persona dell• amante, va oltre gli uomini che ne custodiscono I' illibatezza, la virtù I' onore, arriva sino al trono di Dio. E del resto per il mondo cattolico, in cui la leggenda si è sviluppata, anche se "non è nata, non esiste colp§ senza -Dio~ Amare una donna, uccidere per essa, sarebbe azione condannevole, se non esistesse una legge divina a proibirlo ~ . *** Dunque la leggenda Don Giovanniana ha ali' inizi~ e nelle sue espressioni drammatiche che ne documentano l' esistenza· un· contenuto ~istico religioso, in cui l' amore ha una importanza secondaria. Esso è il me~o · dell'offesa a Dio. Dori Giovanni è soprattutto l'ateista. Ma da que;to punto e con lo scorrere dei secoli, ... il fiume della leggenda ingrossa, s'estende, straripa un po' p~r tutto il mondo, ma naturalmente si rompe in molti rivoli secondari e nei quali invano si cercherebbero gli elementi delle scaturigini. Non si può minutamente seguire l'elaborazione della leggenda, ma si possono fissarne le caratteristiche generali. Essa consiste in fondo in un processo di « complicazione » della figura del seduttore. La linea del suo carattere, abbiamo visto, era semplice, diritta. Elemento di massimo rilievo, la carnalità, ghiotta, predace. Tutto questo era troppo semplice per la sensibilità degli scrittori. moderni. Il burlador non avèva un'anima. Gli si volle dare. Di fronte alle donne il suo atteggiamento era quello d' un grande rapace. Lo si cambiò. Si vid.ero in lui enfatici pentimenti. Si notò un ribollir di passione, un ondeggiare di sentimenti. La sua disposizione verso -~e donne non fu spiegata più secondo I' isti~to, ma con azioni e reazioni che rivelano una sensibilità delicata, talvolta malata. Il personaggio è lentamente umanizzato. Perde della sua carnalità tanto quanto guadagna in anima. E quest'anima ha aggiramenti, ha -sinuosità, ha sfumature, è suscettibile di dolore e di pietà, persino di costanza. Qualche volta ha sentito la delusione, tal' altra il vuoto spaventoso degli amori. Citare i lavori in cui il Don Giovanni tipico ha subito queste. nuove interpretazioni e queste trasformazioni è fac!le. Ricorrono i nomi del Baudelairee del De Musset, e per i lavori minori ci sono indici bibliografici abbondantissimi che non vogliamo saccheggiare, perchè è lavoro troppo semplice. · Ma è ia questi minori, è nel coro, nella folla più chè nell'individualità possente dei geni, che si può~ trovare la prova di questo formarsi d' una figura tutta diversa da quella che era in origine: Le avventure ' - 21 Bibliotec .. 1no anc , . non si conchiudono più nei tre momenti caratteristici : assalto, possesso, fuga. Altri elementi ritardano cotesta azione che, alle scaturigini della leggenda, era fulm,nea. Don Giovanni esita, pensa riflette : qualche volta piange. Assapora l' amore anche in ciò che è soltanto profumo. Il suo cinismo è una corruzione tipica del sentimento in cui la delusione ha n1esso il suo tormento implacabile che lo fa tourner a l' aigre. La sua $pre- • giudicatezza vien dalla sofferenza. Spesso nella sua vita vi è una donna inutilmente amata, un amore infelice, di cui Don Giovanni si vendicò con tutte quante le donne venute dopo quella. Un rimpianto, un desiderio implacato e il bisogno di provare con cento donne se una di esse possa dare la pace. Il Don Giovanni dei romantici, del De Musset, del Baudelaire è in questa eterna insoddisfatta pace, in cotesta implacabile delusione. I tre momenti del Don Giovanni tradizionale sono. cambiati ; ma la rapidità con cui si svolgono è ·la stessa : illusione per una donna, identificata spiritualmente col proprio sogno ( << vagheggia il piagato mortale quindi .la donna del cielo, l'amorosa idea » scriveva un poeta che soffrì per le donne e mai le fece soffrire). Accostamento, delusione, 'disgusto, e, quindi, allontanamento. Somma d'un seguito di avven- · _ture così fatte è la sensazione .del vuoto, dell' inutilità ·e della falsità dell' amore. La _disperazione che talvolta si nasconde nel cinismo il quale può essere una forma . . chiusa o il pudore. del disinganno. La leggenda adunque procede_ dalla carne alla . spiritualità; dalla foia al sentimento, dall' .istinto bestiale -- in cui l' intelligenza entra solo sotto le forme di astuzia, d'inganno e di frode - alla poesia. L' animale da preda non assale più per il desiderio di affondare le sue unghie nell'animale nemico ; ma offende per difendersi, perchè conosce la sconsolata squallidezza del successo. Nessun poeta più ha avuto dopo Tirso e dopo l' innumerevole schiera dei suoi imitatori il coraggio di riporre sulle scene, o nel poema, il Don Giovanni originario, l'uomo che, secondo la metafora del Donnay, « vedeva Venezia io tre giorni » e a cui una donna, dandosi, aveva già detto tutto quanto egli aveva desiderio di sapere. *** I poeti continueranno in questa via che porta sempre più lontano dall'origine, continueranno a lavo- · vorare attorno a quest~ essere mitico dandogli sempre una nuova vita, una nuova anima, una volontà sem.. pre diversa. -. •
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