Vita Nova - anno I - n. 2 - 31 marzo 1925

- l6• - I • s.uoi fedeli, e allora commise l' errore. di pers.eguit~re i romani, e proprio i ·migliori di essi, Boezio, Simmaco, ed altri furono uccisi.· Negli ultimi anni tornò indietro e cercò di conquistarsi ancora il favore dei romani, rria era tardi: la morte·lo colse nel 526. Mori con • 13 dissensione nel suo regno,. con la distruzione del suo bellissimo sogno, e con il rancore dei suoi, perchè non era·no rimasti contenti di quello che essi chiamavano tradimento. Egli fu un principe grande ; le violenze e la ferocia degli ultimi tempi velarono solo la fama di re giusto e buono che s'era meritatamente guadagnata con tanti anni di governo illuminato e mite. Teodorico moriva in un momento tragico per il suo popolo ; gli succedeva la figlia Amalassunta. Essa ripigliò l'antico pensiero del padre, e fece educare il figlio .romanamente e si mise in rapporto con tutti coloro che continuavano la civiltà romana. Ma la ribellione ~ei suoi scoppiò apertamente ; le si chiese che il fanciullo dovendo essere il loro re, fosse educato da maestri goti, e perciò ad • ... • I Biblioteca Gino Bianco amare ·la sua stirpe e le armi. Il giovinetto re fu sottratto alle cure della madre, ma non potendo resistere alle fatiche e agli strapazzi del nuovo regime di vita, morì. Teodato, uc-· cisa Amalassunta regnò solo, ma per poco. Dopo vennero Vitige, Totila e da ultimo Teia, il quale al Vesuvio combattè l'ultima battaglia con l'impero d'oriente. Teodorico fu detto, e giustamente, il più grande dei barbari, perchè seppe intravvedere la civiltà moderna, e i mezzi per conseguirla. Egli sentì che non tutto doveva morire di Roma. Dopo il Goto verrà il popolo più crudo~ il Longobardo, il quale cercherà di sterminare la latinità, ma quel seme che Teodorico ~ aveva gettato, che era lo spirito universale lasciato da Roma, da lui protetto, fu preso a cuore da un'idealità assurta a potenza, che è la Chiesa. E' dessa che nel secolo quinto e nel sesto si afferma in guisa da poter continuare ancora lo sviluppo dell'idea grandiosa della romanità. ·

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