Vita Nova - anno I - n. 3 - 15 aprile 1925

LA TOMBA DEL CARDELLO Domenica 26 aprile è l'anniversario della marcia al Cardello : pellegrinaggio di Giovinezza alla tomba non più deserta del Solitario di Casola V alsenio, assertore della nuova Italia, quando l' Italia impigriva e si degradava nel mercato elettorale di tutte le demo- . craz1e. Il grande precursore ha ora il consenso d' Italia, ali' opera sua, ed il pensiero eh' Egli martellò in trenta volumi, al vertice de' quali sta la Rivolta Ideale, è oggi il nostro . pensiero, com e quello che l nella propria fiamma purificatrice illumina l' aspro ma bello cammino della ascesa. La tomba eretta sul poggio che guarda la valle ridente del Senio, fu celebrata dalla parola di Benito Mussolini, e da quel giorno memorando, il cuore dell' Italia fascista attinge la missione storica gli deriva soltanto dalla individualità, e non può andar oltre questa. » Il compierla più presto, e più largamente, è dunque legge suprema ; la gerarchia degli ordini non esprime che la graduazione degli individui in tale funzione. » La nàtura li prepara, la vita li elegge . » Non tutti gli eleggibili vengono però eletti ; molti anzi, che meriterebbero i più alti gradi, rimangono in basso, o perchè un. ostacolo esterno sbarrò loro la strada nel miglior momento e furono cosi sorpassati dal rivale, o perchè un difetto bastò a paralizzare in essi l'accordo delle più grandi qualità, o una più severa virtù li rese inadatti alle inevitabili degradazioni di tutti gli • • A • • • 1n1z1al sothntes I di tutti i compromessi. Ma invisibili nella prospett iv a storica, . . essi compiono edall'opera di Al- w' ~======-==::;::===;;;:;:~~~~~~~~-~-----~ gualmente la loro funzione aristo- fredo Oriani, con la virtù difficile del perseverante lavoro, l' austerità dei propositi. ' E perfetta comunione tra il ricordo del maestro e l' opera dei vivi, cui la Patria commette l'adempimento delle proprie fortune ; e però mentre si avvicina il giorno anniversario della sagra rivendicatrice della memoria di Oriani, bene è che di lui si ripetano anche qui le parole ammonitrici. Diceva il Maestro parlando della aristocrazia : « La vita si atteggia sempre nell'opera dal concetto che l'uomo si fa da sè medesimo e del mondo: la sua religione e la sua politica sono quindi la conseguenza della sua filosofia più intima, e il suo carattere morale una necessità di tale coscienza. » Per operare efficacememente, bisogna sentire quanto si pensa. La potenza dell' atto è quasi sempre pari alla sua potenzialità. Certamente ogni popolo si assimila altre qualità da altri ; una sintesi di tra dizioni e di originalità circostanti si forma dietro di lui, ma cratica con una irradiazione spirituale, che illumina e risca Ida le anime, confermando l' anonima virtù della massa incapace di intendere l' insegnamento astratto. )) La funzione aristocratica, è adunque doppia: sviluppare l' idea che forma l' essenza di un popolo, ed in quella atteggiare il proprio carattere. » Spesso vi è antagonismo tra virtù politica e virtù morale : a certi momenti, l' egoismo di razza, o di nazione, deve essere senza pietà verso i vinti destinati a sparire ; talvolta la costruzione dello stato non lascia la libertà che in alto. » Quasi sempre una rivoluzione morale esige la dissoluzione di un mondo politico. nel pieno meriggio della sua civiltà, mentre la rivoluzione si annnnzia per apostoli ignari, negando e sognando. Ma ogni aristocrazia saprà sempre affermare la propria idea e rappresentarne la bellezza >). GIUSEPPE SILVI - 29 - Biblioteca Gino Bianco

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