• . \ ,Geografia. ' . . , . ,. . . ) • . .. . . ' - . . . - . . .. , . .. .. I • . . . , ... .. . . . .. I PROF. CA"LO ERRERA •. ' _... • • I" ♦ .. , : ,, • , • r I • • I f. J . , ., i GLI"STATI,,COMECOLLETTlVITA'-;UMANE .... ... SERA DEL 17 DICEMBRE 1924 I· • , - . N ELL'UL T1MAlezione, sign~ri, · io avevo riepilogato quello che ero venuto dicendo sino allora sulle caratteristiche dello stato, in quanto rispondente a una certa area geografica. Ogni stato corrisponde a una certa area geografica, occupa una certa porzione della superficie terrestre che ha sue caratteristiche di estensione, di postura, di clima, di produzione, di risorse, e via dicendo. Il consi_derare però lo ·stato soltanto da questo punto di vista, cioè come una porzione di superfice terrestre, prescindendo da ciò che _è la collettivita umana che su questa porzione della superficie terrestre ha la propria dimora, è uno scindere il fattore natura dal -·fattore uomo. Ora, lo stato è sopratutto appunto una collettività umana, è la riunione di· un complesso di uomini che su una data porzione di territorio vive riunita da itn medesimo governo, vive sottoposta a uno stesso comples·so ·di leggi. Ma in questo vincolo che riunisce insieme queste collettività di uomini e èhe per la sua ~atura costituisce un vincolo politico, . noi possiamo ravvisare volta a volta un vincolo di costrizione o un vincolo di consenso. Può essere un vincolo di costrizione : e basta a. questo proposito che noi pensiamo, per esempio, alle condizioni dei territori coloniali, dapertutto dove uno stato estraneo a un dato ·territorio ha imposto il proprio dominio fuor d'ogni consenso dei sottoposti. · Alla pura e semplice costrizione può essere subentrata, in territori statali di questo genere, un'obbedienza sp0ntanea, che:si mantiene senza aie.una imposizione violenta ; ma si tratta sempre di un vincolo che viene di fuori, di un vincolo in cui non ha' che fare un vero, libero consenso dei vincolati. I Biblioteca Gino neo - .. . .. , . M~ negli ·. stati ch·e abbiamo di più sott'occhio, negli s1àti che costituiscono, per dir .. co~l, i pcz~i odierIJi, continuamente in gioc·o, del grande· scacchiere· politicò, in· questi che sono gli stati di~rettivin' ella odierna··civiltà; il fattore del co·nsenso è fattore fondamentale.~:E non parlo già, intendiamoti, con questo insi"." stere sul termine: .di « consenso » come ~su quello di costrizione, ·nori p·arlo già del · ct>'n~ sentire o del -dissetitire nèll'opinione pubblica che sorregge ·per·un· dato tempo u.n dato go- . verno, bensì ·dèl convergere di tutta la ·col-. lettività dei ciftadini'('.nel_comune desiderio ··tlì vivere riuniti in un medesimo stato, in ùn medesimo organismo· politico.. - Ora noi..vediamo questo fattore del co•nsenso collettivo valere sempre di più ·nella politica dei giorni nostri. E di ciò potremmo citare una- folla ·_ di esempi. Esempio tipico quello dell' Austria-Ungheria, uno stato c~e per tanto te·mpo~si• è ·retto, anzi ha avuto ..il suo fondamen:to in uha costrizione d1 grup·pi di popolazioni che erano obbligati a sottostare a un certo vincolo politico comune, on-deerano riuniti in un· unico organismo statale. Questo stato così fondato si è spezzato sotto i nostri occhi, e gli vediamo subentrati oggi tanti ·organismi statali· diversi~ ognuno dei qua·tr ·si~ è formato più o meno ·sul consenso dei ci•ttadlni che sono venuti a :formare uno stato nuo_vo, frammento liberato dalla costrizione antica•.. E come per· questi stati eredi dell'Au-striaUngheria, così noi abbiamo veduto nei trattati che hanno concluso la guerra mondiale, quanta · parte nella risoluzione di una folla di questioni e di dubbi sia stata lasciata ai consensi collettivi dei cittadini per ciascuno degli organismi politici che erano oggetto di discussione; -ed .. I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==