Vita Nova - anno I - n. 3 - 15 aprile 1925

• . LA R'IFORMA · ISTITUZIONALE Le notizie apparse sui giornali, e le conseguenti discussioni, tolgono a noi, il dovere di fare un po'' di cronaca dei fatti. Ormai\« aleajactcr est ~ e la riforma istituzionale in Italia, ha fatto il primo passo. Il primo, e non ai esagera dicendo, il più importante. Il riconoscimento giuridico dei sind~cati, porta come conseguenza ultima la fine del regime parlamentare così come l'abbiamo ereditato dalla rivoluzione francese. · Lo stato liberale, cioè l' antistato per eccellenza, riceve un colpo che gli va dritto al cuore, e lo ferisce proprio là dove nessun sofisma può fargli da valido usbergo : e d' altra parte non sarebbe possibile nemmeno parlare ,di avyento dello stato fascista, nella sua f~rma integrale, senza creare •i quadri delle forze pro-· duttive, che son~ 'quelle che contano, le sole che rappresentano, bella loro totalità, la vita complessa ed unica della nazione. ' Il problema sindacale, però non si può risolvere sul terreno politico, intendendo per esso, l'odierno costume dei ludi cartacei elettorali; e questo· perchè il sindacato è. r antitesi del partito. I Oggi la politica è affidata ai cosiddetti rappresentanti. della nazione, donde deriva · che, .per fare il • rappresentante della nazione basta aver.e. un partito che vi elegge. Domani sarà tutto il rovescio. I partiti dovranno sparire, per lasciare il posto alle categorie di produzione. Ed il· trapasso, le sostituzioni sono nella logica stessa della nostra struttura ecc;,nomica. A_ fugare equivoci di interpretazione, bisogna dire che, rigettata come antisociale la tesi .marxista del determinismo economico, ii . attribuisce all'economia, la stessa funzione, rispetto alla nazione che il cQrpo ha rispetto ali' anima. Senza il cqrpo non vi potrebbe· ; essere vita umana: ma senza anima vi è solo vita bestiale. I valori che contano al primo piano, come forze di elevazione e di progresso, sono i valori spirituali. Gli altri -sono necessari soltanto come elementi subor- . dinati a quelli, e da quelli, ripetono, non da sè stessi in forma autonoma e libera, la loro eflìcenza. E.eco perchè, pur nella riconosciuta, univocità dei' fini nazionali, il concetto monopolistico avventato da· Edmondo Rosaoni, meritava la - ingloriosa fine che ha fatto. ·Rossoni, ha sostenuto in un primo tempo, una tesi errata, ed anti sindacalista, giacchè è fuor di dubbio che il monopolio significa coscrizione, e lo stato non può rigettare dal proprio seno se non quelle forze soltanto che non operano dentro ,_)'orbita nazionale. A tutte le altre, come la Chiesa fa delle sue comunità religio1e, per esempio, deve riconoscere un diritto elementare di auton~mia, senza la quale non sarebbe . possibile creare, , dalla funzione di ognij aggregato, l' ecclesia universale ed unica. . . L'esempio ha valore di argomentazione, tanto più se si consideri la formala escogitata dai diciotto, per definire il carattere del nuovo istituto, che col riconoscimento giuridico dei sindacati, si ·formerà, tra breve in Italia. Dicevamo prima che il regime liberale ha ricevuto un :colpo dritto. e poderoso, e giova rallegrarsene auspicando i più succosi frutti a quest'opera di rinnovamento nazionale. .,, Abbandonati a sè stessi, i sindacati vanno fatalmente alla deriva. Per la loro struttura e pei fini che con. tutta facilità si identificano con vitt~fie materiali, spesso antieconomiche nei rapporti con il bene della comunità, essi, anzichè una forza, a lungo ·andare possono diventare un pericolo. Non c'è eloquenz~· di propagandista che basti da sola a comandare sacrifici e doveri alla massa amorfa ed egoista, quale il regime liberale ha educata in più che ce.nt' anni di libertà... liberticide ed antistoriche. . . . Soltanto lo stato •può contenerle, con la propria sovranità indiscutibile cui tutti debbano inchinarsi a • servire. Solo lo stato può disciplinare le masse, qualunque sia il numero e la loro specifica attività, ma· per raggiungere un tale s'copo bisogna che lo stato crei ·gli organi necessari. I liberali si valevano· dei carabinieri per tutelare agnosticamente i diritti di tutti - quindi di nessuno -, ' il fascismo, superando conce~ioni e metodi, per lunga esperienza dimostratisi deleteri alla nazione, c~ea, la personalità . giuridica dei sindacati e distrugge if così detto cittadino, perchè I' unità vera dell' aggregato sociale è costituita dalla indivi9ualitÀ del produttore. Di qui tutta la gamma dei valori che si esplicano sulla scala sociale, dai più bassi gradini ai più alti ; di qui quella eticità nuova .,che, subentrando alla vecchia, ormai vuota· di senso, crea la forza dello stato, nella coscienza ilon delle masse come tali, ma dell' individuo come elemento base dell' edifiçio nazionale. Siamo finalmente alla prassi fascista, e per arri- . varei non ci voleva meno della ferrea volontà del duce ; non· meno del suo chiaroveggente imperio intellettuale sull' Italia rinata da Vittorio Veneto. Non ci fermeremo certo a questo primo passo. ·La meta è forse più vicina di quel che si pensa, ma per raggiungerla conviene mantenere intatta la disciplina, e serrare sempre più le fila. Domani, quando tutto sarà compiuto, eèl i nemici non potranno più nuocere, nonchè a noi, ma all'Italia, domani soltanto ci r~iposeremo. s. p. I• -5- • Biblioteca Gino ■ I 1an o I

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