-CRONACA I INTERNAZIONALE A Ginevra, nell'ultima recente sessione del Consiglio . della Società delle Nazioni, il famoso « protocollo ~ che sanzionando pene economiche ed interventi armati, avrebbe dovuto evit~re, o addirittura prevenire ogni eventuale e possibile guerra, ·è stato silurato in pieno da Chamberlain, ossia dall' Impero ~nglese. La fine del protocollo, già . ' . decretata da tempo per la decisa ostilità dei Dominios brittanici, non ha certo sorpreso quanti seguono le vicende politiche internazionali, ma tuttavia. nel discorso-siluro di Chamberlain .. qualcosa di nuovo, se non d'imprevisto, vi è stato. Ed è p~ecisamente la garanzia inglese alle proposte tedesche per un patto di sicurezza, il quale da accordo franco ..g. ermanico, come si riteneva fosse in principio, è venuto via via irrob~stendosi in un progetto d'alleanza a cinque, cioè: Inghilterra, Francia, Italia, Germania e Belgio. Per ora, tutta la politica europea, salvo qualche riflesso che viene da Washington, dove si sta lavorando per un'altra inconcludente conferenza sul disarmo navale, è illuminata dalla faticosa elaborazione deU' accordo quintuplice: su questo quindi è necessario un ampio cenno.· Le ultime proposte tedesche hanno dei precedenti (che servono a piovare, se non altro, la continuità logica della politica estera berlin~se) nelle offerte fatte a suo tempo dal ·Gabinetto Cuno per un ~ Patto del Reno ~ il quale avrebbe contenuto una clausola con cui la Germania si impegnava a dichiarar guerra soltanto dopo un plebiscito favorevole di tutto il popolo del Reich, e nei numerosi ed allettanti ~iscorsi di Stresemann, che però inutilmente èercavano di ·varare, un po• modificate, le proposte di Cuno. Con Luther, la manovra venne ripresa e il primo ad esserne ufficialmente informato fu l'ambasciatore inglese a Berlino. · Per comprender«=? la innegabile benevolenza del Governo brittanico verso le proposte del Reich, bisogna , çomprendere come queste siano state abilmente rinnovate in un momento assai difficile per il F oreing Office: uno dopo l'altro i Dominions si dichiaravano contrari al protocollo di Ginevra, voluto dalla astratta democrazia di Mac Donald e di Herriot, la Francia strepitava che in quara~to~to ore i tedeschi avrebbero potuto giungere a Parigi, il Belgio diceva che a far da sentinella morta sulla costa della Manica era troppo pericoloso, ed infine la Polonia, forte dell'aiuto franc~se, sembrava ogni giorno disposta a provocare nuovi insanabili conflitti nelle frontiere orientali dell~ Germania. Si aggiunga poi che pèr il buon funzionamento del piano Dawes, così necessario all' lnghil- · terra per poter pagare i debiti verso gli Stati Uniti, occorre guarire da ogni marasma le industrie germaniche. Il F oreing Office si trovava - e lo è ancora - nella difficile situazione di garantire sia la Francia che la Germania : la ratifica del protocollo di. Ginevra avrebbe ampiamente soddisfatto Herriot, ma tale ratifica non er.a - 44 Biblioteca Gino Bianco possibile. D'altra parte, il Reich avrebbe avuto tutte le ragioni, anche per . il mancato sgombero di Colonia, a ripetere che gli Alleati non cerca vano di sanare i dissidi, ' ma di acuirli ; e l'Impero brittan~co non è solo una potenza europea, _ma mondiàle e certi atteggiamenti, oltre mare, vengono considerati sotto altri punti di vista. . Bisognava quindi dimostrare alla Francia che la questione della pace, ed iri particolare della sicurezza sul Reno, stava ·assai a cuore al Governo inglese ; in mancanza di meglio, le proposte tedesche rappresentavano ' una magnifica via d •uscita. Il piano inglese a sostegno di quello tedesco urta, come è logico, contro numerosi ostacoli: la diffidenza francese, acutissima, per tutto ciò che si origina da Berlino:_ le paure polacche che dall'accordo quintuplice vedono diminuito il valore dell'alleanza con la Francia: ed infine, le stesse correnti politiche inglesi, di cui uria {labouristi) insiste per il protocollo di Ginevra, un• altra ancora per un• alleanza limitata al Belgio ed alla Francia. Tuttavia, questi ultimi ostacoli, data la maggioranza parlamentare di cui dispone Baldwin, saranno facilmenle superabili. . A quanto è dato sapere, l• Italia appoggia la ·tesi brittanica dell'accordo a cinque, e questa ci sembra ottima risolu~ione, poichè il protocollo di Ginevra ci avrebbe garantito in una forma assai limitata ; e di un•alleanza antitedesca, a cui avremmo dovuto p~rteci pare per non rimanere isolati, non ne sentiamo affatto il bisogno. Tra Londra e Parigi, sino ad ora, vi sono molte divergenze: se l'intenso lavorio diplomatico che va svol- ~endosi fra, le due capitali riuscirà ad appianarle, e se la Germania accetterà di entrare nella Società delle Nazioni, raccordo quintuplice passerà dallo stato di progetto a quello di fatto. · *** In Francia,. non è ancora terminata la lotta scatenatasi per la soppressione dell'Ambasciata presso il Vaticano: il regime di concordato per l'Alsazia Lorena non soddisfa i cattolici, i quali, per opera specialmente del gene.raie Castelneau si sono fortemente organizzati, provocando così le ire dei socialisti e dei comunisti, esplose in diversi conflitti, il più grave dei quali fu quell~ avvenuto a Marsiglia. Alla Camera poi sono avvenuti altri tumulti e violentissimi pugilati: tuttavia, la maggioranza ~ cartellista » ha dato un voto di fiducia ad Herrot per l'applicazione delle leggi laiche. Praticamente .ciò vuol dire il rinnovarsi di nuovi conflitti. *** In Balcania, la situaziqne continua ad essere torbida. In Jugoslavia, r elezione dei deputati radiciani non è stata convalidata, benchè il partito dei contadini-croati· (Radic) I
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