Vita Nova - anno I - n. 2 - 31 marzo 1925

J • - 10 - · - I A coloro che danno al Medio Evo così tetro colore, a coloro che vedono soltanto il buio, o incendi o ire, vorrei chiedere : avete visto il Duomo di Milano ? Avete visto S. Petronio, o S. Maria del Fiore, o il Duomo d'Orvieto, o quello di Siena? Come pensare a queste costruzioni e alle altre 'medioevali dell'Italia meridionale del1a e Sicilia, e nello stesso tempo giudicare un periodo di sola barbarie e di fitte tenebre quel,o in cui questi gentili miracoli sorsero? Noi di Bologna, per fermarci qui, guardiamo an·cora ammirati le nostre belle Chiese, S. Domenico, S. Francesco, S. Giacomo, e i Servi e i nostri magnifici palazzi : quello di Re Enzo, quello del Podestà, e quello dei Mercanti, e quello del Comune; tutti, tutti sorti nel Medio Evo; età ·che ebbe una potenza costruttrice quale niun altra più. Ma conviene procedere nella disanima. Nel Medio Evo sorse il feudalesimo : il feudalesimo è un legame di amore e di fede, è una catena che scende dall'alto e va al basso e dal basso risale all'alto, e unisce, con la santità del ,giuramento dal superiore all'inferiore, il più potente al più umile: uno dà la fedeltà l'altro dà Ja protezione, e la dà neHe sue origini seguendo le gerarchie nel modo più adeguato che sia venuto · mai fuori dal-. l'ambito storico. E' una catena che non a- - vrebbe dovuto spezzarsi mai, ma nessuna cosa è eterna, per quanto alta e. nobile. . ~-E chi non ·ricorda Je ·crociate?· Voltaire àis-se, essere esse state una delle grandi utopie del mondo; in tale sentenza prova solo che -la spiritualità e la sentimentalità del secolo XI era troppo diversa da quella del '700, di '·quel '700 che non capì e non conobbe ap-, pieno il Medio Evo, perchè non l'avrebbe potuto sentire e quindi comprendere. · • . Le crociate rappresentano un'altissima idealità: è tutto l'occidente che va verso l'oriente a riacquistare il sepolcro di Cristo, non solo, ma a ·dare anche e ,portarvi la civiltà oèci-dentale ed apprendere i costumi di là, a c.on·oscerele condizioni dei luoghi, ad arricchirsi di nuove nozioni geografiche, a stabilire commerci, ecc. L'impronta del Medio Evo è data sopratutto da] sentimento; e le crociate ne sono una delle prove. : E la Cavalleria ? Il Don Chisciotte del Cervantes, fa ridere come fan ridere certi eroi dell'Ariosto; ma questi scrissero nei secoli XVI e XVII, nel nono, nel decimo, e undicesimo secolo la cavalleria non destava il riso. Essa è~,allora, qualche cosa che si el~va al • iblio ec Gino Bianco di sopra di qualsiasi piccola concezione umana di interessi e di preponderanza : ha lo scopo della difesa dei bisognosi d'aiuto; è in certo modo l'attuazione dell'idea cristiana. Nella re- · ligione cristiana c'è la difes~ di tutti: qui c'è una specializzazione nella difesa del debole. C'è dunque nel Medio..Evo, oltre che e: spressione di forza e di bel1ezza, anl-he dt poesia, anche di sentimento. Ma procediamo anc~ra. . . Non conosciamo not le vicende dt Genova e di Venezia?. Venezia fu _sino dal secolo 'undicesimo e anche prima, a capo di coloro che battevano il mare; e accanto a Venezia c'erano Genova, Pisa e Amalfi. Ora Genova e Venezia ebbero la funzione che avevano avuto i fenici in epoca remota, i cartaginesi dopo, in seguito i greci, e i ro- . mani più tardi. Venezia ereditò da tutti e giunse, nel suo periodo aureo, dove nessuno prima era arrivato. Chi furono a spingersi al di là delle colonne di •Ercole? Genova e Venezia. I greci favoleggiarono del vello d'oro, ma la leggenda diventò una realtà per opera c!i queste due repubbliche che mossero verso l'Oriente, non soltanto per fare dei viaggi di esplorazione, ma per stabilire dei rapporti commerciali, per poter fare il trasbordo ·di tutte le merci di produzione indigena e portare· all'Europa i prodofti dell'Oriente, stabilendo così un largo contatto con tutto il mondo: allora conosciuto: e questo fatto, di un'importanza che non ha bisogno di essere dimostrata, avvenne per opera delle due gloriose repubbliche, Venezia e Genova; della prima spe- · cialmente, perchè ben presto Genova decadde, mentre Venezia divenne sempre più grande, ed :ebbe in mano il · commercio di tutto il mondo, e distribuì le sue merci verso il Nord . di tutta l'Europa. E non fu tutto;· in quei tempi gloriosi si fissarono gli statuti e si codificarono i rapporti tra stato e stato, e questa legislazione portuale è quella che vige anche oggi, mutata dove doveva essere mutata. Il banco di S. Giorgio e la repubblica di Venezia hanno dato Ja base di tutto ciò che costituisce il commercio anche nell'età moderna. Ho accennato ad uno dei banchi ma erano infiniti in Italia. li commercio bancario, la lettera di cambio esistono in Italia fin dal 1200 · e fin d 'allora abbiamo i ·rappresentanti dei Banchi Milanesi, o Fiorentini, o Pistoiesi, o Romani o Veneti, per tutta l'Europa, a Lione, a Parigi, a Londra, a Buda. E cambiano il denaro e pagano que!lo che dovrebbe essere pagato q~i;

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