, " , .. PROF. CARLO ERRERA I { LA NAZtONE I SUOIFATTORI .. SERA DEL 7 GENNAIO 1925 I N ELL:uL TIMA lezione, ~rmai _lontana di tre settimane, eravamo passati dalla prima visione degli stati considerati come entità della superficie terresfre, come occupatori di una certa quantità di spazio della superficie terrestre, alla visione dell' ente stato corne spazio occupato da una collettività umana, la quale si regge con certe leggi riunenti questa col- . lettività in un tutto. E avevamo veduto che, sopratutto nei nostri stati europei, questa fusione di una collettività nell'unità stato, non è effetto soltanto di una costrizione di leggi, ma anche di un consenso profondo, il quale consenso profondo abbiamo cercato di vedere i.n che cosa consista, se abbia origine da un fatto lontano di originarietà di razza, se abbia · un_fattore derivato dalla religione; come pure ci siamo domandati se vi siano dei fattori di interesse che da soli bastino a spiegare questo consenso degli individui a vivere insieme, e tinalmente abbiamo toccato il fattore della nazione, e ravvisato nel consenso nazionale, fatto 'di storia, di tradizione, di una lingua comune, di un modo di pensare e di sentire comuni, la base di questo complesso fraterno, onde il gover·no di uno stato ha sua base nell'approvazione di un sentimento della collettività. Ora, no~ abbiamo detto, arrivati a questo ■ 1no 1 ne punto : se si potesse fare una divisione della s1:1perficteerrestre, in cui le partizioni sta.tali corrispondessero perfettamente a quello che sono questi consensi nazionali, il problema della divisione politica della superMce·terrestre sarebbe facile in riguarqo a quelle -che sono le direttive spirituali dei singoli popoli. Ma il problema posto anche cosi, è molto più difficile di quello che non possa_apparire a prima vista. E', vero che tutta l' Europa si è venuta orientando in q-uestq senso, sempre più fondandosi la divisione statale sulla base della nazionalità, in modo che sempre più ' , vada corrispondend.o la superfice politica europea_a quella che sarebbe la· divisione nazionale, ·e nei trattati di Versailles questo principio ha avuto, checchè se ne dica, un t~ionfo·di più. Ma il quesito praticamente -di.- venta assai difficile, perchè veramente, se noi andiamo a vedere su che cosa si basi questa ''divisione nazionale,, ci troviamo di fronte-a una quantità di problemi da risolvere : i ma;..· nipolatori del trattato di Versailles, dove non hanno potuto risolverli, han cercato di tagliare il male per mezzo, accontentando - e scontentando ·- tutti il più possibile, e lasciando una quantità di germi di litigi futuri. A che cosa corrisponde infatti una singola nazione ? Corrisponde forse ad ll;na sirr •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==