i volti e le voci della Patria. C. F. ZANELLI CRACOVIA - LA PORTA FLORIANSKA 34 - Biblioteca Gino Bianco

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